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Pollice verso per … LA MORTE DI FRANCO CERRI – Il chitarrista aveva 95 anni –

Una vita dedicata alla chitarra ed al jazz che ha amato fin da piccolo.
Franco Cerri è morto a Milano all’età di 95 anni.
Le sue doti umane, oltre all’impareggiabile arte musicale, l’avevano reso popolare oltre i confini italiani.
Aveva collaborato con molti importanti compositori e cantanti italiani e stranieri, da Gorni Kramer a Django Reinhard, da Nicola Arigliano a Billie Holiday.
Tante le sue presenze in televisione, circa 750, tra cui molti ricorderanno quella del famoso spot pubblicitario della “Bio Presto” nella quale compariva “in ammollo”.
Come ha scritto il musicologo Maurizio Franco, “…è stato un caposcuola della moderna chitarra elettrica in Italia (…) un artista di fama europea e un grande divulgatore del jazz (…), possiede un senso naturale dello swing e un fraseggio costruito con sorprendenti frasi staccate…”.

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Pollice verso per … LA MORTE DI GIANNI NAZZARO – In lutto il mondo della canzone italiana –

E’ morto ieri sera, intorno alle 19,00, il popolare cantante Gianni Nazzaro.
Era ricoverato al Policlinico “Gemelli” di Roma per una grave malattia.
Nato a Napoli nel 1948 aveva raggiunto il maggiore successo negli anni settanta vincendo due edizioni de “Un disco per l’estate”, nel 1972 con il brano “Quanto è bella lei” e nel 1974 con la canzone “Questo si che è amore”.
Nel 1970 aveva vinto il “Festival della canzone napoletana” con “Me chiamme ammore”.
Diverse le sue partecipazioni al Festival di Sanremo dove nel 1974 aveva ottenuto la migliore posizione (finalista con il brano “A modo mio”). Ma in questa manifestazione canora il suo nome è legato soprattutto all’anno 1987 quando il suo brano “Perdere l’amore” non veniva ammesso alle selezioni e veniva poi presentato all’edizione dell’anno dopo da Massimo Ranieri che si aggiudicava il festival.
Come attore aveva recitato in alcuni films senza ruoli importanti.

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Pollice verso per … LA SCOMPARSA DI RAFFAELLA CARRA’ – Aveva 78 anni la popolare show-girl amata dagli italiani –

Si è spenta alle 16,20 di ieri a causa di un brutto male da lei nascosto da tempo all’opinione pubblica.
Attrice, cantante, ballerina, conduttrice televisiva, Raffaella Carrà è stata tra le artiste più amate ed apprezzate dal pubblico italiano e mondiale per la sua bravura, poliedricità ed il suo stile ; caratteristiche che le hanno decretato un successo senza confini.
Aveva da poco compiuto 78 anni.
Con lei scompare una grande regina della televisione.

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Pollice su per… LA CHIUSURA ANTICIPATA DI “LIVE-NON E’ LA D’URSO” – Il programma serale di Canale 5 sarà sostituito dalla coppia Bonolis-Laurenti –

Il programma serale di Canale 5 “Live-Non è la D’urso” chiuderà i battenti anticipatamente.
Il talk-show domenicale condotto da Barbara D’urso sarà sostituito entro marzo od aprile prossimo da “Avanti un altro pure di sera”, guidato dalla coppia Bonolis-Laurenti.
Anche se dall’emittente privata di Mediaset si cerca di smorzare i toni affermando trattarsi solo di una strategia finalizzata al ritorno della D’Urso a settembre, pare invece che il motivo della scelta sia basato sul calo di ascolti, che ha registrato negli ultimi tempi tra il 10 ed il 12 per cento di share.
La mediocrità della trasmissione in funzione distraente sui veri problemi della società sembra aver finalmente fatto breccia sull’intelligenza degli italiani. O no? Staremo a vedere.

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Pollice verso per… LA LITE FURIOSA TRA GILETTI E BASSETTI – Violento scontro verbale a “Non è l’Arena” in diretta su “LA7”-

Forse lo fa apposta allo scopo di far aumentare l’audience alla sua trasmissione o incappa nella disavventura di ospitare personaggi …poco diplomatici, tanto per usare un eufemismo.
Sta di fatto che i programmi di “Non è l’Arena” su “La7”, condotti da Massimo Giletti, spesso e volentieri balzano alla cronaca più per i clamorosi alterchi e scontri verbali, se non addirittura fisici, che li caratterizzano che per i contenuti.
Nella puntata del 21 febbraio scorso i riflettori sono stati puntati sulla lite furiosa tra il noto conduttore ed il virologo Matteo Bassetti.             Massimo Giletti

