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BENEVENTO IN DIECI, SAGNA AGGUANTA IL PAREGGIO IN EXTREMIS (3-3)

Spettacolo in campo e sugli spalti, con una girandola di reti e risultato sempre in discussione.
Il pubblico di marca giallorossa, accorso in massa al “Vigorito” nonostante la retrocessione, si è divertito pur soffrendo dopo la breve parentesi del vantaggio a 15′ dalla fine.
Eroe della giornata il difensore Sagna che allo scadere del secondo tempo acciuffa il pareggio in una partita che il Benevento ha rischiato, ingiustamente, di perdere grazie soprattutto all’inferiorità numerica rimediata al 12′ della ripresa per l’espulsione, forse troppo frettolosa, di Cataldi per doppia ammonizione.
Dopo l’avvilente striscia negativa( ben 11 partite consecutive perse dai friulani) l’Udinese era giunta a Benevento con un nuovo allenatore, Tudor al posto dell’esonerato Oddo, e con l’inevitabile voglia di fare risultato pieno per scongiurare la serie B.  Ha trovato di fronte un Benevento tutt’altro che arrendevole e disposto a cedere anche se riconoscibile, come tante altre volte ci ha abituati in questo campionato, per il marchio di errori e di ingenuità soprattutto nel reparto difensivo che lo  contraddistingue.
E’ innegabile, infatti, sia pur nulla togliendo alla giustificata flessione derivante dall’inferiorità numerica, che subire due gol in due minuti in una maniera così assurda, con il portiere Brignoli ( a proposito, ma perchè questa scelta dopo il partitone di Puggioni a Milano?) in evidente “disorientamento” per usare un termine promiscuo, che fà rabbia e non aiuta a rinforzare l’entusiamo per un gioco che sotto certi aspetti fà pensare troppo all’incredibile giro di interessi economici che, comunque, condiziona l’andamento delle gare. E la finisco qui…
Tornando al calcio giocato, credo che tutto sommato il pareggio sia stato giusto anche se entrambe le squadre avranno qualcosa da recriminare: il Benevento per aver giocato in dieci uomini per oltre mezz’ora in una fase in cui sembrava potesse far sua la partita, l’Udinese per aver sprecato nel finale, dopo la rimonta, qualche buona occasione per chiudere la gara.
Il Tabellino
Benevento – Udinese  3-3
FORMAZIONI: Benevento –  Brignoli, Sagna, Venuti, Tosca, Dijmsiti, Sandro, Cataldi, Djuricic (dal 35′ Coda),Viola, Brignola (dal 91′ Gyamfi), Iemmello (dal 58′ Parigini). All. De Zerbi.
Udinese – 
Bizzarri, Larsen, Danilo, Samir, Pezzella, Widmer (dal 77′ Zampano), Behrami,
Fofana, Barak (dal 46′ De Paul), Balic, Lasagna (dall’82’ Perica).  All. Tudor.
Arbitro:
Maresca
Reti:
Widmer (13′), Viola (23′), Coda (rigore 76′), Lasagna (78′-79′), Sagna (90′)
Note:
Ammoniti Venuti, Brignola, Cataldi, Behrami, Balic, Pezzella. Espulso Cataldi 57′)
per doppia ammonizione.

Benevento-Udinese 3-3
Sagna complimentato dai compagni dopo il gol. (Foto Lapresse)


 

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IEMMELLO FIRMA UNA STORICA VITTORIA, PIEGATO IL MILAN (0-1) AL MEAZZA

