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Il Cammino del Benevento

IO, PROPRIO IO, EX JUVENTINO DOC

Benevento-Juventus 2-4
La rete dell’ 1 a 1 di Diabatè.

“Non si mente mai tanto quando si parla di se stessi”.
Prendo a prestito quest’espressione cara a Paul Valery per affermare che nella vita ci sono momenti in cui ci si fà un bell’esame di coscienza per rivedere i propri errori e ragionare anche, perchè no, su quelle che una volta sembravano sincere convinzioni rivelatesi, nel corso degli avvenimenti personali, sperimentati sulla propria pelle, nient’altro che sterili convenzioni a cui ci si è adeguati per evitare di…uscire fuori dal coro e rischiare di essere tacciati di incoerenza e contradditorietà.
Per quanto mi riguarda, ciclicamente me li sono posti alcuni interrogativi sui quali in precedenza non mi sarei mai sognato di farli balenare nella mente. E’ successo con il mio giudizio sul materialismo: mi ritengo materialista non perchè contrappongo al culto divino il culto umano ma perchè credo alla libertà dell’individuo proprio in omaggio alla morale cristiana. E sono convinto che una visione spirituale dell’esistenza può fungere da supporto fondamentale alla trasformazione in senso comunista della società.
E’ successo con il mio giudizio sulla fede: mi definivo di orientamento cattolico solo perchè sono cresciuto in una realtà convenzionalmente impregnata di cattolicesimo. Oggi, invece, pur nella convinzione che tra le varie religioni la cattolica è quella che più si attaglia al mio modello comportamentale, prediligo una religione di carattere filantropico, senza dogmi o apparati sacramentali, senza segni esteriori di culto o sottigliezze scolastiche ma una religione civile, più adatta ai bisogni dello spirito moderno e che integri l’insegnamento cristiano.
E’ successo con il mio giudizio su filosofi, intellettuali, artisti, ecc.: l’elenco sarebbe lungo e mi porterebbe via troppo tempo.
Insomma, le idee possono anche mutare nel corso degli anni senza che la cosa possa arrecare troppi turbamenti interiori.  Ciò che importa è il non trasferire questi cambiamenti sul piano dell’ipocrisia e del tornaconto personale altrimenti si sfocerebbe nell’egoismo, puramente e semplicemente.
Da tempo è cambiato anche il mio giudizio sul calcio che, nell’ostinato tentativo di difendere il mio “fanciullino interiore”, credevo ancora un’isola felice, lontana dai guasti della cosiddetta società civile.
Da bambino coltivavo una incredibile passione per la Juventus e spesso mi mettevo a piangere quando perdeva le partite, soprattutto con l’Inter.
Poi, pian pianino, in particolare dall’era Moggi, quando mi sono scrollato di dosso tutte quelle fastidiose scorie in ordine al suo strapotere politico in Federazione ed in Lega, ho cominciato a nutrire il tifo per i bianconeri solo quando giocavano in campo internazionale senza impegolarmi, come facevo in passato, in diatribe con tifosi di altri colori ma giudicando con distacco le prestazioni sportive volta per volta.
Alla fine sono arrivato alla determinazione (contro chi mi accusava di contraddizione circa il mio sempiterno interesse per le fasce più deboli della società e, nel contempo, per la “bandiera dei poteri forti” come la Juventus) che nel cosiddetto “calcio che conta” c’è troppo marcio, troppi interessi economici, un pò come avviene, del resto, nella società “civile”.  Per la qual cosa, è inutile tifare per sodalizi e farsi il sangue amaro a tutto vantaggio di chi approfitta della passione sportiva per lucrare e soggiogare le menti umane.
Allora, per tornare all’aforisma di Paul Valery, diciamocela tutta e siamo onesti con noi stessi: prima che il Benevento facesse questo exploit e piombasse, come per incanto, nella elite del calcio, eravamo tutti juventini, interisti, milanisti, napoletani, ecc. perchè la lunghissima permanenza del Benevento nel calcio minore ci faceva apparire la serie A come un pianeta inavvicinabile e lontano anni luce dai nostri pensieri.   Oggi che ci siamo accorti che nulla è impossibile stiamo procedendo ad una profonda revisione delle nostre concezioni in materia calcistica e per la stragrande maggioranza dei sanniti viene prima il Benevento e poi le nostre ex squadre del cuore. Anche perchè (spero di interpretare il pensiero di tanti “fanciulli” come me!) il Benevento gioca ancora un calcio puro, pulito, lontano dalle contaminate incrostazioni delle tradizionali formazioni “forti” che da sempre dominano il gotha del calcio in Italia.
Al di là dei record negativi che hanno contraddistinto il cammino del Benevento in questa meravigliosa avventura di serie A, l’aspetto positivo che nessuna mente onesta può ignorare è il suo atteggiamento distaccato verso i calcoli di potere che a livello verticistico da tempi imperituri si consumano in Italia anche in ambito sportivo e calcistico in particolare.
Non che avessi scoperto tutto ad un tratto il classico “uovo di Colombo” ma il contatto più stretto e ravvicinato con tale realtà mi ha aperto ancora di più gli occhi su un mondo corrotto e disumano.
L’ultima partita del Benevento con la Juventus mi ha rafforzato tale convinzione ma il bandolo della matassa non è solo la Juventus perchè le ingiustizie vengono perpetrate anche dalle altre squadre blasonate, anche dal Napoli che da qualche tempo è riuscito con i suoi dirigenti ed i suoi milioni ad inserirsi, come diciamo qui a Benevento, “…dind’ u ruot  ‘e caprett…” ossia  nella stanza dei bottoni.
Per questi motivi, continuerò ad ignorare la mia vecchia Juventus ed a tifare per il Benevento anche se scenderà in serie B o nelle serie inferiori fino a quando non si lascerà anch’esso contaminare da interessi diversi da quelli sportivi e ludici: solo allora si aprirà un altro ciclo di ripensamento sulle mie convinzioni.