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EVVIVA IL CALCIO, QUI SIAMO TUTTI FRATELLI!

Stephan El Shaarawy
Stephan El Shaarawy

Eder
Eder

Nel calcio, per fortuna, la xenofobia sembra non attecchire, almeno in riferimento ai colori della propria città o nazione.
Negli anni settanta, ricordo che era un’impresa rinvenire nelle squadre italiane calciatori stranieri; in formazione non potevano essere schierati più di tre stranieri e nelle coppe internazionali vigeva più o meno la stessa regola.
Oggi, la situazione è cambiata anzi invertita: sia nelle squadre di club che nelle nazionali è sempre più massiccia la presenza di stranieri od “oriundi” che dir si voglia in confronto ai “purosangue”.
Facendo una rapida scorsa alle nazioni partecipanti al Campionato Europeo di Francia, ci accorgiamo di quanto sia vera quest’osservazione.
Nella formazione italiana militano Eder e Thiago Motta, nati in Brasile e naturalizzati italiani perchè italiani erano i bisnonni, El Shaarawi, nato a Savona da padre egiziano, Ogbonna, nato a Cassino da genitori nigeriani.
Le altre nazioni non sono da meno.
Il Portogallo presenta solo dieci giocatori su ventitre completamente portoghesi, la nazione ospitante, la Francia, ha tra le sue fila quasi la metà di atleti di provenienza africana, la Svizzera è piena di congolesi, bosniaci, camerunensi, turchi e kosovari : sono solo nove i giocatori nati in Svizzera da genitori svizzeri.
Nella Germania, il difensore Mustafi è di origini albanesi.
Persino l’Austria, paese spesso tacciato di tendenza xenofoba, schiera nigeriani, serbi, ungheresi e un pakistano di nascita, Rubin Okotie.
Nel Belgio gioca Radja Nainggolan, noto alla tifoseria italiana per la sua militanza nella Roma, che ha il papà indonesiano, oltre al giocatore Ciman che ha i nonni veneti.
Insomma, al cospetto del “pianeta calcio” siamo davvero tutti fratelli (“Lo sport affratella” diceva De Coubertin); lo stesso non può dirsi nella società cosiddetta civile.
Perchè tutto questo ? Boh  !

Nainggolan
Nainggolan

Rubin Okotie
Rubin Okotie