Esattamente tre anni fa moriva Derek Walcott (1930-2017), considerato il più grande poeta e drammaturgo delle Indie Occidentali.
Il pensiero di Walcott, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1992, è tutto racchiuso nella concezione della Poesia come mezzo per scoprire l’Innocenza Essenziale, la gioia che scaturisce al di fuori dell’essere.
In questo quadro, si intuisce la sua ammirazione per il poeta inglese William Blake che nelle sue liriche esaltava lo stato d’innocenza dei bambini la cui felicità è legata al divino e non alla vita terrena.
In una sua raccolta, “White Egrets” (Egrette Bianche), pubblicata in America nel 2010, è contenuta una delle sue poesie più famose, “Amore dopo amore”, nella quale parla della solitudine dell’uomo che per cercare novità e sperimentazioni si distacca dalla sua persona ed il Poeta auspica un recupero di se stesso attraverso una riflessione coscienziale.
Eccone il testo:
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro
e dirà:Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa:la tua vita è in tavola.