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Letteratura Universale

TOP SANNIO – Giuseppina Luongo Bartolini, una vita per la cultura –

Conobbi Giuseppina Luongo Bartolini circa trent’anni fa: scendevamo le scale della Biblioteca Provinciale di Benevento al termine di un appuntamento culturale al quale avevamo assistito. Mi venne spontaneo salutarla anche se non ci conoscevamo di persona. Avevo sempre nutrito per lei una sorta di timore reverenziale ed avevo appena finito di leggere un suo libro ‘ “Strade in citta’ ” .
Fu questa l’occasione per scambiare quattro chiacchiere ed, in particolare, le feci i miei complimenti soprattutto per un capitolo che parlava di Via Annunziata.
Con mia grande sorpresa, e compiacimento, ricambio’ rivelandomi che aveva letto tutto d’un fiato la mia ultima pubblicazione “L’infernale commedia. Fatti e misfatti dei vip sanniti”.
-Un’opera gustosa ed originale –
mi disse, e, sorridendomi, mi rimprovero’ di non averla menzionata accanto ad altri importanti personaggi beneventani.
Mi giustificai dicendole che nel libro avevo citato solo quelle persone da me conosciute personalmente e delle quali sapevo pregi e difetti degni di essere divulgati.
Durante la conversazione, con malcelato disagio per i continui ‘passaggi’ che faceva grazie alla vastissima cultura della quale era dotata, e che mi riusciva difficile seguire, mi invito’ a darle del ‘tu’.
Tra artisti e persone colte ci si da’ del tu – mi disse. “Certo” – risposi – e il mio cuore batteva a mille…
Mi racconto’ persino delle sue esperienze politiche e degli ‘sgambetti’ che le fecero alcuni suoi ex compagni di partito quand’era assessore al Comune di Benevento nelle fila della Democrazia Cristiana.
Insomma, per me fu davvero un incontro piacevolmente sconvolgente. Ne seguirono altri nel corso degli anni successivi che mi arricchirono culturalmente.
In particolare, all’indomani della mia defenestrazione dalla Giunta comunale, nel 2006, apprezzando il mio comportamento mi suggeri’ di darmi da fare per pubblicizzare, a scopo televisivo o cinematografico, il libro “Le mie ragioni” nel quale avevo raccontato il ‘tradimento’ del quale ero stato vittima.
La sua recente scomparsa mi ha rattristato molto ed una delle prime cose che ho fatto dopo l’inevitabile preghiera per la sua anima e’ stata quella di rileggere quel bellissimo capitolo riguardante una delle vie piu’ popolari e suggestive della Nostra Citta’:
“Questa e’ una strada notturna che prende nota del sole per qualche lucernario posto a cavalcavia, inframezzato ai tetti. Egualmente si abbellisce di luna.
E’ un vicolo profondo, con pareti divaricate, antiche e provocatorie sul passante che vi si acquatta, intrise di ragnatele.
Vetuste mura di cinta, traforate da finestre minime, scartocciate con brevi uscioli attraverso i quali scorre un buio lampeggiato dalle fughe dei gatti domestici, gli si stringono addosso…”.
Via Annunziata, come la vedeva nel 1991 Giuseppina Luongo Bartolini, non e’ cambiata molto.
Lei la descrisse in stile prosa poetica non senza una punta di malinconia per lo stato di abbandono nel quale versava (e versa tuttora) ma in forma di impareggiabile bellezza.

Giuseppina Luongo Bartolini nacque ad Altavilla Irpina (AV) il 25 luglio 1926. Laureata in Lettere, risiedette per lungo tempo a Benevento dove insegno’ in diversi Istituti tecnici e magistrali ricoprendo anche la carica di preside.
Dal 1970 al 1985 fu eletta con il partito della Democrazia Cristiana al Consiglio comunale di Benevento ove ricopri’ anche la carica di assessore alla Pubblica Istruzione, al Traffico, Trasporti e Polizia Urbana.
Poetessa, scrittrice, commediografa ha lasciato numerose testimonianze della sua lunga ed intensa attivita’ culturale e letteraria.
Il 18 agosto 2023 ha cessato la sua esistenza terrena.