Il Benevento espugna il Meazza di Milano ed entra nella storia.
Alla fine ha avuto ragione De Zerbi che risparmiando i suoi migliori elementi con l’Atalanta per lo scontro col Milan ha portato a casa tre punti che forse non serviranno per raggiungere la salvezza ma che riempiono senz’altro di soddisfazione la tifoseria che ha davvero tanto da recriminare per il cammino in questo campionato.
Vincere contro il Milan nella cosiddetta “scala del calcio” ripaga gli stregoni di tutte le amarezze, le ingiustizie e gli episodi sfortunati che hanno caratterizzato il cammino del Benevento in questa meravigliosa avventura.
“Comunque vada”, sarà un successo! E’ questo lo slogan che sicuramente avranno pronunciato i tifosi giallorossi al triplice fischio finale perchè l’impegno, la grinta, l’orgoglio dei gladiatori sanniti stasera sono stati talmente encomiabili da giustificare qualsiasi prestazione futura.
Ma è anche una vittoria che sotto certi aspetti brucia perchè dimostra l’opportunità mancata di una permanenza sicura nella massima serie in ragione dei tanti punti persi contro formazioni di gran lunga alla portata del Benevento, non sempre meritati …e leciti.
E a proposito di liceità, è lecito porsi un semplice ma importante interrogativo: perchè contro l’Atalanta non è stata schierata questa formazione e si è ricorsi a sostituti non all’altezza ?
Comunque, è inutile piangere sul latte versato! Stasera, invece, è lecito brindare ad un successo così bello, storico proprio perchè imprevedibile.
Un successo firmato da Iemmello. Si, proprio da uno dei giocatori più criticati e sul quale mister De Zerbi ha sempre puntato al cospetto dell’impopolarità della scelta. L’attaccante beneventano, che, per la verità, neanche stasera, nonostante il gol decisivo, ha pienamente soddisfatto, ha messo in rete al 29′ del primo tempo un passaggio filtrante ed intelligente di Viola.
Nella ripresa il Milan ha reagito colpendo anche una traversa con Kessie e sfiorando più volte il pareggio ma i gladiatori sanniti si sono trasformati in autentici leoni difendendo il risultato anche in inferiorità numerica per l’espulsione di Diabatè, punito eccessivamente dall’arbitro per un contrasto con un avversario.
Al Milan non sono stati sufficienti neanche i 7′ di recupero concessi per ribaltare un risultato che forse agli osservatori poco attenti sarà apparso clamoroso ma che, invece, per la tifoseria giallorossa, che conosce bene la forza vituperata e maltrattata del Benevento, ha il sapore della giustizia e del riconoscimento.
Il Tabellino
Milan – Benevento  0-1

FORMAZIONI: Milan – Donnarumma, Calabria, Bonucci, Zapata, Rodriguez, Borini (dal 49′ Suso), Kessie, Biglia (dal 72′ Locatelli), Bonaventura, Cutrone, Andrè Silva (dal 61′ Kalinic). All. Gattuso.
Benevento – Puggioni, Sagna, Letizia, Dijmsiti, Tosca, Sandro, Cataldi, Djuricic, Iemmello (dal 61′ Diabatè), Viola (dal 76′ Parigini), Brignola (dal 78′ Venuti).  All. De Zerbi.
Arbitro: Mariani di Aprilia
Rete: Iemmello (29′)
Note:
Espulso Diabatè per doppia ammonizione. Ammoniti Sagna, Kessie, Locatelli.

Milan-Benevento 0-1
Il gol vincente di Iemmello
(Foto Ansa)


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L’ATALANTA AFFONDA IL BENEVENTO NELLA RIPRESA (0-3)

