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VERTICE EUROPEO: IL GOVERNO ITALIANO CANTA VITTORIA MA NON E’ PROPRIO COSI’ –

Il tanto atteso vertice dei leaders europei è terminato: il PD ed il M5S sono soddisfatti dell’esito e lo considerano un traguardo importante raggiunto grazie agli sforzi di Conte e Di Maio.
In realtà, non è propriamente così e sono diversi i punti che fanno pensare ad un altro “flop” del governo italiano sul piano europeo.
Alla crisi senza precedenti per la pandemia del coronavirus, alcuni tra i Paesi più colpiti, ed in particolare Italia, Francia e Spagna, si aspettavano dall’Unione Europea quella solidarietà e convergenza da tempo invocata e, finora, mai concretamente dimostrata.
L’accordo sul “Recovery Fund” raggiunto dal Consiglio Europeo ovvero il fondo per la ripresa economica, infatti, al di là del carattere della straordinarietà e dell’urgenza sul quale Conte e compagni insistono in maniera propagandistica per sottolinearne il valore, contiene pù ombre che luci.
Innanzitutto, è scontato rilevare che il piano di stanziamenti elaborato, poco più di 500 miliardi di euro per tutto il continente europeo, è davvero una misera cosa rispetto a quanto si vociferava alla vigilia e cioè 2.000 miliardi (ma anche quest’ultima cifra, spalmata su tutto il territorio europeo, sarebbe stata di per sè insufficiente per il rilancio dell’economia dopo i disastri del virus).
Ma, quel che è peggio, nel piano c’è anche il famigerato MES, il tanto temuto Meccanismo Europeo di Stabilità, cioè il cosiddetto “fondo salva-Stati” che prevede finanziamenti sotto forma di prestiti da restituire e non a fondo perduto, con l’effetto che fra non molto i cittadini italiani per poter restituire il prestito saranno chiamati ad ulteriori esborsi sotto forma di tasse e quant’altro.
Sulla natura  del MES, se a fondo perduto o da restituire, il punto non è chiaro ma considerando la posizione di Germania, Olanda ed Austria siamo pur certi che sarà questo secondo aspetto a prevalere.
Il Consiglio ha delegato la Commissione Europea per la stesura del piano nei dettagli precisando che ci sarà un nuovo vertice entro il 6 maggio ove, probabilmente, sarà reso noto quanto elaborato.
La delega conferita alla Commissione ha tutta l’aria di un tentativo per guadagnare tempo anche perchè dal prossimo mese di luglio la Presidenza dell’UE spetterà alla Germania che dovrà fissare i tempi di calendarizzazione delle riunioni e già la Merkel ha fatto sapere che i prossimi finanziamenti dovranno essere inseriti nel bilancio dell’anno prossimo. C’è il rischio, quindi, che i fondi, sia pur nella loro striminzita misura, potrebbero arrivare a distanza di mesi e non subito come richiede la necessità e l’urgenza. Staremo comunque a vedere.
In questo quadro, appare chiaro che l’unica, vera soluzione al problema del rilancio dell’economia in Europa per fronteggiare la spaventosa crisi generata dalla pandemia è quella di ricorrere alla Banca Centrale Europea che DEVE stampare miliardi e miliardi di euro da regalare agli Stati Europei, in particolare a quelli più colpiti, così come la Federal Reserve americana sta facendo da qualche settimana.
E’ una misura che nessun trattato europeo vieta e che non provocherebbe un’impennata dell’inflazione (il “Quantitative Easing” fatto qualche anno fa ha mica creato qualche problema inflattivo? Per chi non lo sapesse, il quantitative easing è l’acquisto da parte della BCE di titoli finalizzato all’aumento del denaro in circolazione).
Per convincere la Germania ed i suoi alleati forti in questo momento (Austria, Olanda, Svezia) ad adottare questa misura occorre coraggio e personalità, attribuiti che finora sono mancati ai nostri governanti.