Categories
Politica

FESTA DELLA LIBERAZIONE, ANNIVERSARIO DELLA RESISTENZA – Perchè non può essere una commemorazione di tutte le guerre –

Il 25 aprile 1945 le insurrezioni partigiane pongono fine all’occupazione nazifascista, i tedeschi lasciano l’ Italia. Tale evento viene ricordato ogni anno dalla Festa della Liberazione.
Quest’anno a causa del coronavirus la festa viene celebrata in tono minore: niente cortei, niente comizi, niente bandiere a commemorare i caduti della Resistenza che hanno sacrificato la loro vita per dare alla nazione un futuro di pace e di libertà.
Lo slancio ideale, però, ed il messaggio universale che viene raccolto da tutte le energie democratiche del Paese in ricordo di una vittoria contro gli orrendi crimini nazifascisti rimane e deve rimanere perchè la Festa della Liberazione è una Festa particolare che non deve essere confusa con altre ricorrenze che pure meritano rispetto.
E’ questo il senso del rigetto della proposta formulata dal vice-presidente del Senato, Ignazio La Russa, uomo di destra, di celebrare con il 25 aprile la commemorazione dei caduti di tutte le guerre, comprese le vittime del coronavirus.
Ha detto bene lo scrittore Corrado Augias nel corso di una trasmissione televisiva:” Per questo c’è il 4 novembre. Il 25 aprile è un altro tipo di festa”.
Il senso politico di quest’affermazione è chiaro: la liberazione dall’occupazione nazifascista è stata la premessa fondamentale della nascita della Costituzione Repubblicana, la stessa Costituzione che garantisce tutti, anche se da svariati anni è in corso un suo ingiustificato smantellamento con la soppressione di punti fondamentali ispirati dalle lotte partigiane.
Il 25 aprile, dunque, non dev’essere intorbidata e confusa con altre feste perchè, come ha giustamente affermato Andrea Scanzi, i partigiani “combattevano per la libertà, gli altri per restaurare una delle dittature più nefaste che ci sia mai stata nel Novecento e nella storia più in generale dell’umanità…”.