Chi si aspettava un Benevento orgoglioso e pimpante dopo le ultime buone prestazioni, è rimasto senz’altro deluso: poco gioco, poche idee, poca volontà di continuare a dare dignità ad un campionato già compromesso da tempo ma che a singhiozzi sembrava far sperare in un miracolo.
Tutto inutile! In una partita è crollato tutto quanto di buono era finora stato fatto dall’inizio dell’anno.
Merito, ovviamente, dell’Atalanta che nel secondo tempo ha sfoggiato la sua migliore qualità ma demerito del Benevento che dopo un buon avvio ha tirato i remi in barca rendendo tutto più facile ai bergamaschi.
L’allenatore giallorosso, a sorpresa, ha mandato in campo la seconda linea, cambiando mezza squadra rispetto alla scorsa gara col Sassuolo.  Una scelta infelice ed inspiegabile: infelice per i giocatori utilizzati, inspiegabile per la motivazione, quella di far riposare alcuni titolari in vista della trasferta di San Siro col Milan o almeno così sembra (sic!).
Sta di fatto che, salvo i primi venti minuti di gioco, la formazione di De Zerbi è stata quasi sempre sotto pressione mettendo da parte quella grinta che era stata la caratteristica dominante di queste ultime gare.  Un comportamento, sicuramente dettato dalla scarsa vena delle riserve, che ha mortificato il buon nome e l’immagine della squadra guadagnato faticosamente nonostante le ingiustizie subìte.
Anche il tanto osannato Diabatè stasera, sia pur marcato strettamente e lasciato solo in attacco senza essere servito a dovere, sembrava l’ombra del freddo e cinico bomber visto di recente.
Ha avuto una ghiotta occasione al 19′ grazie ad una magìa di Brignola ma l’ha sprecata ingloriosamente: l’azione sembrava una fotocopia di quella felicemente conclusa col Sassuolo ma stavolta il suo “cucchiaio” l’ha tradito facendo spedire alle stelle il pallone.
E, come sempre accade per una legge non scritta del calcio, rete fallita – rete per l’avversario: due minuti dopo, infatti, Freuler portava in vantaggio i suoi grazie ad un assist di Cristante.
Nella ripresa, l’episodio che forse costituiva la svolta dell’incontro: Viola perdeva clamorosamente un pallone a beneficio di un avversario che serviva il nuovo entrato Barrow il quale non aveva difficoltà a segnare.  Un errore madornale che tagliava le gambe ai giocatori sanniti che non trovavano la forza di reagire e per l’Atalanta tutto diventava più facile.
Al 21′ l’arbitro, dopo aver consultato il Var (il solito tormentone negativo per il Benevento) decretava un penalty per l’Atalanta per un fallo commesso fuori dell’area da Del Pinto: De Roon incespicava al momento del tiro spedendo la palla altissima sopra la traversa. Ma non era un segno divino per rimediare all’ingiustizia perchè già un minuto dopo Gomez saltava come birilli tre difensori giallorossi e portava a 3 le reti di vantaggio.
Il tecnico del Benevento non trovava di meglio che mandare in campo “l’ombra che cammina”, quel Iemmello che da tempo cerca disperatamente, ma invano, di entrare nelle grazie della tifoseria.
La partita si spegneva dopo 4′ di recupero e con essa una penosa messa in scena.
Dispiace, dispiace molto sforzarsi vanamente di trovare stasera qualcosa di buono..
Il Tabellino
Benevento – Atalanta 0-3

FORMAZIONI: Benevento – Puggioni, Venuti, Tosca, Billong (dal 53′ Sagna), Dijmsiti, Del Pinto, Brignola, Diabatè, Viola, Lombardi (dal 53′ Djuricic), Parigini (dal 68′ Iemmello). All. De Zerbi.
Atalanta – Berisha, Mancini (dal 46′ Castagne), Caldara, Masiello, Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens, Cristante, Petagna (dal 46′ Barrow), Gomez (dall’88’ Bastoni).  All. Gasperini.
Arbitro: Ghersini di Genova
Reti: Freuler (21′), Barrow (49′), Gomez (67′)
Note: al 66′ De Roon calcia alto un rigore. Ammoniti Petagna, Mancini, Tosca, Brignola.

Benevento-Atalanta 0-3
La festa dei giocatori dell’Atalanta (Getty)

 

