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Letteratura Universale

CARLO EMILIO GADDA, ROMANZIERE INNOVATORE – Nel 1973 la morte dello scrittore –

Il 21 maggio 1973 muore a Roma, all’età di 80 anni, Carlo Emilio Gadda.
Interventista volontario nella prima guerra mondiale, Gadda aveva aderito al fascismo nel 1921 dopo la laurea conseguita l’anno precedente in Ingegneria Elettrotecnica.
I suoi primi scritti risalgono agli anni Venti ma è negli anni Quaranta che decide di abbandonare la professione di ingegnere e dedicarsi completamente alla letteratura.
Nel 1944 dà alle stampe il volume”Adalgisa“, una raccolta di racconti con i quali ironizza sull’ambiente borghese milanese.
Trasferitosi a Roma, dal 1950 al 1955 lavora presso la Rai occupandosi di programmi culturali.
Durante questo periodo Gadda si impone all’attenzione del grande pubblico meritando il Premio Viareggio nel 1953 con il libro “Novelle del ducato in fiamme”, un’ironica rappresentazione dell’ultimo periodo del fascismo che lo ha profondamente deluso.
Nel 1957 pubblica la sua opera più famosa, “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana“, un romanzo giallo ambientato nel fascismo.
Lo stile di Gadda è originale ed innovatore, caratterizzato da un impasto di dialetti e termini gergali che stravolgono le tradizionali strutture del romanzo.
Il rapporto di ostilità col fascismo si manifesta ancora di più nel 1967 con il romanzo-saggio “Eros e Priapo: da furore a cenere“, un quadretto divertente ed amaro contro Benito Mussolini ed il suo regime.
Dopo la sua morte verranno pubblicati alcuni romanzi scritti nei primi anni della sua attività letteraria.

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Politica

LO STATUTO DEI LAVORATORI, UNA FATICOSA CONQUISTA DEMOCRATICA – Nel 1970 venne promulgata la legge che disciplinava una materia maltrattata dal regime fascista –

Il 20 maggio 1970 viene promulgata la Legge n. 300 più comunemente nota come “Statuto dei lavoratori“.
La legge dà una sistematica regolamentazione ad un mondo, quello del lavoro, fino a quel momento disciplinato principalmente dal codice civile fascista del 1942 con una normativa scarna e priva di adeguate misure di tutela delle condizioni dei lavoratori.
Il suo excursus storico è molto travagliato perchè gli scontri, a volte violenti, tra lavoratori e classi imprenditoriali mettono in risalto le contrapposte esigenze tra il padronato che vuole conservare la propria posizione di potere e la classe lavoratrice che esige condizioni più confacenti al nuovo clima democratico affermatosi nell’Italia del dopoguerra.
Il fenomeno della trasformazione del lavoro negli anni ’50 e ’60, da rurale in industriale, con il notevole flusso migratorio verso l’estero ed il settentrione d’Italia, genera lo svuotamento delle campagne, anche in virtù degli accresciuti costi di produzione in agricoltura, e l’assorbimento di masse di braccianti agricoli nelle nascenti industrie.
Il nuovo scenario del  mondo del lavoro porta anche l’affiorare di sperequazioni in favore dei datori di lavoro che non sono ovviamente gradite ai dipendenti.
Grazie alle organizzazioni sindacali più rappresentative, CGIL, CISL e UIL, e, soprattutto, a Giuseppe Di Vittorio, leader della CGIL e della Federazione Sindacale Mondiale, che nel 1952 si pronuncia apertamente per una legge quadro che riformuli l’intera materia, nel 1955 il Parlamento italiano decide di aprire un’inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche.
Sfruttamento, orario di lavoro, sicurezza, salario vengono subito in evidenza e le lotte politiche diventano sempre più forti per imporre al sistema democratico italiano un radicale cambiamento di rotta nel mondo del lavoro.
La nuova legge, quindi, diventa un’esigenza insopprimibile della democrazia e si configura come una conquista dei lavoratori.
In Parlamento viene votata con l’astensione, tra gli altri, del PCI motivata dall’esistenza di lacune che lasciano ancora molte armi al padronato.
Dopo gli anni novanta, lo Statuto dei lavoratori viene sottoposto a continui attacchi di forze politiche interessate alla sua revisione su punti importanti: oltre a tre referendum abrogativi anche la Corte Costituzionale è costretta ad intervenire.
Nell’aprile 2016 la CGIL inizia una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare verso una Carta dei Diritti del Lavoro universale.

