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LUCIANO LAMA, INDIMENTICATO SINDACALISTA – Nel 1996 la morte del leader della CGIL –

Il 31 maggio 1996 moriva a Roma Luciano Lama, leader storico della CGIL a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.
Militante socialista, partecipò alla Resistenza come comandante partigiano.
Nel 1946 lasciò il PSI per iscriversi al PCI.
Nel 1947 fu eletto vice segretario nazionale della CGIL, carica che sarà riconfermata  nel Congresso del 1949.
Nel 1958 diresse la FIOM e fu eletto deputato nelle liste del PCI.
Nel 1969 fu costretto a dimettersi dal Parlamento, del quale faceva parte dopo le elezioni del 1963 e del 1968, a seguito della risoluzione congressuale di incompatibilità tra la carica parlamentare e l’azione sindacale.
Nel 1970 fu eletto segretario nazionale della CGIL e vi rimase fino al 1984 contribuendo in maniera determinante alla realizzazione dell’intesa unitaria con CISL e UIL.
Gli anni della sua direzione sindacale furono anni durissimi per gli scontri sociali di classe e per il clima di violenza politica caratteristici della cosiddetta “strategia della tensione” nonchè per  la crescita drammatica della disoccupazione.
Nel 1975 firmò con Gianni Agnelli, allora presidente della Confindustria, l’accordo sul punto unico di contingenza della scala mobile.
Lama era convinto dell’esigenza di una politica di sacrifici da parte dei lavoratori per il risanamento dell’economia italiana: fu questa la “linea dell’Eur“, così come fu definita dopo un’assemblea svolta all’Eur, a Roma, nel 1978. La posizione storica del sindacato sul salario come variabile indipendente fu posta dal leader della CGIL a profonda revisione.
L’anno prima, durante un suo comizio all’Università di Roma, era stato violentemente contestato e fischiato da giovani esponenti della sinistra extraparlamentare e costretto ad abbandonare il palco.
L’episodio fu oggetto di polemiche e dibattiti accesi al’interno della sinistra. Molti criticarono la scelta del PCI e della CGIL di organizzare il comizio finalizzato ad isolare le frange radicali e violente dei gruppi politici extraparlamentari in un clima politico alquanto burrascoso;  Berlinguer si attestò su una linea di criminalizzazione di tutto “il movimento del ’77” accusando gli studenti di “diciannovismo” (periodo successivo alla prima guerra mondiale coincidente con la nascita del fascismo).
Gli anni ottanta furono quelli più travagliati per Luciano Lama che dopo un violento diverbio con Gianni Agnelli per il licenziamento di migliaia di operai operato dalla Fiat, non riuscì ad evitare la rottura dell’unità con CISL e UIL e quella dei socialisti interni al sindacato.
Nel 1986 lasciò la carica di segretario nazionale della CGIL  per dedicarsi alla politica attiva con il PCI contribuendo alla nascita del PDS (Partito Democratico della Sinistra) nel 1991.
Fu rieletto in Parlamento nel 1992 ma alla fine del mandato si dimise per problemi di età e di salute.
Solenni funerali furono celebrati alla sua morte a testimonianza della grandezza della persona.