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DOPPIETTA DI DIABATE’, IL BENEVENTO STRAPPA IL PARI

Primo punto conquistato in trasferta dal Benevento in questo campionato ma, forse, il pareggio sta più stretto ai sanniti che avrebbero potuto aggiudicarsi l’intera posta in palio se, specie nel secondo tempo, Brignola non avesse sciupato alcune occasioni favorevolissime.
I giallorossi sono apparsi meno brillanti rispetto alle passate prestazioni ma a loro giustificazione non bisogna trascurare la circostanza che il Sassuolo, che giocava in casa, aveva un gran bisogno di punti per la salvezza, considerata la preoccupante posizione occupata in classifica.
Ed è stata proprio la squadra di casa a partire con maggiore vivacità all’inizio della partita pur senza impensierire troppo la difesa del Benevento che, però, quasi inaspettatamente, passava in vantaggio al 22′ con il solito Diabatè che, servito in area, con freddezza superava Consigli con un tiro “a cucchiaio” degno dei migliori attaccanti.
Il Sassuolo perveniva al pareggio al 40′ grazie ad uno svarione della difesa: Letizia e Djimsiti si guardavano convinti reciprocamente dell’intervento su Babacar che ne approfittava liberandosi sulla destra e crossando al centro per Politano che anticipava Sagna con uno scatto repentino e batteva Puggioni.
Sul finire del primo tempo Tosca veniva strattonato e spinto in area: il fallo era netto e da rigore ma l’arbitro, dopo aver consultato il Var assegnava solo un calcio di punizione dal limite per il Benevento.  Ancora una volta, è successo troppo spesso in questo campionato, lo strumento tecnologico dava torto al Benevento…
Qualche minuto primo Brignola, subentrato al 29′ per Guilherme, infortunato, si era intestardito troppo nel gioco personale servendo tardi e male Diabatè; un errore, quello compiuto dal giovane talento locale, che ripeterà anche nel secondo tempo.  Inesperienza o eccesso di personalismo ?
La ripresa ricalcava un pò l’andamento della prima fase di gioco ma era ancora il Sassuolo a passare con Politano che, grazie ad una ripartenza che coglieva spiazzata la difesa beneventana, arrivava a tu per tu con Puggioni e lo batteva in uscita con un preciso pallonetto.
De Zerbi sostituiva Iemmello, ancora una volta spento ed improduttivo, con Parigini.
Il Benevento non ci stava a perdere e, dopo aver sciupato qualche ottima occasione, pareggiava con Diabatè che raccoglieva un cross di Cataldi dalla sinistra ed allungava la gamba anticipando il portiere Consigli che, nell’occasione, si infortunava ed era costretto ad uscire.
Nel finale e nei minuti di recupero c’era ancora spazio per qualche brivido da entrambe le parti ma di fatto non succedeva più niente.  Risultato finale: 2-2.  Il Sassuolo continua a sperare nella salvezza, il Benevento a concludere dignitosamente un torneo sfortunato che ha tentato troppo tardi di correggere. Alcune note positive: con il punto conquistato oggi a Reggio Emilia, il Benevento non rischia di eguagliare un altro record negativo, quello del Modena che nel lontano campionato 1931-32 aveva concluso la competizione senza conquistare alcun punto in trasferta.  Djuricic il migliore in campo, Diabatè ancora determinante.

Sassuolo-Benevento 2-2.
Diabatè, autore di una doppietta, festeggiato da Iemmello e Letizia.

Il Tabellino
Sassuolo – Benevento 2-2

FORMAZIONI: Sassuolo – Consigli (dal 76′ Pegolo), Peluso, Acerbi, Dell’Orco, Adjapong, Missiroli (dal 69′ Mazzitelli), Magnanelli (dal 60′ Berardi), Cassata, Rogerio, Politano, Babacar.  All. Iachini.
Benevento – Puggioni, Sagna, Letizia (dall’85’ Venuti), Tosca, Dijmsiti, Guilherme (dal 29′ Brignola), Cataldi, Diabatè, Sandro, Iemmello (dal 64′ Parigini), Djuiricic.  All. De Zerbi.
Arbitro: Gavillucci di Latina
Reti: Diabatè (22′), Politano (40′-63′), Diabatè (72′)
Note:
Ammoniti Peluso, Dell’Orco, Magnanelli, Cataldi, Sandro.

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IO, PROPRIO IO, EX JUVENTINO DOC

Benevento-Juventus 2-4
La rete dell’ 1 a 1 di Diabatè.