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Cronaca

LA STRAGE DEL TURCHINO – Nel 1944 le SS tedesche trucidarono 59 civili –

Nelle prime ore del mattino del 19 maggio 1944 le SS tedesche prelevano dal carcere genovese di Marassi 59 prigionieri politici italiani e li conducono lungo il Passo del Turchino.
Giunti in località Fontanafredda, sulle pendici del Bric Busa, li fanno salire su delle tavole disposte sopra una grande fossa e a gruppi di sei li uccidono con scariche di mitra.
Molte delle vittime sono giovanissimi, meno che ventenni.
L’eccidio viene eseguito per rappresaglia contro un attentato compiuto quattro giorni prima da un gap nel quale erano rimasti uccisi quattro marinai tedeschi.

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Letteratura Universale

BERTRAND RUSSELL, FILOSOFO E MATEMATICO PACIFISTA – Nel 1872 nasceva il fondatore della logica matematica –

Il 18 maggio 1872 nasceva Bertrand Russell, filosofo, matematico e saggista britannico.
Nato da una delle più potenti famiglie aristocratiche inglesi, Russell ebbe un’infanzia ed un’adolescenza difficili a causa dell’oppressiva educazione puritana cui fu sottoposto.
Appassionato di matematica prima e di filosofia dopo, nel 1908 ebbe una cattedra di filosofia e logica presso l’Università di Cambridge dalla quale fu, però, allontanato nel 1916 dopo aver pubblicato l’opera “Principi di riforma sociale” nella quale aveva espresso le sue idee pacifiste che gli costarono, due anni dopo, sei mesi di carcere per la pubblicazione di un articolo pacifista.
Durante la detenzione, scrisse “L’introduzione alla filosofia matematica“.
Nel 1950 fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura.
Negli anni precedenti alla morte, avvenuta nel 1970 all’età di 98 anni, si distinse nel campo della morale e dell’etica prendendo posizione contro le armi nucleari e la guerra americana in Vietnam.
Il nome di Russell è legato ad alcune teorie nella logica matematica, nella filosofia del linguaggio e nella critica alle filosofie totalitarie.
Il suo pensiero politico e filosofico ha influenzato, tra i tanti,  Richard Dawkins e Piergiorgio Odifreddi in campo religioso (Russell si definiva agnostico ed ateo) nonchè Noam Chomsky per le sue concezioni pacifiste.

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Politica

L’OMICIDIO DEL COMMISSARIO CALABRESI – Nel 1972 l’uccisione da parte di esponenti di Lotta Continua –

Il 17 maggio 1972, alle ore 9,15 nei pressi della sua abitazione di Milano, viene ucciso il commissario di polizia Luigi Calabresi.
Il funzionario della Questura di Milano era stato indicato da forze extraparlamentari di sinistra oltre che da intellettuali e giornalisti di sinistra come il principale responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dalla finestra dell’ufficio del commissario Calabresi durante l’interrogatorio per la strage di Piazza Fontana, avvenuta a Milano il 12 dicembre 1969.
Secondo la versione data dalla Questura l’anarchico si era suicidato ma molti propendevano per la tesi che Pinelli era stato gettato giù dalla finestra.
Le indagini della magistratura, condotte dal giudice Gerardo D’Ambrosio, culmineranno nel 1975 nella sentenza di assoluzione per Calabresi che affermerà la morte come “accidentale” concludendo che il commissario di polizia non era neanche presente in ufficio al momento dell’evento tragico.
Nel 1988 Leonardo Marino, ex militante di Lotta Continua, pentendosi confesserà di aver partecipato insieme ad Ovidio Bompressi all’assassinio del commissario indicando come mandanti del delitto Giorgio Pietrostefani ed Adriano Sofri, anch’essi ex militanti di Lotta Continua.

