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LA MARCIA SU ROMA – Nel 1922 la manifestazione armata dei fascisti –

Il 28 ottobre 1922 oltre 25.000 fascisti in camicia nera, aderenti al Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini, si diressero a Roma pretendendo dal re la guida politica del Regno d’Italia con la minaccia della presa del potere con la violenza in caso contrario.
Due giorni dopo il re Vittorio Emanuele III cedette alla pressione degli eversivi e diede a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo.
Fu l’inizio di un ventennio tra i più tragici e dolorosi per le sorti del popolo italiano.

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LA CADUTA DEL FASCISMO – Nel 1943 la sfiducia a Mussolini ed il suo arresto –

Nella notte tra il 24 ed il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo, massimo organo del Partito Nazionale Fascista, approva un ordine del giorno del gerarca Dino Grandi votando la sfiducia a Benito Mussolini.
Il re Vittorio Emanuele III fà arrestare il duce e nomina nuovo Capo del Governo il maresciallo dell’Esercito Pietro Badoglio: dopo 21 anni cade il fascismo.

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BENITO MUSSOLINI, IL CAPO DEL FASCISMO – 75 anni fa la morte del duce –

Il 28 aprile 1945 moriva, fucilato dai partigiani, il dittatore Benito Mussolini.
Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, divenne direttore de “l’Avanti!” dichiarandosi antinterventista nella guerra italo-turca nel 1912 ma cambiò opinione due anni dopo, si dimise dalla direzione del quotidiano e fu espulso dal partito.
Nel 1919 fondò i Fasci Italiani di Combattimento, divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e puntò alla presa del potere attraverso atti di intimidazione e di violenza squadristica che portarono nel 1922 alla marcia su Roma culminata nell’incarico della costituzione del governo.
Dopo una serie di efferati delitti, tra i quali quelli di Matteotti e Gobetti, nel 1925 instaurò una feroce dittatura che durò per circa vent’anni qualificandosi come pagina nera tra le più nefaste della storia d’Italia.
Consolidato il regime con la forza,  decise di occupare l’Etiopia provocando l’isolamento politico internazionale dell’Italia, quindi appoggiò i seguaci del “generalissimo” Franco nella guerra civile spagnola e, nel 1939, strinse con Adolf Hitler il Patto d’Acciaio approvando subito dopo le leggi razziali.
Nel 1940 decise per l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale ma le disfatte subite indussero il Gran Consiglio del Fascismo a sfiduciarlo ed il 25 luglio 1943 fu arrestato per ordine del re.
Liberato dai tedeschi, ormai padroni assoluti della sua persona, fondò nel nord d’Italia la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), quindi scappò da Milano dopo la sconfitta definitiva delle forze italo-tedesche ma fu catturato dai partigiani e fucilato il 28 aprile 1945 insieme all’amante Claretta Petacci.
La sua morte decretò la fine di un periodo storico tra i più bui della storia italiana.