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Il Cammino del Benevento

SCOPPIA IL CASO LUCIONI: POSITIVO ALL’ANTIDOPING

La notizia si è diffusa in un battibaleno ed è come un fulmine a ciel sereno per la tifoseria beneventana: Fabio

Fabio Lucioni

Lucioni, capitano del Benevento, è risultato positivo all’antidoping per aver usato una pomata che figura nell’elenco degli anabolizzanti.
La partita incriminata è Benevento-Torino 0-1, valida per la terza giornata del campionato attuale.
Le testate giornalistiche ed i principali social network si soffermano sui dati tecnici della sostanza utilizzata e sui rischi di squalifica, da uno a quattro anni, che incombono sul calciatore.
Al di là, però, dei risvolti di natura sportiva e giurisdizionale che riveste il caso, il rilievo che più sta a cuore a chi scrive in questo momento ( e credo, senza falsa modestia, di interpretare il pensiero della unanimità delle persone che conoscono personalmente o indirettamente “zio Fabio”) è l’impatto psicologico che subisce “l’uomo” Lucioni per tale infausta circostanza.
Fabio Lucioni è sicuramente “il più amato” dei calciatori sanniti e si è contraddistinto dal 2014 ad oggi non solo per la sua bravura ma anche e soprattutto per la sua serietà professionale, il suo carisma, il suo rinomato equilibrio interiore, doti tutte che sono valse a fargli meritare la prestigiosa fascia di capitano degli stregoni.
La brutta tegola che si è abbattuta sul suo capo e, ovviamente, sulla società sportiva già di per sè scossa per le note polemiche dovute ai pessimi risultati in campionato, nella speranza che tutto si risolva in una bolla di sapone, non può lasciare indifferente i suoi compagni di squadra, gli amici, i tifosi i quali si devono stringere tutti attorno alla sua persona e mostrargli tutto il calore che merita.
E ciò non per screditare l’immagine della giustizia sportiva che deve fare il suo corso ed indagare se la vicenda debba approdare o meno ad un verdetto di colpevolezza ma semplicemente perchè la sensazione che si ha di primo acchito di fronte ad una notizia del genere è che sicuramente Lucioni fosse del tutto all’oscuro dei rischi e delle responsabilità legati all’uso della citata pomata.
E’ una sensazione basata proprio su quelle doti a cui facevo riferimento poc’anzi.
A questo punto, però, è doveroso porsi un interrogativo: chi sapeva dell’illegalità dell’uso della sostanza dopata (perchè non credo che la cosa fosse sconosciuta agli specialisti dell’ambiente medico) perchè l’ha consigliata e somministrata ? Sperava forse di farla franca ? O c’è dell’altro ?
In ogni caso, il fatto rimane e le conseguenze possono essere davvero preoccupanti.
Io che confido nella buona fede “dell’uomo Lucioni” gli auguro di uscire a testa alta dalla vicenda liberando “l’area di rigore” della cultura del sospetto dai giudizi infamanti sul suo conto così come ha sempre fatto sul terreno di gioco liberando l’area di rigore dalle insidie degli avversari di turno.
Buona fortuna, capitano! Ti siamo vicini in questa dura battaglia che, siamo sicuri, vincerai alla grande come hai sempre fatto.