Il commissario Calabresi

Leonardo Marino sarà condannato ad 11 anni di carcere (pena poi prescritta per le attenuanti generiche) mentre Bompressi, Pietrostefani e Sofri a 22 anni.

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Spettacolo

AUGURI, FIORELLO! – Compie oggi 60 anni il comico siciliano –

Il 16 maggio 1960 nasceva a Catania Rosario Tindaro Fiorello, noto comico, showman e presentatore televisivo.
Primo di quattro fratelli, Fiorello ha svolto, fin da giovanissimo, numerosi mestieri – idraulico, falegname, muratore – prima di gestire una radio privata e fare l’animatore in villaggi turistici sia in Italia che all’estero dove metteva in luce le sue qualità di imitatore, cantante ed intrattenitore.
Nel 1986, su proposta di Gino Landi, Pippo Baudo lo bocciava in un provino a Roma per il suo programma “Fantastico”.
Nel 1988 veniva notato da Claudio Cecchetto che intuendo le grosse capacità di Fiorello gli affidava un programma a Radio Deejay dove, in coppia con Marco Baldini, acquistava sempre più popolarità.
Agli inizi degli anni Novanta faceva il suo ingresso in televisione  e, nel 1993, conduceva il Festivalbar e riceveva 2 Telegatti.
Nel 1995 debuttava al Festival di Sanremo con la canzone “Finalmente tu” che si piazzava al 5° posto.
Dopo un periodo nero che lo portava lontano dal mondo dello spettacolo  per problemi di droga, tornava in TV .
Da allora è un susseguirsi di successi e popolarità.

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Pagine di Sport

INIZIO’ CON LA FRANCIA LA STRAORDINARIA AVVENTURA DELLA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO – Nel 1910 l’esordio assoluto contro i transalpini –

Il 15 maggio 1910 si disputò la prima partita della Nazionale Italiana di Calcio.
L’esordio assoluto avvenne all’Arena Civica di Milano contro la Francia che fu battuta con il punteggio di 6 a 2.
Per l’occasione l’Italia indossò la maglia bianca per la mancanza di un accordo sul colore della divisa ufficiale sostituita il 6 gennaio 1911 durante una partita amichevole con l’Ungheria con quella blu (colore dello stendardo della casa reale dei Savoia).
La decisione di costituire una squadra nazionale italiana fu opera di Luigi Bosisio, presidente della FIGC, nata ufficialmente il 16 marzo 1898 a Torino.
La selezione dei giocatori da mandare in campo fu affidata ad una commissione tecnica della quale fece parte anche Umberto Meazza, designato come primo allenatore della squadra.
La formazione italiana, in quella partita di esordio, fu la seguente: De Simoni, Calì (capitano), Varisco, Capello, Fossati, Trerè, Debernardi, Rizzi, Cevenini, Lana, Boiocchi.
La direzione arbitrale fu affidata all’arbitro inglese Goodley.
Questa la successione delle reti: Lana (13′), Fossati (20′), Bellocq (49′), Lana (59′),  Ducret (62′), Rizzi (66′), Debernardi (82′), Lana (89′).