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Religione

TOP SANNIO – Ventidue anni fa moriva mons. Giovanni Giordano, fu uno dei maggiori studiosi di storia beneventana –

Nella notte tra il 31 agosto ed il 1^ settembre 2001 cessava la sua esistenza terrena don Giovanni Giordano.
Nato a Pratola Serra (AV) il 27 novembre 1921 fu ordinato sacerdote il 12 agosto 1945.
La Curia beneventana noto’ subito le grandi capacita’ culturali di Giovanni Giordano: l’arcivescovo Mancinelli lo volle come suo segretario particolare, il giovane presbitero fu chiamato ad insegnare italiano e latino nel Seminario Arcivescovile e successivamente religione nelle scuole statali.
Il suo nome e’ legato soprattutto alla sua trentennale esperienza di Cappellano della Casa Circondariale di Benevento ove presto’ con grande dedizione ed impegno la sua assistenza spirituale ai detenuti.
Per tale servizio ebbe nel 1978 l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana.
Nel 1988, su segnalazione dell’arcivescovo Carlo Minchiatti, fu nominato Cappellano del papa Giovanni Paolo II.
Mons. Giovanni Giordano e’ stato tra i maggiori studiosi della storia beneventana; su tale argomento ha scritto molto lasciando importanti testimonianze che ancora oggi sono materia di riferimento e di approfondimento.
Nel corso della sua esistenza strinse rapporti fecondi con l’Ordine dei “Fatebenefratelli” di Benevento che nel 1976 lo affiliarono in segno della profonda amicizia e della sua grande preparazione.
Tra le sue opere, “Benevento e i Fatebenefratelli una testimonianza nei secoli XVII-XVIII” (1976), “I primi diari beneventani del Card. Vincenzo M. Orsini” (1984), “Aspetti di vita beneventana nei secoli XVII-XVIII” (1976).
Di tale ultimo lavoro riportiamo un passaggio di uno dei racconti dal titolo “La fine di Pasquale”  nel quale l’Autore, con rigore storico, frutto di un’accorata ricerca bibliografica e d’archivio, descrive con linguaggio semplice e penetrante, i momenti piu’ salienti di un’esecuzione di un condannato a morte.
L’episodio criminoso si inserisce nel fenomeno del brigantaggio che imperverso’ anche a Benevento e nel Sannio ed avviene nel 1814.
Lo strumento di morte, la ghigliottina, usato per uccidere Pasquale T., fu richiesto al Comune di Avellino, unitamente al personale addetto, in quanto la citta’ di Benevento ne era sprovvisto.
Il luogo dell’esecuzione fu il piazzale antistante Porta Rufina.
“…La carretta scese per via Magistrale, fiancheggio’ il Duomo e sosto’ un istante. Poi si avvio’ verso Porta Rufina. Si avvicinava il mezzogiorno e l’ora della morte, in fretta…Nessuna speranza piu’: la carretta aveva gia’ imboccato il fatale “vicolo degli ‘mpisi” e si avviava a sbucare fuori lo stretto della Porta sul largo spiazzo su cui spiccava la ghigliottina, nera e immobile. Sotto il palco gia’ era stata apparecchiata una rozza cassa da morto con quattro assi di pioppo nemmeno piallate. Il mercato era terminato prima del previsto, e ora una folla riempiva la piazza e si accalcava attorno al palco per lo spettacolo. Erano venuti numerosi anche dai casali. (…) Mastro Nicola e il suo davano l’ultima rifinitura al loro bravo lavoro: avevano messo il capo mozzato in una “cestella” di canne, costata appena venti grani, la cifra piu’ bassa uscita dalla Cassa delle Spese Pubbliche, e si apprestavano a esporla chiusa in una gabbia di ferro, a un fianco della Porta, “a monito ed esempio durevole dei cattivi e dei buoni”.

