L’ora nostra
Sai un’ora del giorno che più bella sia della sera ?
Tanto più bella e meno amata ?
E’ quella che di poco i suoi sacri ozi precede;
l’ora che intensa è l’opera,
e si vede la gente mareggiare nelle strade;
sulle moli quadrate delle case
una luna sfumata,
una che appena discerni nell’aria serena.
E’ l’ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara città,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d’aspetti in sua bella unità;
l’ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, l’artiere in cima all’alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell’atto, tutto questo andare
ha una parvenza d’immobilità.
E’ l’ora grande, l’ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante età.
di Umberto Saba
Il tempo è concepito dal poeta come un conforto allo sfiorire della prima giovinezza, quasi a voler consolare il trascorrere degli anni.