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Musica

PIERANGELO BERTOLI, IL “CANTASTORIE” – Nel 2002 la morte del cantautore romagnolo –

Il 7 ottobre 2002 moriva a Modena, all’età di 60 anni, il cantautore Pierangelo Bertoli.
Colpito da bambino da poliomielite, che lo costrinse alla sedia a rotelle, imparò a suonare la chitarra da autodidatta all’età di 25 anni con la quale si esibì da giovane interpretando canzoni da lui scritte, anche in dialetto sassuolese.
Nei primi anni settanta, grazie al suo impegno politico nell’area di estrema sinistra, si fece notare in ambienti legati al partito ed il suo primo album fu finanziato e stampato in Germania Ovest a cura del Partito Comunista tedesco.
La sua popolarità crebbe presso un pubblico più vasto dopo la firma di un contratto discografico con la CGD di Piero Sugar, marito di Caterina Caselli, sua estimatrice, con la quale collaborò e pubblicò due album.
Nel 1979 lanciò l’album “A muso duro” contenente il brano omonimo tra i suoi più famosi, che rappresentò il suo manifesto personale di uomo e di artista.
In questo periodo simpatizzò per la sinistra extraparlamentare e fu spesso ospite di una radio libera di Reggio Emilia che fu chiusa e distrutta dalla polizia perchè accusata di fare apologia di reato.
Intanto il suo impegno nel sociale, anche attraverso la musica, aumentò con la pubblicazione di album che avevano come temi l’aborto (trovando l’opposizione della Chiesa Cattolica), la lotta contro il totalitarismo del blocco dei Paesi dell’Est d’Europa e la repressione del generale Jaruzelski in Polonia.
Verso la fine degli anni ottanta reinterpretò con versioni originali alcuni brani di De Andrè, Conte, Jannacci e Tenco.
Nel 1991 e nel 1992 partecipò al Festival di Sanremo riscuotendo un grande successo la prima volta con la canzone “Spunta la luna dal monte” in coppia con “I Tazenda” e qualificandosi quarto la seconda volta con la canzone “Italia d’Oro”, un brano dal testo molto forte su alcuni malcostumi che anticipò lo scandalo “Tangentopoli”.
Gli anni novanta furono caratterizzati da un impegno politico di primo piano (fu candidato alle elezioni politiche per Rifondazione Comunista) e da un impegno sociale in iniziative benefiche e di solidarietà.
Definito un vero e proprio “cantastorie” per i suoi testi densi di riferimenti sociali e politici oltre che di citazioni legate alla sua terra, Pierangelo Bertoli fu una figura emblematica della canzone d’autore italiana, spaziando dal folk al rock con messaggi immediati e sinceri.
Morì per un tumore ai polmoni e la sua salma venne cremata rispettando la sua volontà.

 

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Politica

LA “BANDA DEI QUATTRO” – Nel 1976 l’arresto del gruppo accusato di golpe in Cina –

Il 6 ottobre 1976, a meno di un mese dalla morte di Mao Zedong, un gruppo politico appartenente al Partito Comunista viene arrestato in Cina con l’accusa di tentativo di colpo di Stato.
Il gruppo, denominato “la Banda dei Quattro“, è guidato da Jiang Qing, vedova di Mao e sua quarta ed ultima moglie ed è composto anche da Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen.
L’evento segna la fine della cosiddetta “Rivoluzione Culturale” iniziata da Mao ed è diretto contro Deng-Xiao-Ping il quale rafforzerà più tardi la sua posizione di potere all’interno del Partito Comunista Cinese.
I quattro verranno condannati all’ergastolo.

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Scienza

STEVE JOBS, IMPRENDITORE DI SUCCESSO – Nel 2011 la morte dell’esperto di informatica –

Il 5 ottobre 2011 moriva a Palo Alto, all’età di 56 anni, Steve Jobs.
Appena nato, fu abbandonato dal padre e dato in adozione.
Il nome di Steve Jobs è legato soprattutto alla Apple Computer, cofondata nel 1976 insieme all’amico Steve Mozniak, divenuta ben presto il marchio simbolo della nostra era digitale.
L’anno successivo la Apple II toccava il milione di dollari nelle vendite.
Importanti i prodotti di successo da lui inventati, quali Macintosh, iMac, iPod, iPhone e iPad.
E’ stato l’uomo che ha rivoluzionato l’informatica e la telefonìa mobile.
La sua morte avvenne a seguito di un cancro al pancreas.

