Categories
Il Cammino del Benevento

BENEVENTO, DISASTRO PERFETTO (1-3) – Vergognosa sconfitta casalinga con la Spal che apre le porte alla serie C – Al grido di “Via tutti da Benevento” la tifoseria contesta aspramente i giallorossi – Un fallimento che parte da lontano – Osservato 1′ di raccoglimento per la morte di Ernesto Mazzoni – Prima rete in giallorosso di Foulon –

L’incontro decisivo, quello ritenuto da “ultima spiaggia” per le speranze gia’ di per se’ limitatissime per la salvezza del Benevento, si conclude nel peggiore dei modi: i giallorossi subiscono una sconfitta senza attenuanti ad opera di una Spal scesa in campo con maggiore determinazione ma, soprattutto, con maggiore consapevolezza dell’importanza della posta in palio.
Alle due squadre, vista la posizione in classifica e le poche gare al termine del campionato, non rimanevano alternative alla vittoria, anche un pareggio sarebbe stato inutile.
Percio’, il leit-motiv della contesa era “darci dentro”, con coraggio e grinta. Senza mezzi termini. La Spal l’ha fatto, il Benevento, specie nel secondo tempo, e’ rimasto a guardare e …a leccarsi le ferite.
Legittima la gioia dei ferraresi nonche’ la rabbia della tifoseria locale che a fine partita, mettendo da
parte ogni difesa incondizionata finora espressa,  ha contestato duramente giocatori e societa’ al grido di “Via tutti da Benevento” intonando cori ingiuriosi e volgari al loro indirizzo.
Cercando di ragionare a mente serena, sgombra dalla delusione cocente per il triste epilogo che si profila all’orizzonte, e’ lecito fare una constatazione semplice ed obiettiva: al di la’ delle ingiustizie arbitrali, che sono state tante nel corso del torneo, della malasorte, delle squalifiche e degli infortuni,
la verita’ e’ che, purtroppo, il Benevento si e’ rivelata una compagine meritevole di retrocedere perche’ non all’altezza della categoria nella quale attualmente milita.
Quali le cause ? Un organico debole, composto di nomi altisonanti rivelatisi alla fine mezze cartucce,
frutto di una campagna acquisti-cessioni gestita malissimo, forse “inquinata” da interessi troppo personali, una mancanza di avvedutezza in particolari circostanze nelle quali si sarebbe potuto rimediare, e non lo si e’ fatto, agli errori commessi in passato, una sottovalutazione dei numerosi momenti di appannamento della condizione fisico-atletica dei giocatori. E la lista si potrebbe allungare… Ma non serve a nulla.
L’abbiamo detto piu’ volte e continuiamo a ripeterlo anche dopo la partita odierna: dopo tanti anni di gloria, di successi, di momenti esaltanti, puo’ capitare una flessione, finanche la fine di un ciclo.
E questo i tifosi lo sanno e saprebbero sopportarlo anche se a malincuore.
Cio’ che, pero’, non tollerano e’ la …resa incondizionata che sembra aver pervaso da qualche tempo la loro squadra. I sostenitori, che non sono mai mancati anche nelle trasferte piu’ lontane e nei momenti piu’ bui, sono incolleriti per lo scarso attaccamento alla maglia che hanno riscontrato nel comportamento della gran parte dei giocatori quasi a voler tirare avanti alla men peggio per liberarsi di un peso insopprimibile e ricominciare al piu’ presto altrove un’altra avventura: un atteggiamento, insomma, che cozza violentemente contro una storia quasi centenaria fatta di stimoli onnipresenti, grinta, orgoglio.
Ad aggravare ulteriormente lo stato di scoramento dell’ambiente calcistico beneventano e’ il fatto, non ultimo in ordine di importanza, che la crisi si trascina ormai da qualche anno; l’ha detto molto bene il giornalista Edoardo Porcaro ne ‘Il Sannita” di oggi, distribuito davanti allo stadio: “…E’ da qualche anno a questa parte che si percepisce un’atmosfera di dismissione: una retrocessione in B, la seconda, che si poteva evitare rinforzando meglio la squadra a gennaio; una promozione in A fallita lo scorso anno per non aver fatto determinate scelte; una stagione, quest’ultima, che rischia di essere la piu’ brutta e fallimentare di tutto il periodo vigoritiano…”.
Per quanto riguarda la cronaca della partita di oggi, accenniamo solo alla descrizione delle reti non dopo aver rammentato che prima dell’inizio della gara e’ stato osservato un minuto di raccoglimento per la morte dell’avv. Ernesto Mazzoni, ex stimato dirigente e presidente del Benevento.
Al 33′ passa in vantaggio la Spal con Prati che raccoglie una corta respinta della difesa e dal limite infila Paleari.
Il Benevento pareggia al 38′ grazie a Foulon che con un bolide, deviato leggermente da un difensore, fulmina Alfonso nell’angolino. E’ il primo sigillo del belga con la maglia giallorossa.
Nella ripresa la Spal raddoppia al 6′ approfittando di uno sbandamento generale della retroguardia sannita, Celia infila Paleari da pochi passi.
La rete che spezza definitivamente le speranze di rimonta degli “stregoni” arriva al 22′ con l’ex Moncini che, sportivamente e ricordandosi del passato in giallorosso, non esulta.
IL TABELLINO
BENEVENTO – SPAL  1-3  (1-1)
FORMAZIONI: Benevento-
Paleari, Veseli, Letizia, Tosca, Pastina (dal 57′ La Gumina), Foulon, Improta (dal 57′ Ciano),  Tello, Carfora, Schiattarella (dal 57′ Kubica),  Pettinari (dal 73′ Karic). All. Stellone.
Spal – Alfonso,  Arena, Celia, Meccariello, Dickmann, Contiliano, La Mantia,  Maistro (dal 76′ Tuniov),  Moncini (dal 76′ Rabbi),  Nainggolan (dal 76′ Zanellato), Prati.  All. Oddo.
Arbitro: Fabio Maresca di Napoli
Reti: Prati (33′), Foulon (38′), Celia (51′), Moncini (67′)
Note: Osservato 1′ di raccoglimento per la morte dell’avv. Ernesto Mazzoni, ex presidente del Benevento. Ammoniti: La Mantia (15′), Nainggolan (35′), Carfora (47′), Meccariello (81′). Recupero: 2′ p.t., 5′ s.t.