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Il Cammino del Benevento

BENEVENTO IN CADUTA LIBERA, DERBY ALL’AVELLINO (0-1) – Tre sconfitte nelle ultime quattro partite – Inutile nasconderlo: e’ crisi, di risultato ma anche di gioco – Gli irpini raggiungono il massimo risultato con il minimo sforzo – Infortunio a Pinato, costretto a lasciare il campo gia’ al 19′ – Berra colpisce un palo nella ripresa –

Una sola azione basta all’Avellino per battere un Benevento generoso ma privo di idee.
E’ mancata certamente un po’ di fortuna ai padroni di casa ma invocare la dea bendata non e’ lecito per giustificare una gara condotta in modo disordinato e con schemi approssimativi fondati piu’ sulle sortite di spunti individuali che su manovre corali.
Le avversarie di turno degli “stregoni”, pur denunciando un’inferiorita’ tecnica appaiono sempre dotati di una marcia in piu’ : merito, forse, di maggiori stimoli, di una migliore freschezza atletica, di una piu’ naturale predisposizione al ruolo imposto dalla categoria, basato piu’ sull’agonismo che sui tocchi raffinati.
Tutto questo influisce sicuramente sui risultati finali ma c’e’ un elemento ulteriore che contribuisce, se non addirittura determina, l’involuzione di una formazione che ancora oggi, dopo ben 17 giornate, stenta a collocarsi in classifica nella posizione che merita, per la qualita’ indiscutibile dei suoi uomini e per il prestigio di cui gode grazie ai fasti dell’era Vigorito, messa in ombra, purtroppo, nelle ultime tre stagioni calcistiche dopo anni ed anni di grande splendore.
Quest’elemento e’ la mancanza di una guida autorevole che sappia parlare con i giocatori, capirli, rimproverarli e tirare fuori il meglio di loro stessi impiegandoli nei ruoli e negli schemi pertinenti.
Il progetto sbandierato dalla dirigenza alla vigilia, fondato su un campionato di  transizione per un obiettivo a breve termine di un  riscatto delle deludenti precedenti prestazioni, facendo leva su un allenatore ed un direttore tecnico giovani ed il necessario allontanamento di giocatori disaffezionati alla maglia, e’ di per se’ giusto e legittimo.
Ma evidentemente difetta degli uomini giusti per tracciare tale percorso; a partire dall’allenatore che non riesce a dare un volto alla squadra, priva di un gioco lineare, brillante, ordinato, per finire col direttore tecnico che ha suggerito giocatori non all’altezza del compito prefisso.
Anche la partita di stasera ha evidenziato i limiti grossolani della compagine giallorossa: assenza di bel gioco, scarso affiatamento tra i reparti, lentezza delle manovre, poco coraggio offensivo.
Prima di commettere ulteriori errori e forti delle esperienze di un passato recente, occorre una svolta radicale; lo diciamo senza infingimenti di sorta: allenatore e direttore tecnico vanno sollevati al piu’ presto dall’incarico per ridare nuovo slancio alla squadra ed alla tifoseria e, di conseguenza, c’e’ bisogno di pensare gia’ da stasera al potenziamento della Societa’ con il prossimo mercato invernale.
A questo punto del campionato, dopo la terza sconfitta (tra l’altro contro gli “odiati” cugini avellinesi) nelle ultime quattro partite, non si puo’ attendere ancora: mister Andreoletti ed il dottore Carli, ormai, da tempo non godono piu’ della fiducia dei sostenitori, qualcuno deve prenderne atto e regolarsi per l’effetto.
E’ vero che  l’Avellino ha beffato il Benevento guadagnando il massimo profitto con il minimo sforzo perche’, grazie anche ad una leggerezza di Karic (stasera il peggiore in campo) ha realizzato la rete decisiva con Patierno al 41′ nell’unica azione d’attacco degna di nota, e’ vero che nella ripresa si e’ giocato ad una sola porta, quella degli irpini, e’ vero che Berra ha colpito un palo a portiere battuto a venti minuti dalla fine ma e’ anche vero che il gioco espresso dai beneventani non e’ stato spettacolare, che gli attaccanti hanno sciupato parecchie occasioni, che l’allenatore ha sbagliato i cambi avvicendando Agazzi e Ferrante nel momento migliore della squadra per fare posto ad elementi che non hanno per niente inciso sull’andamento della gara.
La delusione per l’epilogo finale e’ stata davvero tanta e la Curva Sud l’ha manifestata apertamente fischiando sonoramente i giocatori che al triplice fischio finale dell’arbitro (a proposito, a dir poco fallimentare la sua direzione di gara!), s’erano avviati verso il settore speranzosi (chissa’ perche’ e per come…) di ricevere applausi.
La scena teste’ descritta faceva da cocente contraltare a quella dei giocatori irpini che si recavano presso il settore degli ospiti che gli tributavano entusiastici sventolii di bandiere; anche qui e’ necessario rilevare una nota dolente: i tifosi avellinesi, accorsi in massa al “Vigorito”, con i loro cori e la loro vigoria spesso hanno sopraffatto e coperto gli incitamenti dei loro tradizionali rivali, pur meritando biasimi per il loro comportamento antisportivo per il lancio di petardi in campo, una circostanza, quest’ultima, alquanto incredibile che mette in cattiva luce le capacita’ di vigilanza delle forze dell’ordine le quali, per la verita’, non si sono risparmiate per l’ispezione di zaini, borse e quant’altro dei tifosi beneventani…
Non proseguiamo oltre, questa e’ stata una serata sportiva da dimenticare al piu’ presto con l’augurio di una profonda e seria riflessione da chi di dovere.
IL TABELLINO
BENEVENTO – AVELLINO  0-1  (0-1)
FORMAZIONI:
Benevento:
Paleari, El Kouakibi, Terranova (dal 75′ Ciano), Berra, Improta, Masciangelo, Karic (dal 61′ Talia), Pinato (dal 19′ Tello), Marotta, Agazzi (dal 75′ Bolsius), Ferrante (dal 75′ Sorrentino).
All. Andreoletti.
Avellino: Ghidotti, Cancellotti, Rigione, Cionek, Ricciardi (dal 74′ Benedetti), D’Angelo (dal 74′ Casarini), Palmiero (dal 78′ Pezzella), Armellino, Tito (dal 64′ Falbo), Patierno, Gori (dal 74′ Sgarbi).
All. Pazienza.
Arbitro: Arena di Torre del Greco
Rete: Patierno (41′)
Note: Infortunio a Pinato al 19′ p.t. Ammoniti Cionek, Improta, Tello, Ghidotti, Patierno. Recupero: 5′ nel p.t. e 5′ nel s.t.
    Benevento – Avellino 0-1. La gioia di Patierno dopo il gol.