Nel corso della puntata del talk-show televisivo, incentrata sul tema dei vaccini, ad un certo punto il medico ha chiesto a Giletti di focalizzare l’attenzione di più sui lati positivi che non su quelli negativi circa la lotta al Covid-19 citando il caso dell’onorevole Pierferdinando Casini che all’indomani delle dimissioni dall’ospedale aveva espresso parole lusinghiere nei confronti dei medici che l’avevano assistito durante il ricovero.
Alle parole dell’infettivologo si scatenava l’ira di Giletti che accusava il medico di fare politica.
Il dottore Bassetti, in collegamento video, minacciava di abbandonare la trasmissione.
Nella discussione, sempre più infuocata, si inseriva anche Vittorio Feltri e …ho detto tutto…

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ALIGHIERO NOSCHESE, IL “PADRE DEGLI IMITATORI ITALIANI” – Nel 1979 il suicidio del popolare attore –

Il 3 dicembre 1979 muore suicida Alighiero Noschese (Napoli, 25 novembre 1932 – Roma, 3 dicembre 1979).
La morte del popolare imitatore è tutt’oggi avvolta nel mistero per i diversi interrogativi che già all’epoca del tragico evento erano emersi.
Noschese è ricoverato nella clinica romana “Villa Stuart” per una grave forma di esaurimento nervoso.
La mattina del 3 dicembre 1979 si toglie la vita sparandosi un colpo di pistola alla tempia nella cappella del giardino della clinica.
Il gesto estremo pone forti dubbi oltre che scalpore: com’è possibile che un malato di depressione, per giunta ricoverato, possa detenere con sè un’arma da fuoco? Come mai nessuno abbia riferito dell’esistenza di un’arma in clinica ai reparti speciali dei carabinieri che la presidiavano a causa della presenza dell’on. Giulio Andreotti, anch’egli ricoverato per un intervento alla cistifellea?
Si ragiona su diverse ipotesi. La più accreditata è quella secondo la quale il popolare attore ed imitatore sia stato ucciso perchè coinvolto nella strategia della tensione durante “gli anni di piombo”, appartenente alla massoneria della Loggia P2 e collaboratore dei servizi segreti deviati.
Congetture che ancora oggi non risultano provate.
Attore, showman, imitatore, Alighiero Noschese aveva raggiunto una grande popolarità nel 1969 partecipando al varietà televisivo del sabato sera “Doppia Coppia” nel quale aveva dato brillante sfoggio delle sue grandi capacità di imitatore imitando personaggi politici, cosa fino ad allora proibita.
Da quel momento la sua carriera era stata inarrestabile.
Nel 1974 la moglie aveva deciso di divorziare da lui facendolo cadere in una grave depressione dalla quale non era riuscito a risollevarsi.

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ALBERTO LUPO, UNA VOCE INDIMENTICABILE – Nel 1984 moriva il celebre attore e conduttore televisivo –

Il 13 agosto 1984 moriva a San Felice Circeo (LT), all’età di 60 anni, l’attore e conduttore televisivo Alberto Lupo.
Dotato di un timbro di voce originalissimo, iniziò a recitare in teatro prima di esordire nel 1954 come attore cinematografico e ricoprire ruoli secondari negli anni successivi.
L’anno successivo esordì in televisione nel romanzo sceneggiato “Piccole donne” diretto da Anton Giulio Majano cui seguirono altri, tra cui “La cittadella” nel 1964 nel quale svolse una parte da protagonista imponendosi al grande pubblico.
Fu nel 1971, però, che raggiunse l’apice del successo quando, nel programma televisivo di varietà della Rai “Teatro 10”, rivelò accanto a Mina le sue grandi doti di presentatore. In quella trasmissione, la canzone “Parole,parole”, cantata con Mina, restò per diverse settimane al primo posto nella hit parade.
Da allora la sua notorietà crebbe a dismisura e la sua presenza in televisione nella conduzione di programmi di varietà della Rai fu costante ed impeccabile.
La morte lo colse per un infarto rattristando moltissimi suoi fans.

