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Politica

E’ PASSATO IL SESSANTOTTO ?

Per decenni i poteri dominanti ed i loro mezzi di comunicazione hanno tentato, invano, di screditare, con i loro giudizi faziosi e bugiardi ciò che veramente ha rappresentato il ’68 circa la volontà di una
generazione, coraggiosa e idealmente motivata, di costruire il cambiamento.
Violenti, intolleranti, frustrati sono solo alcuni degli epiteti che la classe borghese rivolgeva ai protagonisti del Movimento (studenti, giovani, donne, operai, lavoratori) che avevano solo il torto di protestare contro un sistema che non garantiva il diritto allo studio, ad un ambiente di lavoro adeguato, ad una occupazione dignitosa e, più in generale, ad una nuova qualità della vita.
A distanza di cinquant’anni, molte cose sono cambiate, ed in peggio !
Allora, l’interesse per la cultura (libri, arte, teatro, scuola, ecc.) era enorme, il confronto politico, all’interno dei partiti, era serrato, i giovani erano speranzosi di un mondo migliore che pensavano di realizzare con le loro idee di rinnovamento e con le loro lotte sociali. E poi c’erano grandi leaders politici che, al di là delle diverse tendenze ideologiche, costituivano un costante punto di riferimento per il popolo.
Oggi, la cultura è svilita dal ridimensionamento progressivo dei governanti di turno, molti dei quali hanno tradito la loro spinta propulsiva originaria, i partiti sono diventati oligarchie di notabili contro i quali sono rivolti, spesso a ragione, strali ingiuriosi e volgari a testimonianza della sfiducia e della diffidenza nei confronti non solo di uomini politici ma anche delle istituzioni, i giovani vedono molte ombre nel loro futuro e scappano fuori dall’Italia o, in altre ipotesi, si rifugiano nella famiglia allungando, con loro grande disperazione, un’adolescenza inquieta.  Al posto dei vari Berlinguer, Moro, ecc. ci sono Berlusconi, Salvini, Renzi.
Quando mi trovo a parlare con mio figlio di quei “formidabili anni”, entro in crisi e faccio fatica a rispondere alla sua domanda, legittima per la verità, “Papà, ma come si è arrivati alla situazione odierna, che eredità ci avete lasciato a noi giovani” ?
E mi accorgo che non è giusto scaricare le colpe sui giovani di oggi, accusandoli di essere troppo passivi e disorientati anche se mi sembrano così lontani i tempi di Martin Luther King, Bob Kennedy, lo Statuto dei lavoratori, la legge sull’aborto e sul divorzio, l’autunno caldo, le grandi manifestazioni di massa, Lama ed i sindacati.
Da noi, a Benevento, il ’68 con i suoi riflessi ed i suoi sentimenti è arrivato, forse, all’inizio degli anni settanta ed io, pur avendo ancora un’età giovanissima, avvertivo sensibilmente nell’aria quel clima meraviglioso, coinvolgente che ti entrava dentro quasi a voler esorcizzare quella condizione di impotenza, che giudicavi ingiusta, verso i tuoi nemici di classe che mai come allora ti sembravano più deboli e non solo grazie alla classica esuberanza dettata dall’età giovanile che ti fà apparire tutto più facile ed alla tua portata bensì grazie alla protezione, sia pure indiretta, che ti ispirava la comunanza di idee, di passioni, di ideali di un’enorme massa di giovani che la pensava come te e ti stimolava ad esprimere liberamente il tuo pensiero senza alcun timore reverenziale nei confronti di chicchessia.
Ho ancora vivo nella mente il ricordo della mia prima partecipazione all’occupazione del Liceo Classico, le notti insonni passate a discutere sulla situazione politica, la vigilanza nel respingere i tentativi dei fascisti di liberare l’istituto, l’arrivo di prima mattina delle compagne di scuola con il caffè, il cappuccino e quant’altro. Momenti indimenticabili!
Se penso che il Movimento Studentesco, poi sfociato nel ’68 con tutte le sue implicazioni (trascurate, forse, nella loro importanza dal PCI e da molti intellettuali che all’epoca ruotavano attorno al più grande partito della Sinistra italiana) è iniziato l’anno precedente con la protesta degli studenti dell’Università Cattolica di Milano per la decisione impopolare di aumentare la tassa di iscrizione per tutte le Facoltà portandola da 18 a 43 mila lire (è bene ricordare che a quei tempi il salario medio di un lavoratore era di circa 70 mila lire mensili), mi chiedo come possa restare indifferente oggi la popolazione italiana di fronte alla circostanza che gran parte di essa non riesce a mettere il piatto a tavola a fine mese.
Un altro interrogativo mi pongo:” Se il Sessantotto fosse capitato nei tempi attuali, come avrebbe reagito il “Movimento” ? “.
Allora le domande diventano due: a)- come si è arrivati a tanto, nonostante le lotte e le conquiste di quegli anni e b)- cosa succederebbe se in un’ immaginaria trasposizione dei tempi la contestazione avvenisse oggi, in questa particolare e fallimentare degenerazione della società ?