Il sole bolliva.
Tu, giovane e bello,
ti lasciavi accarezzare
nel silenzio duro e implacabile.
Il vento dormiva.
Forse per non disturbare
il tuo sonno agitato.
In quel petto fluiva la vita,
Tutt’intorno era il nulla:
lacrime, quadretti, farmaci impietosi.
Il cielo era assente.
Io giocavo con i tuoi capelli
mentre lo sguardo correva lontano
impigliandosi nei ricordi infantili.
L’estate filtrava dai buchi della serranda,
non capiva di essere forestiera.