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PIRAMIDI: FONTI DI ENERGIA ?

Secondo lo studioso Fabio Garuti le piramidi di Teotihuacan (Messico), Giza (Egitto) e Xian (Cina) costituivano nell’antichità delle vere e proprie fonti di energia.
Edificati secondo lo schema e le proporzioni delle tre stelle della cosiddetta Cintura di Orione e realizzati su un’unica Linea Planetaria, i tre siti piramidali sarebbero frutto dell’intelligenza di un’antichissima civiltà, ancora più antica di Egizi e Maya, che si sarebbe estinta, scappata dal pianeta Terra o autodistruttasi senza lasciare traccia al di fuori dei citati colossi energetici.
Partendo da una critica dell’archeologia tradizionale, accusata di rifiutarsi di guardare oltre e di accettare determinate verità ormai dimostrate, l’Autore (“La preistoria atomica lungo la linea di Orione” – Anguana Edizioni -) espone delle prove a sostegno della sua teoria basate soprattutto su documentazioni reperite, reperti, confronti ed analisi comparative con tecnologie attualmente disponibili.
Molto probabilmente, sostiene Garuti, alla luce delle nostre scoperte tecnologiche dell’ultimo secolo, siamo noi ad aver imitato la tecnologia avanzata di quest’antica civiltà e non viceversa.  Ecco gli esempi:
Lampadine a filamento interno lungo e corto.  Siamo a conoscenza di immagini di lampadine a filamento lungo provenienti da un bassorilievo ritrovato a Dendera (Egitto) e di lampadine a filamento corto tratte da un antico Codice Azteco e Maya del 1500 a.C. molto simili a quelle inventate ( o re-inventate) nel 1869.
Centrali atomiche di tipo CANDU.   Materiali isolanti, quali mica e feldspati, reperiti a Teotihuacan, utilizzati ancora oggi come moderatori nelle reazioni nucleari, schemi interni delle piramidi di Giza, ricostruzione del famoso ZED che sembra proprio la colonna di sostegno ai vari settori al cui interno  venivano inserite le barre di uranio naturale non arricchito, dimostrano che la costruzione delle centrali CANDU (in Canada ed in Italia sopratttto) sono state edificate negli anni ’50 ad imitazione delle grandi piramidi.
La pianta del mais.   La pianta del mais non può riprodursi naturalmente perchè i suoi semi restano attaccati al tutolo della pannocchia e perchè sono racchiusi in foglie che li mantengono ancor più saldamente attaccati ad essa. Il mais, quindi, è una pianta artificiale  che per riprodursi ha bisogno dell’intervento umano: se i semi non venissero staccati per mano dell’uomo marcirebbero. Evidentemente, mutazioni bio-genetiche ottenute mediante esposizione controllata a radiazioni nucleari  in virtù di una elevatissima tecnologia preistorica  ha fatto sì che il mais non si estinguesse nel corso dei millenni.
Raffigurazioni di elicotteri e altre macchine.   Nel tempio di Seti I ad Abydos, in Egitto, è venuto alla luce, nascosto da un intonaco di età successiva, un ulteriore vecchissimo intonaco raffigurante, tra altri complessi macchinari, un bellissimo esemplare di elicottero, simile agli elicotteri a portellone centrale usati oggi dall’esercito.
Fabio Garuti conclude la propria pubblicazione citando un proverbio arabo:
“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”.