“Non si mente mai tanto quando si parla di se stessi”.
Prendo a prestito quest’espressione cara a Paul Valery per affermare che nella vita ci sono momenti in cui ci si fà un bell’esame di coscienza per rivedere i propri errori e ragionare anche, perchè no, su quelle che una volta sembravano sincere convinzioni rivelatesi, nel corso degli avvenimenti personali, sperimentati sulla propria pelle, nient’altro che sterili convenzioni a cui ci si è adeguati per evitare di…uscire fuori dal coro e rischiare di essere tacciati di incoerenza e contradditorietà.
Per quanto mi riguarda, ciclicamente me li sono posti alcuni interrogativi sui quali in precedenza non mi sarei mai sognato di farli balenare nella mente. E’ successo con il mio giudizio sul materialismo: mi ritengo materialista non perchè contrappongo al culto divino il culto umano ma perchè credo alla libertà dell’individuo proprio in omaggio alla morale cristiana. E sono convinto che una visione spirituale dell’esistenza può fungere da supporto fondamentale alla trasformazione in senso comunista della società.
E’ successo con il mio giudizio sulla fede: mi definivo di orientamento cattolico solo perchè sono cresciuto in una realtà convenzionalmente impregnata di cattolicesimo. Oggi, invece, pur nella convinzione che tra le varie religioni la cattolica è quella che più si attaglia al mio modello comportamentale, prediligo una religione di carattere filantropico, senza dogmi o apparati sacramentali, senza segni esteriori di culto o sottigliezze scolastiche ma una religione civile, più adatta ai bisogni dello spirito moderno e che integri l’insegnamento cristiano.
E’ successo con il mio giudizio su filosofi, intellettuali, artisti, ecc.: l’elenco sarebbe lungo e mi porterebbe via troppo tempo.
Insomma, le idee possono anche mutare nel corso degli anni senza che la cosa possa arrecare troppi turbamenti interiori.  Ciò che importa è il non trasferire questi cambiamenti sul piano dell’ipocrisia e del tornaconto personale altrimenti si sfocerebbe nell’egoismo, puramente e semplicemente.
Da tempo è cambiato anche il mio giudizio sul calcio che, nell’ostinato tentativo di difendere il mio “fanciullino interiore”, credevo ancora un’isola felice, lontana dai guasti della cosiddetta società civile.
Da bambino coltivavo una incredibile passione per la Juventus e spesso mi mettevo a piangere quando perdeva le partite, soprattutto con l’Inter.
Poi, pian pianino, in particolare dall’era Moggi, quando mi sono scrollato di dosso tutte quelle fastidiose scorie in ordine al suo strapotere politico in Federazione ed in Lega, ho cominciato a nutrire il tifo per i bianconeri solo quando giocavano in campo internazionale senza impegolarmi, come facevo in passato, in diatribe con tifosi di altri colori ma giudicando con distacco le prestazioni sportive volta per volta.
Alla fine sono arrivato alla determinazione (contro chi mi accusava di contraddizione circa il mio sempiterno interesse per le fasce più deboli della società e, nel contempo, per la “bandiera dei poteri forti” come la Juventus) che nel cosiddetto “calcio che conta” c’è troppo marcio, troppi interessi economici, un pò come avviene, del resto, nella società “civile”.  Per la qual cosa, è inutile tifare per sodalizi e farsi il sangue amaro a tutto vantaggio di chi approfitta della passione sportiva per lucrare e soggiogare le menti umane.
Allora, per tornare all’aforisma di Paul Valery, diciamocela tutta e siamo onesti con noi stessi: prima che il Benevento facesse questo exploit e piombasse, come per incanto, nella elite del calcio, eravamo tutti juventini, interisti, milanisti, napoletani, ecc. perchè la lunghissima permanenza del Benevento nel calcio minore ci faceva apparire la serie A come un pianeta inavvicinabile e lontano anni luce dai nostri pensieri.   Oggi che ci siamo accorti che nulla è impossibile stiamo procedendo ad una profonda revisione delle nostre concezioni in materia calcistica e per la stragrande maggioranza dei sanniti viene prima il Benevento e poi le nostre ex squadre del cuore. Anche perchè (spero di interpretare il pensiero di tanti “fanciulli” come me!) il Benevento gioca ancora un calcio puro, pulito, lontano dalle contaminate incrostazioni delle tradizionali formazioni “forti” che da sempre dominano il gotha del calcio in Italia.
Al di là dei record negativi che hanno contraddistinto il cammino del Benevento in questa meravigliosa avventura di serie A, l’aspetto positivo che nessuna mente onesta può ignorare è il suo atteggiamento distaccato verso i calcoli di potere che a livello verticistico da tempi imperituri si consumano in Italia anche in ambito sportivo e calcistico in particolare.
Non che avessi scoperto tutto ad un tratto il classico “uovo di Colombo” ma il contatto più stretto e ravvicinato con tale realtà mi ha aperto ancora di più gli occhi su un mondo corrotto e disumano.
L’ultima partita del Benevento con la Juventus mi ha rafforzato tale convinzione ma il bandolo della matassa non è solo la Juventus perchè le ingiustizie vengono perpetrate anche dalle altre squadre blasonate, anche dal Napoli che da qualche tempo è riuscito con i suoi dirigenti ed i suoi milioni ad inserirsi, come diciamo qui a Benevento, “…dind’ u ruot  ‘e caprett…” ossia  nella stanza dei bottoni.
Per questi motivi, continuerò ad ignorare la mia vecchia Juventus ed a tifare per il Benevento anche se scenderà in serie B o nelle serie inferiori fino a quando non si lascerà anch’esso contaminare da interessi diversi da quelli sportivi e ludici: solo allora si aprirà un altro ciclo di ripensamento sulle mie convinzioni.

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VINCE LA JUVE (2-4) MA..FU VERA GLORIA ?

