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Pollice su per … LA FESTA DELLA LIBERAZIONE – La Repubblica italiana celebra la liberazione del Nostro Paese dall’occupazione nazifascista –

Ricorre oggi il 76* anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.
E’ un giorno importante che ricorda la conquista di valori ed idealità effettuata dalla Resistenza partigiana e confluita nella Nostra Carta Costituzionale.
E’ un giorno di festa ovviamente odiato dall’ultra destra che anche quest’anno non ha mancato di marcare il suo odio profondo come dimostra la presenza di svastiche su muri, bandiere e lapidi in molte città italiane.
I giovani, purtroppo, non hanno memoria storica e non possono capire che i diritti di cui godono oggi sono frutto della lotta antifascista.
Ma il vero problema sono soprattutto quegli adulti che vivono con indifferenza, se non addirittura con disprezzo, il giorno della Liberazione venendo meno al loro dovere di educare le nuove generazioni a prendere coscienza degli ideali di libertà e democrazia barbaramente repressi nel ventennio più cupo della storia della Repubblica Italiana.
Siamo tutti chiamati a diffondere, ciascuno secondo il proprio ruolo nella società, valori positivi e messaggi d’amore per frenare quell’onda malefica che innesca odio razziale, bullismo, violenza e tanti altri messaggi negativi veicolati da questo assurdo e deprecabile fanatismo ideologico dei vecchi e nuovi fascismi.

 

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Teatro

LUIGI PIRANDELLO, UNA VITA PER IL TEATRO – Nel 1867 la nascita del famoso drammaturgo siciliano –

Il 28 giugno 1867 nasceva a Girgenti, oggi Agrigento, Luigi Pirandello, tra i più importanti drammaturghi del XX secolo.
Il suo primo grande successo lo ebbe con la pubblicazione del romanzo “Il fu Mattia Pascal” nel 1904 ma fu quando si dedicò completamente al teatro nel 1922 che riscosse la piena consacrazione.
L’innovazione che portò nell’arte drammatica e teatrale gli valse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1934.
In molte opere, tra cui “Il berretto a sonagli“, affrontò il tema della crisi d’identità che l’uomo poteva recuperare solo attraverso la follia vista l’impotenza della sua razionalità di fronte al mistero universale.
Aderì al fascismo anche se fu guardato con sospetto da molti intellettuali del Partito Nazionale Fascista che non vedevano nel contenuto delle sue opere una vera “arte fascista”.
Pirandello amò il teatro, che lui definì “il teatro dello specchio” in quanto vera raffigurazione della realtà, senza ipocrisie e convenzioni sociali.
Morì a Roma il 10 dicembre 1936.

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Politica

BENITO MUSSOLINI, IL CAPO DEL FASCISMO – 75 anni fa la morte del duce –

Il 28 aprile 1945 moriva, fucilato dai partigiani, il dittatore Benito Mussolini.
Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, divenne direttore de “l’Avanti!” dichiarandosi antinterventista nella guerra italo-turca nel 1912 ma cambiò opinione due anni dopo, si dimise dalla direzione del quotidiano e fu espulso dal partito.
Nel 1919 fondò i Fasci Italiani di Combattimento, divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e puntò alla presa del potere attraverso atti di intimidazione e di violenza squadristica che portarono nel 1922 alla marcia su Roma culminata nell’incarico della costituzione del governo.
Dopo una serie di efferati delitti, tra i quali quelli di Matteotti e Gobetti, nel 1925 instaurò una feroce dittatura che durò per circa vent’anni qualificandosi come pagina nera tra le più nefaste della storia d’Italia.
Consolidato il regime con la forza,  decise di occupare l’Etiopia provocando l’isolamento politico internazionale dell’Italia, quindi appoggiò i seguaci del “generalissimo” Franco nella guerra civile spagnola e, nel 1939, strinse con Adolf Hitler il Patto d’Acciaio approvando subito dopo le leggi razziali.
Nel 1940 decise per l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale ma le disfatte subite indussero il Gran Consiglio del Fascismo a sfiduciarlo ed il 25 luglio 1943 fu arrestato per ordine del re.
Liberato dai tedeschi, ormai padroni assoluti della sua persona, fondò nel nord d’Italia la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), quindi scappò da Milano dopo la sconfitta definitiva delle forze italo-tedesche ma fu catturato dai partigiani e fucilato il 28 aprile 1945 insieme all’amante Claretta Petacci.
La sua morte decretò la fine di un periodo storico tra i più bui della storia italiana.