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Musica

FRANK SINATRA, LA VOCE – Nel 1998 ci lasciava il grande cantante ed attore americano di origine italiana –

Il 14 maggio 1998 moriva, all’età di 83 anni, il cantante ed attore americano Frank Sinatra.
Era soprannominato “The Voice” (“La Voce”) perchè ritenuto la più grande voce del XX secolo da molti critici musicali.
Nel corso della sua lunga attività artistica, durata circa 60 anni, aveva venduto centinaia di milioni di dischi e vinto, tra gli altri,  3 Premi Oscar, 2 Golden Globe e 21 Grammy Awards.
Tra i tanti riconoscimenti, nel 1997 era stato insignito della Medaglia d’Oro del Congresso, la più alta onorificenza assegnata dagli Stati Uniti d’America.
Aveva recitato in molti film accanto a Gene Kelly che gli aveva insegnato a ballare e in molte commedie musicali.
Nel 1953 aveva vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista nel ruolo di Maggio nel film “Da qui all’eternità” del regista Fred Zinnemann.
Con lui scompariva un’ immortale leggenda vivente.

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Cronaca

L’ATTENTATO A PAPA WOJTYLA – Nel 1981 Alì Agca tentò di assassinare il Sommo Pontefice –

Il 13 maggio 1981 il terrorista turco Mehmet Alì Agca sparò a papa Giovanni Paolo II pochi minuti dopo l’ingresso del Sommo Pontefice in piazza San Pietro, a Roma, per l’udienza generale.
Subito dopo l’attentato, Agca cercò di scappare ma fu fermato ed arrestato.
Militante di un’organizzazione terroristica di estrema destra, Alì Agca era già noto alla polizia internazionale per aver partecipato all’omicidio di un giornalista turco nel 1979 per il quale fu condannato ma riuscì ad evadere dal carcere di massima sicurezza facendo perdere le proprie tracce.
Papa Wojtyla fu sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e si salvò mentre il suo attentatore fu condannato all’ergastolo.
Nel corso degli anni, tra concessioni di grazia e riduzioni di pena, fu estradato in Turchia per il delitto del giornalista e cambiò diverse volte le versioni circa lo scopo dell’attentato nonchè i mandanti dello stesso quali il servizio segreto bulgaro e l’ayatollah Khomeyni.
Memorabile fu l’incontro che Papa Wojtyla volle tenere con il suo attentatore il 27 dicembre 1983 nel carcere romano di Rebibbia: il Pontefice lo perdonò ed ebbe da solo con lui una lunga conversazione il cui contenuto, però, è rimasto finora sconosciuto.                                                        27.12.1983. Papa Wojtyla fà visita
ad Alì Agca in carcere.

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Politica

GIORGIANA MASI E IL MISTERO SULL’ASSASSINO – La studentessa fu uccisa durante una manifestazione nel 1977 –

Il 12 maggio 1977, durante una manifestazione sull’anniversario della legge sul divorzio, organizzata a Roma dai radicali con il supporto degli extraparlamentari di sinistra, un colpo di pistola colpì mortalmente Giorgiana Masi, studentessa diciannovenne vicina agli ambienti di Autonomia Operaia.
La manifestazione era stata vietata dal ministro dell’Interno Francesco Cossiga per il clima di violenza politica che caratterizzava quel periodo: il 21 aprile precedente, in uno scontro a fuoco tra forze dell’ordine e manifestanti di Autonomia Operaia era rimasto ucciso l’agente Settimio Passamonti.
Oltre a circa 5.000 agenti erano presenti molti agenti in borghese, tra i quali Giovanni Santone sul quale ricaddero i sospetti sulla responsabilità della morte della Masi anche se le indagini giudiziarie non riuscirono mai ad identificare l’autore del delitto.
Gli incidenti iniziarono intorno alle 19 quando vennero esplosi colpi di pistola durante l’evacuazione dei manifestanti verso Trastevere. La situazione precipitò e Giorgiana Masi fu vista cadere a terra e poi trasportata in autoambulanza all’ospedale.
Diverse furono le interpretazioni sulla dinamica dei fatti: c’è chi parlò di un errore di un manifestante di Autonomia Operaia ma nessuno potè negare la circostanza che furono molti i poliziotti che spararono ad altezza d’uomo.                                          La celebre foto raffigurante l’agente Giovanni Santone,
in borghese e armato, durante gli scontri; alla sua destra
un funzionario e un agente in divisa.                                                              Giorgiana Masi