Saremmo tentati dal dire, dopo questa partita, “Tutto secondo copione” : vittoria della Juventus, arbitraggio discutibile, sostituzioni non azzeccate.
I campioni d’Italia,che, secondo il divario di classe esistente in campo, avrebbero dovuto fare del Benevento un solo boccone, hanno stentato ad aggiudicarsi l’intera posta in palio e se alla fine ci sono riusciti devono ringraziare, oltre all’indiscusso valore dei giocatori di cui è dotata la squadra di Allegri, la direzione arbitrale ed i soliti errori nei cambi effettuati da mister De Zerbi.
C’era il pubblico delle grandi occasioni al “Vigorito” ad assistere ad una partita che per i padroni di casa costituiva, forse, una verifica della propria forza al cospetto di rivali blasonati e super pagati dopo la squillante e convincente vittoria con l’Hellas Verona di pochi giorni addietro.
Ebbene, se qualcuno ha giudicato il recente 3 a 0 rifilato agli scaligeri come un demerito degli avversari piuttosto che un merito dei giallorossi, credo che oggi si è dovuto ricredere perchè Diabatè e compagni hanno dimostrato di non meritare assolutamente l’ultimo posto in classifica disputando, anche contro i pluriscudettati bianconeri una gara gagliarda, terminata nell’ennesima sconfitta immeritata.
L’inizio è stato tutto di marca juventina a dimostrazione della voglia di riscatto dei torinesi dopo la bruciante sconfitta casalinga in Champions League con il Real Madrid.
La rete di Dybala, molto bella e degna del campione qual’è, è stato il giusto epilogo di una pressione costante verso la porta di Puggioni.
Dopo lo svantaggio, ci si aspettava una girandola di reti ed il dominio assoluto dei bianconeri. Ma non era così perchè il Benevento, sceso in campo senza alcun timore reverenziale, reagiva con orgoglio e perveniva al pareggio dopo soli 8′ con Diabatè che allungava in rete con la sua gambona intelligente un assist di Guilherme in mischia.
La rete di Diabatè galvanizzava i sanniti che continuavano a tenere bene il campo capitolando, però, all’ultimo minuto del primo tempo (gli ultimi minuti dei tempi sono sempre fatali al Benevento..): Pjanic viene servito alla perfezione in area e Dijmsiti, nel tentativo di contrastarlo, “cicca” il pallone e colpisce il bianconero che va a terra. Forse Pjanic non sarebbe riuscito a segnare ma il fallo viene ravvisato dall’arbitro solo dopo le proteste degli juventini e dopo che il direttore di gara aveva già fatto segno di continuare. Poi, ritorna sulla sua decisione, consulta il Var ed assegna il rigore che Dybala trasforma spiazzando Puggioni.  Anche qui come da copione: il Benevento subisce la consultazione del mezzo elettronico, uno strumento che in questo campionato ha solo sfavorito i giallorossi.
Nella ripresa al 6′ il Benevento riagguanta nuovamente il pareggio e ancora con il maliano Diabatè che fà valere in area la sua stazza battendo Szczesny di testa su calcio d’angolo.
La Juventus è frastornata e per poco evita il collasso.
A far pendere l’ago della bilancia in favore della Juventus ci pensa dapprima De Zerbi che sostituisce Brignola con Cataldi sconvolgendo l’assetto di gioco del centrocampo beneventano e Diabatè con Iemmello,  poi l’arbitro Pasqua che assegna un rigore ad Higuain, subentrato a Marchisio dieci minuti prima, con una leggerezza incredibile; stavolta il direttore di gara non ritiene opportuno ricorrere all’aiuto del Var (sic!) che avrebbe evidenziato la “scena” dell’attaccante bianconero e decreta senza esitazione alcuna la massima punizione che ancora Dybala esegue con precisione.
Sul 2 a 3 De Zerbi sostituisce anche Sandro con Del Pinto ed un minuto dopo la Juventus segna ancora con una rete di Douglas Costa, magnifica nell’esecuzione ma favorita, forse, dalla posizione non troppo efficace di Puggioni.
Insomma, com’era nelle previsoni della vigilia, la Juventus ha vinto ma un Benevento così non merita la retrocessione.
Il tabellino
Benevento – Juventus  2-4
FORMAZIONI: Benevento – Puggioni, Venuti, Sagna, Tosca, Dijmsiti, Dijuricic, Guilherme,
Sandro (dall’84’ Del Pinto), Diabatè (dal 70′ Iemmello), Viola, Brignola (dal 63′ Cataldi).
All. De Zerbi.
Juventus – 
Szczesny, Lichtsteiner, Rugani, Benatia, Alex Sandro, Marchisio (dal 63′
Higuain), Pjanic, Matuidi, Cuadrado (dal 58′ Douglas Costa), Mandzukic (dal 78′ Khedira),
Dybala.  All. Allegri.
Arbitro:
Fabrizio Pasqua di Tivoli
Reti:
Dybala (16′), Diabatè (24′), Dybala (rigore 45′), Diabatè (51′), Dybala (rigore 74′), D.Costa (82′)
Note:
Ammonito Mandzukic.

