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ANTONIO GRAMSCI, FIGURA DI SPICCO DEL PENSIERO POLITICO E FILOSOFICO ITALIANO – Nel 1937 la scomparsa del grande pensatore comunista –

Il 27 aprile 1937 moriva a Roma Antonio Gramsci, uno dei più grandi pensatori del XX secolo.
Tra i fondatori del Partito Comunista Italiano nel 1921, del quale divenne Segretario Nazionale dal 1924 al 1927, a causa delle sue idee fu incarcerato dal regime fascista nel 1926 ottenendo la libertà condizionata nel 1934 in seguito al deterioramento delle condizioni di salute.
Nei suoi scritti, ispirati alla tradizione filosofica marxista, elaborò analisi originali della società italiana sviluppando concetti fondamentali quali quello di egemonia in base al quale le classi dominanti impongono i propri valori al fine di gestire il potere basato su un senso comune condiviso anche dai ceti subalterni.
Approfondendo i suoi studi sulla questione meridionale, affermò la necessità di una rottura del blocco agrario, formato dall’alleanza della borghesia con i contadini, con lo spostamento di questi ultimi in una unione con la classe operaia.
Le sue opere, tra le quali “Lettere dal carcere” e “Quaderni dal carcere“, ancora oggi sono lette e discusse da una grande massa di persone influenzando, tra l’altro, il pensiero di molti intellettuali italiani e stranieri.