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Il Cammino del Benevento

“ZAMPATA” DI LAPADULA – Il Benevento batte un forte Bologna (1-0) – Ottima prova della difesa giallorossa – Annullato un gol ai felsinei su segnalazione del VAR –

Vittoria sofferta del Benevento contro un Bologna che non meritava senz’altro la sconfitta e che avrà molto da recriminare sulle occasioni fallite e non solo per l’imprecisione dei suoi attaccanti.
Gran merito dei preziosi tre punti conquistati dagli “stregoni”, infatti, va alla difesa, Montipò in testa, che ha sempre saputo arginare, anche se a volte con affanno, le offensive dei felsinei.
La retroguardia sannita, oggi, è stata quasi impeccabile: si è rivisto il “fortino” dello scorso campionato, additato tra i “meno perforati” d’Europa, e stavolta Montipò ha dato il meglio di sè salvando più volte il risultato.
Per lunghi tratti il Bologna ha fatto la partita costringendo i padroni di casa ad attacchi in contropiede che si concludevano spesso al limite dell’area avversaria.
Al 14′  si infortunava Moncini che Inzaghi sostituiva con Lapadula mentre 4′ più tardi era il Bologna a dover rimpiazzare Medel, anch’egli per infortunio, con Danilo.
Il pericolo più grosso il Benevento lo correva al 28′: azione bellissima e prolungata di Barrow che seminava in dribbling alcuni difensori ma trovava la mano provvidenziale di Montipò a negargli la gioia del gol.
Due minuti dopo una conclusione debole e centrale di Svanberg dalla distanza veniva neutralizzata dall’estremo difensore giallorosso.
Ci provava subito dopo anche Skov Olsen, molto attivo, che si liberava di Foulon in uno dei tanti duelli della partita e tirava da posizione molto defilata colpendo l’esterno della rete.
Si faceva finalmente vivo il Benevento con un contropiede guidato dall’ottimo Iago Falque, prima partita da titolare oggi, e concluso con un intervento in uscita di pugno di Skorupski su Caprari.
Ancora Falque si faceva apprezzare un minuto dopo con un assist perfetto per Lapadula che in semi rovesciata spediva la palla fuori a pochi passi dal portiere; l’arbitro, però, fischiava il fuori gioco.
Al 41′ altra palla-gol per il Bologna con Skov Olsen che raccoglieva un passaggio di Soriano e si trovava a tu per tu con Montipò che sventava alla grande.
Nel 2′ di recupero piccolo brivido per la difesa del Bologna per un cross insidioso di Hetemaj sul quale il portiere mancava la presa ma i giocatori del Benevento non sfruttavano l’opportunità.
Nel secondo tempo il Benevento si faceva un pò più intraprendente ed al 10′ dopo un’azione corale la palla giungeva sui piedi di Caprari che in area e da buona posizione mandava alto sulla traversa.
Era ancora il Bologna, però, a minacciare la porta del Benevento all’11’ con Skov Olsen che, servito da Barrow, trovava in Montipò ancora una volta un ostacolo insormontabile: il suo tiro in corsa, quasi un rigore in movimento, veniva deviato dall’ottimo portiere.
La formazione di Mihajlovic cercava di sfruttare il buon momento ed un minuto dopo era bravo Glik ad anticipare Barrow calciando in angolo in scivolata.
Al 17′ Inzaghi sostituiva Hetemaj e Caprari con Dabo e Sau: la mossa si rivelava azzeccata specie per l’inserimento di Dabo che dava maggiore vivacità e copertura a centrocampo.
Ne giovava anche l’attacco che provava a spingere con maggiore lucidità e coraggio.
Dal 19′ al 21′ il Benevento capitalizzava al meglio le manovre in avanti.
Iago Falque si liberava di Hickey e scagliava verso la porta di Skorupski un tiro che finiva alto, poi un minuto dopo era Letizia ad impensierire il portiere del Bologna con un pericoloso tiro-cross respinto in angolo. Dalla bandierina il pallone sorvolava un fitto nugolo di giocatori e veniva raccolto da Lapadula che con una “zampata” infilava in rete da goleador di razza.
Il Bologna reagiva subito e perveniva al pareggio con Svanberg ma la rete veniva annullata su consultazione del Var che aveva visto un fallo di mani.
Il vantaggio galvanizzava il Benevento che sfiorava il raddoppio al 26′ col nuovo entrato Sau che non riusciva a sfruttare un lungo lancio di Falque perchè anticipato dal portiere.
Negli ultimi quindici minuti, compreso il recupero, il Bologna si buttava generosamente all’attacco ma a parte un colpo di testa di Barrow al 36′, su cross di Vignato, che anticipava Montipò con pallone alto sulla traversa, il Benevento non correva pericoli seri. Anzi, erano i bolognesi a salvarsi al 41′ grazie ad un errore del loro portiere che serviva inavvertitamente Schiattarella che per poco non realizzava.
Non succedeva nient’altro neanche al termine dei 4′ di recupero concessi dall’arbitro perchè il Benevento riusciva a tamponare con grinta ed intelligenza  le incursioni degli avversari.
Il Tabellino
BENEVENTO – BOLOGNA  1-0  (0-0)
FORMAZIONI:
Benevento –
Montipò, Letizia, Foulon, Caldirola, Glik, Ionita (dal 73′ Tuia), Hetemaj (dal 62′ Dabo), Iago Falque (dal 73′ Improta), Moncini (dal 14′ Lapadula), Schiattarella, Caprari (dal 62′ Sau).  All. Inzaghi.
Bologna – Skorupski, De Silvestri (dal 77′ Sansone), Medel (dal 18′ Danilo), Tomiyasu, Hickey (dal 68′ Denswil), Svanberg (dal 77′ Vignato), Schouten, Soriano, Barrow, Skov Olsen (dal 68′ Orsolini), Palacio.  All. Mihajlovic
Arbitro: Simone Sozza
Rete: Lapadula (66′)
Note:
Ammoniti Svanberg, Schiattarella, Foulon                 Lapadula, autore del gol decisivo per il Benevento contro il Bologna

