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VENTO DI ANTIMERIDIONALISMO – Feltri è solo la punta dell’iceberg – Categorie di giornalisti –

In Italia,da qualche giorno, il vento di antimeridionalismo che da tempo, purtroppo, spira con forza, sta assumento una pericolosa e preoccupante impetuosità che rischia di assestare brutti colpi alla martoriata democrazia del Nostro Paese.
Sono note le deliranti elucubrazioni del direttore del quotidiano “Libero“, Vittorio Feltri, non nuovo, per la verità, a queste performances razziste, che finalmente sono state oggetto di forti critiche, com’era doveroso, da parte di autorevoli esponenti della politica e del giornalismo.
Feltri in una nota trasmissione televisiva condotta da Mario Giordano ha affermato con sconvolgente e disarmante naturalezza e spudoratezza che i meridionali in molte cose sono inferiori, sprezzante, vieppiù, delle sollecitazioni del conduttore ad abbassare i toni. Lo stesso Feltri, poi, successivamente ha cercato di …salvarsi in calcio d’angolo con un commento su “Twitter” sul quale ha affermato che le sue parole sono state travisate strumentalmente e che intendeva riferirsi al divario economico tra Nord e Sud (sic!).
Dapprima il Presidente Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, tra l’altro napoletano, poi Sandro Ruotolo con la querela sporta, hanno stigmatizzato  lo squallido comportamento di Feltri.
Da segnalare anche la netta presa di posizione del sindaco di Napoli, De Magistris, che gli ha dedicato ironicamente le ultime parole di una famosa canzone di Pino Daniele, e di Barbara Lezzi, ex ministro, che si è scagliata contro il giornale di Feltri, reo di permettere articoli di Pietro Senaldi, anch’egli dichiaratamente antimeridionalista.
Già, Pietro Senaldi, che lo scorso 19 aprile durante la trasmissione televisiva “Stasera Italia” su Rete 4 aveva affermato:”Al Sud stanno comodamente a casa magari con il Reddito di Cittadinanza, mentre al Nord produttivo c’è il vero Paese che deve reagire” (al coronavirus, n.d.a.).
E poi ancora:”Sud menefreghista e lavativo”.
Senaldi è lo stesso che nel luglio del 2019, a proposito del dibattito sulle autonomie regionali, affermò che “…i veneti hanno un ceppo diverso da quello italiano. La faccia di Zaia non la trovi in Calabria”, precisando che la diversità dei veneti la si riscontra anche nelle sembianze fisiche rispetto ai meridionali.
In tale dibattito, era intervenuta anche la giornalista Maria Giovanna Maglie, veneziana, che aveva dichiarato:”Il Sud non può chiedere di succhiare il sangue a nessuno, è ora di farla finita”.
E non finisce qui. Il 16 aprile scorso, un’inviata a Napoli della trasmissione televisiva “Agorà” di Rai 2 era stata costretta, con evidente imbarazzo e dispiacere,a dichiarare che i napoletani stavano rispettando le regole anti-coronavirus e, quindi, così come aveva prontamente sottolineato in un vibrante intervento Flavia Sorrentino dello sportello “Difendi la città” del Comune partenopeo, non aveva potuto”…cogliere in flagranza di inciviltà i napoletani…”, in ciò constatando ancora una volta “quanto sia interiorizzato il preconcetto culturale verso di noi..”.
Anche un medico dell’ospedale “San Paolo” di Napoli, del quale mi sfugge il nome, aveva brillantemente segnalato il caso invitando il format televisivo a passeggiare per le vie di Milano per rendersi conto della misura di rispetto delle regole.
A proposito di Milano, a fare compagnia a tale miserevole schiera di nemici giurati del sud, ci pensava giorni fa anche Giulio Gallera, assessore al welfare della regione Lombardia, che in un’intervista su “Libero” osava affermare che Milano aveva salvato il Sud dal contagio del virus dimenticando che il 7 marzo scorso ci fu una corsa sfrenata verso il Sud dalle regioni settentrionali dopo la fuga di notizie circa un imminente decreto governativo che imponeva la chiusura della Lombardia per frenare l’ondata di contagi.
Insomma, Vittorio Feltri è certamente il più famoso ed autorevole esponente della fitta schiera di giornalisti antimeridionali ma è solo la punta di un iceberg.
Non so se il processo di arteriosclerosi è galoppante nel caso di Feltri e, a tale proposito, oso lanciare una mia impressione, molto personale, per la verità: ci sono persone che nel corso della loro esistenza hanno sempre avuto nel loro Dna un aspetto umano preponderante che sono sempre riuscite a tenerlo latente ma che con l’avvicinarsi della senilità lo rendono manifesto in tutta la loro crudezza come se venissero meno dei freni inibitori, cioè come se si sentissero liberi da tutto e da tutti dall’alto di una loro paventata superiorità derivata dalla loro maturità, scambiando magari quest’ultima per saggezza ma che è invece nient’altro che becera vanagloria.
Per finire, ci sono a mio avviso diverse categorie di giornalisti; 1)- quelli onesti ed intelligenti che non si piegano alle volontà dei loro direttori ed editori ed esprimono liberamente il proprio pensiero;
2)- quelli simili al precedente capo con l’unica differenza che non sono molto intelligenti;
3)- quelli disonesti e asserviti al potere sapendo che è l’unico calcolo che possono fare in virtù della loro pochezza intellettuale e morale;
4)- quelli simili al precedente capo 3) ma che sono capaci ed intelligenti ed in grado di portare avanti il malefico disegno dei loro potenti di turno.
Questa maniacale classificazione lascio a Voi lettori di giudicarla con l’invito alla collocazione relativa.

Nella foto. Vittorio Feltri