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Letteratura Universale

TOP SANNIO – Lutto nel mondo della cultura: e’ morto il prof. Raffaele Matarazzo – Educatore, saggista, giornalista, ha rappresentato per decenni un costante ed importante punto di riferimento culturale a Benevento –

Si e’ spento oggi, all’eta’ di 94 anni, il professore Raffaele Matarazzo.
Autorevole esponente della cultura, per diversi decenni e’ stato uno dei piu’ eccellenti protagonisti della ” intellighenzia” beneventana.
Nato a Cautano (BN) il 17 gennaio 1929 si laureo’ in Lettere studiando alle universita’ di Firenze e Napoli.
Dal settembre 1952 insegno’ italiano e storia nelle scuole medie e negli istituti superiori prima di conseguire la cattedra di preside nella scuola media di Apice, nell’istituto Magistrale “Guacci” e nel Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento.
Fondo’ e diresse la prima Scuola Media del rione “Liberta’” di Benevento, intitolata, su sua proposta, al grammatico e didatta beneventano Orbilio Pupillo.
Fu insignito della medaglia d’oro al merito della scuola, della cultura e dell’arte dal Ministro della Pubblica Istruzione.
Attivista sindacale fu poi eletto Consigliere comunale di Benevento nelle elezioni del 1960 e del 1964 ricoprendo anche la carica di assessore nelle fila della Democrazia Cristiana.
Grande conferenziere, la sua coinvolgente oratoria fu apprezzata nei numerosissimi interventi pubblici su tematiche di vario genere, dalla politica alla religione, alla letteratura, alla storia.
Molte furono le sue opere tra cui quelle riguardanti saggi sulla storia di Benevento oltre alle sapienti collaborazioni con illustri saggisti locali, quali, in particolare, Giovanni Giordano e Gaetana Intorcia.
Affermato giornalista, collaboro’ con il periodico locale “Messaggio d’oggi” e con la rivista “Archivio Storico del Sannio”.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel mondo della cultura beneventana e non solo…

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Politica

TOP SANNIO – E’ ancora lecito dibattere sul tema dell’autonomia regionale sannita ? L’avv. Togo Bozzi fu tra i maggiori protagonisti negli anni settanta del Movimento pro “Molisannio” –