 

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Pagine di Sport

SILVIO PIOLA, GOLEADOR DI RAZZA – Nel 1996 la scomparsa del grande calciatore –

Il 4 ottobre 1996 moriva a Gattinara (VC), all’età di 83 anni, il calciatore Silvio Piola.
Esordì giovanissimo, a soli 16 anni, in serie A nel campionato 1929-30 con la maglia della Pro Vercelli diventando titolare l’anno successivo nel quale segnò 13 reti.
A Vercelli restò fino al 1934, dopo aver realizzato 51 reti in campionato, per passare alla Lazio per la cifra,a quei tempi straordinaria, di 250.000 lire. La formazione laziale riuscì ad aggiudicarselo battendo una nutrita concorrenza solo grazie all’interessamento del Partito Fascista che risultò decisivo per il suo trasferimento.
Nella squadra capitolina disputò nove campionati alla grande segnando 142 reti oltre a 6 in Coppa Italia, fu capocannoniere nel 1936-37 e nel 1942-43.
Centravanti dal fisico possente, si distinse sempre per la sua tenacia unita a doti tecniche ed acrobatiche.
Con l’avvento della seconda guerra mondiale fu ceduto prima al Torino e poi alla Juventus dove militò per due stagioni. In questo periodo fu al centro di un episodio curioso: si diffuse la notizia della sua morte a causa dei bombardamenti sulla città di Milano. Furono celebrate persino messe  in suffragio fino a quando la notizia fu smentita.
Considerato troppo vecchio, la Juventus lo cedette al Novara in serie B. Ma Piola portò il Novara in serie A, restò in questa formazione per 6 campionati realizzando ben 70 reti e giocò nella massima serie fino all’età di 40 anni.
Disputò 34 partite in Nazionale realizzando 30 reti. Memorabile la doppietta segnata nella finale del campionato mondiale in Francia, nel 1938, contro l’Ungheria, vinto dall’Italia.
Silvio Piola è stato il centravanti più prolifico della storia dei campionati italiani di serie A.  Nella sua lunga e brillante carriera ha segnato 290 reti, massimo marcatore di tutti i tempi; insieme a Sivori detiene tuttora il record di marcature in una sola gara (6), ed è il terzo miglior marcatore in Nazionale, alle spalle di Riva e Meazza.

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Il Cammino del Benevento

MIHAJLOVIC:” IL BENEVENTO HA STRAVINTO IL CAMPIONATO DI B MA LA SERIE A E’ UN’ALTRA COSA” – Così si è espresso il tecnico rossoblu in conferenza stampa alla vigilia della gara di domani – Le liste dei convocati –

Alla vigilia dell’incontro al “Vigorito” l’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa sembra non avere troppe preoccupazioni sull’esito: “Domani è una partita alla nostra portata, affrontiamo una squadra che ha stravinto il campionato di B ma la serie A è un’altra cosa.  Con tutto il rispetto per il Benevento che è sicuramente una buona squadra che gioca per vincere, anche domani il risultato dipenderà tutto da noi”.
I convocati per Benevento-Bologna:
Benevento: Portieri: Montipò, Lucatelli, Manfredini, Gori
Difensori: Caldirola, Foulon, Glik, Letizia, Maggio, Pastina, Tuia
Centrocampisti: Dabo, Del Pinto, Hetemaj, Improta, Insigne, Ionita, Schiattarella
Attaccanti: Iago Falque, Di Serio, Moncini, Sau, Lapadula, Caprari

