Ciò indipendentemente dalla colorazione delle regioni.
La misura, però, a distanza di un anno dal primo caso di coronavirus in Italia, appare inadeguata.
Non sono bastati, finora, i lockdown, le chiusure, le mascherine contro un virus che ha dribblato tutto e tutti perchè il governo Conte non ha capito (e lo stesso mostra di fare il nuovo governo Draghi) che il rafforzamento del sistema sanitario nazionale deve passare necessariamente per l’efficienza della medicina territoriale.
I medici continuano a morire (circa uno al giorno) ed intanto in un anno il numero dei rianimatori ed anestesisti per posto-letto si è quasi ridotto alla metà.
La sanità continua a scontare i danni della spropositata esternalizzazione a fronte dell’esigenza, avvertita da anni, di una profonda riconversione pubblica.
I medici di famiglia rimangono liberi professionisti in convenzione e, quando si ammalano, i pazienti sono costretti a rivolgersi al pronto soccorso.
Gran parte dei soldi pubblici sono stati spesi finora per remunerare gli azionisti delle aziende, poco è stato speso per la ricerca.
Ben vengano, allora, le misure restrittive perchè si è visto che gli italiani (anche il resto del mondo, per la verità, salvo qualche rara eccezione) non osano rinunciare ai piaceri ed al profitto ma bisogna avere il coraggio di cambiare il nostro modello sociale di sviluppo per difenderci da questa maledetta pandemia.
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