L’istituzione della Provincia di Benevento, nel 1860, fu vista dai valorosi sostenitori garibaldini dell’epoca come il primo passo verso la conquista di un risultato ancora piu’ significativo: quello di un’autonomia territoriale piu’ ampia e potente imperniata sul popolo sannita.
Lo imponeva la storia dei Sanniti, dominatori dell’Italia Meridionale nei secoli avanti Cristo nonche’ protagonisti di importanti interessi politici, commerciali, religiosi, ecc. durante la dominazione longobarda nonostante le ridotte dimensioni territoriali consistenti in poco piu’ di duemila chilometri quadrati.
La spinta di Salvatore Rampone, Antonio Mellusi, Giuseppe De Marco ed altri non fu, pero’, sufficiente a convincere chi di dovere al riconoscimento di una regione “Sannio”  anche perche’ i necessari approfondimenti furono ostacolati dallo scoppio della Grande Guerra prima, e dall’avvento del fascismo poi, indifferente alla problematica.
La seconda guerra mondiale contribui’ allo scemare della lotta per tale obiettivo per l’ovvia concentrazione del pensiero sui relativi eventi tragici.
Al termine del secondo conflitto mondiale si ritorno’ a discutere in sede di Assemblea Costituente sull’istituzione delle Regioni ma evidentemente gli sparuti rappresentanti locali non riuscirono nell’intento visto che la Provincia “sannita” fu inserita nella Regione Campania.
Svanita la speranza per la nascita di una “Regione Sannio”, per circa trent’anni i beneventani tacquero su tale argomento fino a quando, fatta salva per una breve parentesi storica negli anni cinquanta con gli interventi pubblici di Giovanbattista Bosco Lucarelli, le istanze autonomistiche non furono ravvivate negli anni settanta grazie alla tenacia dell’avv. Togo Bozzi che il 2 agosto 1971 fondo’ il “Movimento per la Regione Molise-Sannio” diventandone per circa vent’anni  l’autentico mattatore.
Il fulcro del pensiero movimentista fu decisamente l’aspirazione ad un riequilibrio regionale complessivo tra aree costiere ed aree interne con la messa in discussione della supremazia di Napoli all’interno della Campania.
Togo Bozzi fu affiancato in questa “battaglia” da altri illustri personaggi locali, tra i quali gli avvocati Ismaele De Ciampis, Luigi De Libero, Luigi Marino, Giacomo Massarelli, Luigi Rotondi,  Domenico Cavuoto e Aldo Macolino,  don Salvatore Moffa, l’editore Gennaro Ricolo, l’ing. Giulio Cesare Pedicini, il geologo Michele Benvenuto, i professori Pasquale Cristofaro e Teofilo Maiorano, il rag. Giovanni Sellitti e tanti altri esponenti di varie associazioni culturali.
Il Movimento ebbe una battuta d’arresto verso la fine del 1972 in seguito alla mancata intesa tra figure politiche molisane e sannite appositamente convocate in un incontro finalizzato alla paventata costituzione di un’area industriale interessata alle province di Campobasso e Benevento.
Il dibattito riprese negli anni ottanta con gli interventi di Clemente Mastella (che propose di sdoppiare la Campania in due regioni comprendendo in una le province di Napoli e Salerno e nell’altra quelle di Benevento, Avellino e Caserta) e di Achille Biele, direttore del periodico locale “Benevento”, che attraverso le pagine del giornale diffuse a largo raggio quel neologismo “Molisannio” coniato con successo da Togo Bozzi che amava molto il Mezzogiorno e credeva profondamente in un suo riscatto.
Ecco come si esprimeva in un articolo pubblicato sul “Secolo Nuovo” di Benevento il 14 luglio 1949:
Il Mezzogiorno non puo’ essere sempre il gigante vinto. L’equilibrio del Mezzogiorno deve essere stabilito particolarmente dallo spirito di unione dei suoi parlamentari. Il popolo rispondera’ quando sara’ chiamato alle urne per la costituzione dell’Ente Regione, speranza ultima di vita del nostro Mezzogiorno”. (dal libro “Tempo perduto” – 1979 – Isola di S.Lazzaro- Venezia).
Nella seduta del 22 settembre 1993 il Consiglio Provinciale di Benevento voto’ all’unanimita’ un ordine del giorno nel quale si faceva espressa richiesta di inserimento della provincia di Benevento in un altro contesto regionale.
La risoluzione ebbe una vasta risonanza anche sul piano nazionale soprattutto per la circostanza che per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana era una Provincia e non un singolo Comune a chiedere il passaggio ad un’altra Regione.
Essa, comunque, nonostante l’adesione di parecchi Comuni non suscito’ una grande mobilitazione popolare. Attualmente sulla questione e’ ricalato il silenzio…

Togo Bozzi nacque a Cervinara (AV) il 27 luglio 1905. Nel 1928 si laureo’ in Giurisprudenza a Napoli e diede avvio alla professione di avvocato, come il padre, curando soprattutto gli interessi delle classi meno abbienti.
Fondatore del “Molisannio”, Movimento socio-politico per la costituzione di una Regione autonoma comprendente il Molise ed il Sannio, fu fiero sostenitore e combattente delle idee di liberta’ e di giustizia oltre che europeista convinto.
Come giornalista collaboro’ a “Rivista Storica del Sannio”, “Idea Nazionale” di Roma, “Lavoro d’Italia” di Napoli, “Centro Italia” di Perugia, “Mattino” di Napoli, “Roma” di Napoli, “Messaggio d’oggi” di Benevento e fu redattore del quotidiano “Ricostruzione” di Roma.
Scrisse “Tormento di meridionalista” (1951), “Il vestibolo eterno” (1973), “Le Oasi Sannite” (1974), “Tempo perduto” (1979), “Il vero Sannio” (1981).
Fu insignito del premio europeo “Leader d’opinione” dal Centro giornalistico per la programmazione economica.
Nel 1945 fu chiamato dall’allora Ministro della Costituente, on. Pietro Nenni, a far parte della commissione per la riorganizzazione dello Stato.
Mori’ a Benevento il 28 giugno 1989.