Bologna:   Portieri: Da Costa, Ravaglia, Skorupski
Difensori: Danilo, De Silvestri, Denswil, Hickey, Mbaye, Tomiyasu
Centrocampisti: Baldursson, Dominguez, Kingsley, Medel, Schouten, Soriano, Svanberg
             Attaccanti: Barrow, Orsolini, Palacio, Sansone, Santander, Skov Olsen, Vignato

Nella foto in alto: l’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic

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Cronaca

LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA – Nel 2013 il naufragio dei migranti che costò la vita a 368 persone –

Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti naufragò a poche miglia dal porto di Lampedusa provocando 368 morti ed una ventina di dispersi: fu una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo.
La barca, lunga una ventina di metri e contenente oltre 540 passeggeri, di origine eritrea ed etiope, si rovesciò da un lato colando a picco.
I soccorsi arrivarono solo dopo un’ora e nei giorni che seguirono furono molti i cori di protesta contro la legge Bossi-Fini; il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ed il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Enrico Letta, durante la loro visita a Lampedusa il 9 ottobre successivo alla tragedia, furono duramente contestati al grido di “Assassini” e “Vergogna”.
Il 15 aprile 2015 la Camera dei Deputati, con 287 voti favorevoli, 72 contrari e 20 astenuti, approverà l’istituzione, il 3 ottobre, di una “Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione“. Il Senato ratificherà tale decisione nella seduta del 16 marzo 2016.

 

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Cronaca

IL MASSACRO DI TLATELOLCO – Nel 1968 il governo messicano soffocò nel sangue una pacifica manifestazione studentesca –

Il 2 ottobre 1968 nella Piazza delle Tre Culture, a Tlatelolco,  Città del Messico, circa 300 studenti rimasero vittime di un massacro perpetrato dal governo messicano durante una pacifica manifestazione.
Le proteste studentesche, precedute da mesi di sollevazioni popolari, crebbero dopo che il governo qualche settimana prima aveva ordinato all’esercito di occupare il Campus dell’UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico) picchiando molti studenti.
Fu così che il 2 ottobre 1968, dopo uno sciopero durato circa 9 settimane, 15.000 studenti si riversarono in Piazza delle Tre Culture in rivolta contro l’occupazione del Campus. Con loro si radunarono molti lavoratori con le loro famiglie per dimostrare la loro solidarietà.
Al calar della notte, le forze militari circondarono la piazza e spararono ad altezza d’uomo sugli oltre 5.000 manifestanti rimasti uccidendone circa 300. Tra i molti feriti, anche la scrittrice Oriana Fallaci creduta morta in un primo momento.
Le indagini dimostrarono l’appoggio della CIA, dell’FBI e della Casa Bianca al governo messicano, timoroso per la sicurezza dei Giochi Olimpici che si sarebbero dovuti svolgere di lì a dieci giorni (dal 12 al 27 ottobre).

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Musica

CHARLES AZNAVOUR, GRANDE E AMATO CHANSONNIER – Due anni fa si spegneva il cantautore francese –

Il 1° ottobre 2018 moriva a Mouriès, nel sud della Francia, all’età di 94 anni, il cantautore francese, di origini armene, Charles Aznavour.
Nato nel 1924  a Parigi,  dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire al genocidio  perpetrato dai turchi dell’Impero Ottomano ai danni degli armeni tra il 1915 ed il 1916, Aznavour è stato il più grande ed amato chansonnier francese.
Da piccolo aveva avuto una paralisi che gli aveva bloccato alcune corde vocali, un handicap che nel corso della sua lunga carriera artistica avrebbe caratterizzato il timbro roco della sua voce.
Solo verso la metà degli anni Cinquanta aveva acquistato popolarità in quanto le sue origini armene ed il testo delle sue canzoni, audaci ed originali, avevano disorientato il pubblico.
Aznavour è stato anche protagonista sui set cinematografici, recitando in una sessantina di film tra cui “Il testamento di Orfeo” di Jean Cocteau e “Tirate sul pianista” di Francois Truffaut.
Ha venduto in tutto il mondo oltre 300 milioni di dischi ottenendo numerosissimi Premi e Riconoscimenti. Tra i suoi brani più famosi, ricordiano:”La Boheme”, “Com’è triste Venezia” e “Ed io tra di voi”, che hanno riscosso un grande successo in Italia.
Notevole è stato anche il suo impegno sociale per la difesa dei diritti umani e per la libertà del popolo armeno, cui è stato sempre molto legato.