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Esoterismo

Allan Kardec e la nascita dello Spiritismo- Parte 4^

Il Libro degli Spiriti

L’attività di ricerca, raccolta, sperimentazione, ed i costanti contatti con numerosi medium lo convincono dell’esistenza di una nuova dimensione composta dalle anime dei defunti.

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L’opera più importante di Kardec “Il Libro degli Spiriti”, pubblicata nel 1857.

E, sollecitato da queste ultime, decide di pubblicare nel 1857 “Il Libro degli Spiriti”, il risultato della classificazione di tutte le categorie dei fenomeni paranormali.     L’opera ottiene subito uno strepitoso successo ed è a questo punto che il professore Lèon Denizard Rivail, che intende rimanere sconosciuto e non mettersi in evidenza, adotta lo pseudonimo celtico di Allan Kardec.

Nell’introduzione allo studio della sua dottrina, Kardec chiarisce subito la differenza tra Spiritualismo e Spiritismo: il primo è l’opposto del Materialismo, il secondo è il rapporto fra gli uomini e gli spiriti.

Un altro decisivo chiarimento lo apporta al concetto di anima la cui definizione, a seconda del significato che le si attribuisce, spiega la distinzione fra Materialismo, Panteismo e Spiritualismo.

Per i materialisti l’anima è il principio della vita materiale organica: essa non esiste indipendentemente dalla materia e finisce con la morte fisica del corpo.

Secondo al visione panteistica, invece, l’anima continua ad esistere dopo la morte ma perde la propria individualità e la propria coscienza dissolvendosi nell’anima universale, cioè in Dio.

Gli spiritualisti considerano l’anima un’entità incorporea, distinta dalla materia, che conserva intatta la coscienza di se stessa anche dopo la fine della vita terrena.

Questa interpretazione spiega i tanti misteri insoluti della scienza cui Kardec rimprovera la scarsa o difettosa osservazione dei fatti: “…Le scienze comuni – dice – si basano sulle proprietà della materia, che si può sperimentare e manipolare a piacimento; i fenomeni spiritici, invece, si fondano sull’azione di intelligenze che hanno la volontà propria e che non dipendono dai nostri capricci…”.