Benevento-Juventus 2-4.
Dybala, autore di una tripletta. (Foto Lapresse)


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SUPER ORGOGLIO, SUPER BENEVENTO. TRAVOLTO IL VERONA (3-0)

Dopo la quasi rassegnazione per l’inevitabile retrocessione, il Benevento era chiamato ad una partita di orgoglio contro l’Hellas Verona, penultima in classifica.
E l’orgoglio si è visto tutto, anzi qualcosa di più: una gara tecnicamente ed agonisticamente perfetta, senza le solite sbavature in difesa e con un centrocampo ordinato e propositivo quale non lo si era mai visto finora.
Il risultato rispecchia pienamente l’andamento dell’incontro, sempre saldamente nelle mani dei giallorossi che, vieppiù, avrebbero potuto persino aumentare il bottino, viste le numerose occasioni fallite, senza che gli scaligeri avessero potuto obiettare alcunchè.
Già nel primo tempo il Benevento ha mostrato di voler premere subito il piede sull’acceleratore mettendo più volte in affanno la difesa ospite.
Il terzino fluidificante Letizia era un’autentica spina nel fianco sul settore di sinistra supportato soprattutto da Dijuricic che provava anche a concludere dopo aver servito ottimi palloni per Iemmello che sbagliava a pochi passi da Silvestri.
La rete era nell’aria: Letizia raccoglieva  da un compagno e, qualche metro fuori dal limite dell’area, lasciava partire un tiro forte ed angolato sul quale l’estremo difensore veronese nulla poteva.
Il vantaggio premiava il Benevento nonchè il suo uomo migliore fino a quel momento.
La ripresa era una fotocopia del primo tempo con il Benevento all’attacco ed il Verona che non riusciva a reagire subendo la pressione dei padroni di casa che mancavano altre occasioni per arrotondare il risultato, soprattutto con Diabatè.
Quest’ultimo, però, si faceva perdonare al 21′ colpendo di testa su azione da calcio d’angolo: la palla sbatteva sotto la traversa e sulla respinta Iemmello infilava ma il replay dimostrava che in realtà il pallone aveva già varcato la linea della porta prima che Iemmello la sospingesse nuovamente in rete.
Rete, dunque, di Diabatè che si ripeteva al 39′ correggendo in rete un traversone dalla destra di Brignola.
Nel finale mister De Zerbi faceva esordire il giovanissimo Volpicelli al posto di Brignola.
Una vittoria strameritata del Benevento che ridà un pò di morale alla squadra, chiamata sabato prossimo all’attesa “sfida” con i campioni d’Italia della Juventus. Unica nota dolente, l’assenza di Letizia che, già diffidato, è stato ammonito e salterà quest’importante incontro.
Il Tabellino
Benevento – Hellas Verona 3-0

FORMAZIONI: Benevento – Brignoli, Venuti, Letizia, Tosca, Djimsiti, Del Pinto, Brignola (dall’88’ Volpicelli), Djuricic (dall’80’ D’Alessandro), Viola, Iemmello (dal 72′ Guilherme), Diabatè. All. De Zerbi.
Hellas Verona – Silvestri, Ferrari, Caracciolo, Vukovic, Souprayen, Romulo, Buchel, Calvano (dal 27′ Felicioli), Verde, Cerci (dal 67′ Fossati), Valoti (dal 46′ Petkovic).  All. Pecchia.
Arbitro: Doveri di Roma
Reti: Letizia (25′), Diabatè (66′- 84′)
Note:
Ammoniti Del Pinto, Buchel, Letizia, Felicioli. Angolo 9-1 per il Benevento.

Benevento-Verona 3-0
Letizia festeggiato dai compagni dopo il gol.
(Foto Getty)