Tre azzurre ai primi tre posti: una vittoria storica alle Paralimpiadi di Tokyo, in svolgimento dal 24 agosto, conquistata dall’Italia nei 100 metri categoria T63 (quelli che competono con protesi a un arto).
Medaglia d’oro ad Ambra Sabatini che realizza anche il record del mondo con 14″ 11, argento a Martina Caironi e bronzo a Monica Graziana Contrafatto.
E’ un mondo sommerso, quello dei diversamente abili, dimenticato dalla stampa e dalle istituzioni ed illuminato solo in occasione di manifestazioni internazionali come le Paralimpiadi.
Eppure dietro la loro partecipazione c’è uno spirito di abnegazione e di sacrificio forse anche superiore a quello degli atleti cosiddetti “normali” perchè devono sconfiggere le barriere architettoniche, gli ostacoli fisici e psichici, l’isolamento sociale in cui versano.
E per farlo sono spesso costretti ad organizzarsi in proprio e ad essere supportati dai loro genitori.
Ma anche per loro arriva il successo anche se non coincide con la vittoria.
Loro, la medaglia la conquistano nel sociale, con la voglia di riscatto dopo un evento sfortunato. Attraverso lo sport.