Mese: Giugno 2020

Il 3 giugno 1924 moriva a Kierling, in Austria, lo scrittore boemo di lingua tedesca Franz Kafka.
Esponente delle correnti letterarie del modernismo e del realismo magico diffuse intorno alla prima metà del Novecento, Kafka è considerato tra le più importanti figure letterarie del XX secolo.
Nei suoi scritti, tra cui, in particolare, “La metamorfosi”, “Il castello”, “Il processo”, tra i più celebri, presenta personaggi in preda all’angoscia esistenziale, caratteristica, questa, che ha indotto molti critici a fare di Kafka uno scrittore esistenzialista.
Gran parte delle sue opere sono state pubblicate postume grazie al suo amico Max Brod che non assecondò la volontà dell’artista di distruggere i suoi manoscritti.
Soprattutto durante il ventesimo secolo i libri di Kafka hanno influenzato il pensiero e lo stile di molti scrittori ed ancora oggi viene usato il termine “kafkiano” proprio per indicare situazioni esistenziali tipiche di quelle descritte dall’Autore nelle sue opere.
Cresciuto a Praga come ebreo di lingua tedesca, Kafka era affascinato dagli ebrei orientali che, a suo avviso, possedevano una spiritualità più intensa rispetto a quelli occidentali; diversi critici hanno visto negli scritti kafkiani un’impronta chiara del suo ebraismo anche se lo scrittore ebbe con questa religione un rapporto controverso definendosi spesso ateo e socialista con una interpretazione personale del concetto di alienazione elaborato da Karl Marx.
Kafka si spense all’età di 41 anni dopo una lunga agonia per complicanze della tubercolosi alla faringe.