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UGO GREGORETTI, MAESTRO IRONICO ED INTELLIGENTE – L’anno scorso la scomparsa dell’attore e regista romano –

Il 5 luglio 2019 moriva a Roma, dov’era nato nel 1930, l’attore e regista Ugo Gregoretti.
La sua ironia, arguta ed intelligente, è stata la sua maggiore prerogativa nel cinema ed in televisione dove si è fatto apprezzare per le sue attente osservazioni nei fatti di costume e nei servizi dedicati agli ambienti più popolari ed emarginati.
Sul piccolo schermo, oltre ad una serie di documentari ed inchieste importanti, aveva realizzato alcuni sceneggiati di successo, quali “Romanzo popolare italiano” ed “Il Circolo Pickwick”.
Pochi ma di pregevolissima fattura i film da lui diretti sui set cinematografici, tra cui “I nuovi angeli” (1962) e “Omicron” (1963).
Nel 1980 aveva ideato la “Rassegna Città-Spettacolo” di Benevento, ancora oggi in programma nella località campana, assumendone per alcuni anni, con grande maestrìa, la Direzione Artistica.
Dal 1980 aveva iniziato la carriera teatrale e dal 1985 al 1989 aveva diretto il Teatro Stabile di Torino.
Nel 2010 aveva ricevuto il Nastro d’Argento alla carriera.

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GINO BRAMIERI, UN MAESTRO DELLA RISATA – Nel 1996 la scomparsa del comico milanese –

Il 18 giugno 1996 moriva a Milano, all’età di 68 anni,  presso l’I.E.O. -Istituto Europeo di Oncologia, di Umberto Veronesi, ove era ricoverato per un tumore al pancreas, l’attore, cabarettista e conduttore televisivo e radiofonico Gino Bramieri.
Dopo una fondamentale esperienza nella Compagnia Teatrale “Gilberto Govi” di Genova, si impose negli anni sessanta e settanta all’attenzione del grande pubblico dapprima con la conduzione di un fortunato programma radiofonico, “Batto quattro“, a firma di Terzoli e Vaime, suoi importanti “autori di riferimento”, e poi con la partecipazione nel  varietà televisivo “L’amico del giaguaro” condotto da Corrado con Raffaele Pisu e Marisa Del Frate.
Il successo conseguito con “L’amico del giaguaro” gli spianò la strada verso la conduzione di numerosi  varietà televisivi trasmessi dalla Rai, quali “Tigre contro tigre”, “Il signore ha suonato?”, “Hai visto mai?” ed altri ancora per i quali si avvalse della collaborazione di grandi personaggi come Loretta Goggi, Lola Falana, Sylvie Vartan.
Fu interprete di oltre trenta film accanto ad attori del calibro di Totò, Aldo Fabrizi, Franco e Ciccio Ingrassia, Peppino De Filippo, Raimond Vianello, Ave Ninchi.
Famose le barzellette, brevi ed argute, che raccontava spesso con grande abilità nei suoi programmi, una specialità per la quale fu molto apprezzato così come la sua comicità.

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EDUARDO DE FILIPPO, UN COLOSSO DEL TEATRO MONDIALE – 120 anni fa nasceva uno dei più grandi autori teatrali italiani –

Il 24 maggio 1900 nasceva a Napoli  Eduardo De Filippo.
Attore, regista, scrittore, poeta ma soprattutto commediografo, Eduardo è stato, accanto a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni, uno degli autori teatrali italiani più stimati e rappresentati all’estero.
Figlio naturale dell’attore Eduardo Scarpetta, era cresciuto nell’ambiente teatrale napoletano recitando già all’età di 14 anni nella Compagnia del fratellastro Vincenzo.
A vent’anni aveva scritto la sua prima commedia “Farmacia di turno” e, due anni dopo, aveva curato per la prima volta la  regìa di un’opera teatrale (“Surriento gentile”).
Nel 1927 aveva iniziato a lavorare in proprio mettendo su una cooperativa d’attori chiamando i fratelli Titina e Peppino e debuttando con successo al “Fiorentini” di Napoli.
Alla fine degli anni Venti la sua popolarità era già diffusa negli ambienti teatrali ma era nel 1931 che veniva consacrata la sua grande bravura grazie alla messa in scena, al Teatro Kursaal di Napoli (poi denominato “Filangieri”),  di “Natale in casa Cupiello“, la sua commedia più famosa.
Severo e rigoroso sul lavoro e nei rapporti con gli altri, da allora diventavano sempre più numerosi i lavori che Eduardo portava in scena riscuotendo sempre maggiore successo nei più importanti e prestigiosi teatri italiani.
Dal 1932 era entrato anche nel mondo del cinema sia come attore che come regista e sceneggiatore.
Considerato tra i più grandi artisti italiani del Novecento, era stato nominato senatore a vita nel 1981 per i suoi meriti artistici e culturali dal Presidente Pertini e gli erano state conferite due lauree honoris causa in Lettere dall’Università di Birmingham nel 1977 e dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1980.
Moriva a Roma il 31 ottobre 1984.