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LA MORTE DI MICHELE SCARPONI – Tre anni fa il ciclista fu investito da un furgone –

Il 22 aprile 2017 moriva il ciclista Michele Scarponi.
Nato a Jesi (AN) il 25 settembre 1979, Michele Scarponi debuttò tra i professionisti nel 2002 vincendo subito una tappa della Settimana Ciclistica Lombarda e si distinse l’anno dopo ottenendo ottimi piazzamenti in importanti classiche.
Nel 2004 si aggiudicò la storica Corsa della Pace, primo italiano nella storia di questa corsa.
Soprannominato “L’Aquila di Filottrano” per le sue caratteristiche di scalatore, partecipò a diversi Giri d’Italia vincendo quello del 2011 grazie alla squalifica dello spagnolo Contador.
Morì la mattina del 22 aprile di tre anni fa a Filottrano (AN) investito da un furgone durante un allenamento in bici.

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Politica

INIZIA IN GRECIA LA DITTATURA DEI COLONNELLI – Nel 1967 Georgios Papadopoulos promosse il golpe instaurando un regime dittatoriale –

Nella notte tra il 20 ed il 21 aprile 1967 un gruppo di ufficiali, capeggiato dal colonnello Georgios Papadopoulos, che da tempo insieme al re Costantino II meditavano il colpo di Stato, entrarono nella sede dello Stato Maggiore dell’Esercito ed annunciarono il golpe al comandante Georgios Spantidakis, che non si oppose, anzi li aiutò.  Gli insorti occuparono poi il Ministero della Difesa, i centri di comunicazione, il parlamento ed il palazzo reale. Quindi arrestarono circa diecimila persone, tra cui il primo ministro, alti dirigenti politici e semplici cittadini simpatizzanti di sinistra.
Alle 5 e mezza di quella mattina i golpisti si recarono alla residenza estiva del re circondandola con carri armati e Papadopoulos assunse il comando della giunta militare.
Nel dicembre 1967 il re andò in esilio volontario all’estero e si instaurò formalmente la dittatura dei colonnelli.
L’anno successivo Papadopoulos subì un attentato da parte di Alekos Panagulis che fallì e Panagulis fu catturato ed arrestato.
Il regime dittatoriale di Papadopoulos durò fino al 1973 quando fu rimosso dalla carica di Presidente della Repubblica greca grazie ad un altro colpo di stato promosso dal generale Dimitrios Ioannides che prese il potere fino a quando fu costretto, a seguito delle contestazioni popolari, a convocare le elezioni.
Nel 1975, con il ritorno alla democrazia, Papadopoulos fu processato e condannato a morte ma la pena fu poi tramutata in ergastolo.

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Politica

LA CONDANNA DI CRAXI PER LE TANGENTI DELLA METROPOLITANA MILANESE – Il leader del PSI, però, era già scappato in Tunisia 5 anni prima per sottrarsi all’arresto –

Il 20 aprile 1999 il Segretario Nazionale del PSI, Bettino Craxi, viene condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per le tangenti della Metropolitana Milanese.
Secondo l’accusa i proventi dei reati contestatigli erano destinati a scopi personali: finanziamento del canale televisivo GBR di proprietà di Anja Pieroni (sua amante dal 1980 al 1991), acquisto di immobili, affitto di una casa in Costa Azzurra per il figlio, il tutto per un importo di circa 50 miliardi di lire).
Al momento della pronuncia della sentenza, Craxi si trovava già dal 1994 ad Hammamet, in Tunisia, per sottrarsi all’esecuzione di condanne penali inflittegli. Nel 1995 sarà dichiarato ufficialmente latitante.

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Cronaca

L’ELEZIONE DI PAPA BENEDETTO XVI – Nel 2005 il cardinale tedesco Joseph Ratzinger salì al soglio pontificio –

Al quarto scrutinio il 19 aprile 2005 il cardinale tedesco Joseph Ratzinger viene eletto papa col nome di Benedetto XVI.
Il suo pontificato è abbastanza chiacchierato, tra polemiche sul suo passato di paventato consenso al nazismo, sul suo pensiero settario nei confronti degli omosessuali e sul negazionismo dello Shoah, accuse che respingerà sempre con il supporto della Chiesa romana.
L’11 febbraio 2013 annuncia la rinuncia al ministero petrino che si concretizzerà il 28 febbraio.
Al suo posto, subentrerà papa Francesco.

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Cronaca

SUL CORONAVIRUS SOLO CONFUSIONE E RITARDI – Errori di valutazione e conflitti tra Governo e Regioni – I limiti di inesperienza tra i medici – L’utilizzo di tamponi e mascherine –

Diciamocela tutta: a distanza di oltre due mesi dalle notizie sul coronavirus, regna ancora molta confusione e non solo nella popolazione (il che è giustificabile per l’assenza di conoscenze mediche e scientifiche), ma tra gli stessi cosiddetti “esperti” che continuano a far circolare pareri contrastanti contribuendo a far crescere ulteriormente la tensione e lo stress tra la gente.
Breve cronistoria dell’evoluzione del virus. Lo scorrere del tempo ha sicuramente pregiudicato la possibilità di un intervento tempestivo di fronte all’emergenza.
Le prime notizie sulla diffusione del virus si sono avute nel mese di gennaio di quest’anno quando già in Cina stavano adottando le misure per contrastarne la portata dannosa.
In Italia, però, il problema è stato sottovalutato. Basti pensare che solo il 27 gennaio il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dichiarava, durante la nota trasmissione televisiva “Otto e Mezzo” che “..l’Italia era prontissima a fronteggiare l’emergenza e che il nostro Paese aveva già adottato misure cautelative all’avanguardia e tutti i protocolli di prevenzione…”.
In quel periodo, come si ricorderà, si discettava sull’origine del virus. C’era chi affermava la responsabilità della Cina per la scelleratezza del mercato del pesce e del pipistrello che ne era stato il veicolo. Qualcuno accennava all’ipotesi di un errore in un laboratorio di Wuhan che aveva permesso al virus di circolare impunemente senza che le autorità cinesi, sia pur informate da parte di un medico coraggioso (che poi sarebbe stata la prima vittima ufficiale), avessero avuto il buon senso di divulgare perlomeno alle comunità scientifiche tale situazione. Si parlava di “complottismo” anche se qualche giorno fa un autorevole scienziato, il professore francese Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina nel 2008, ha dichiarato pubblicamente che la Cina sapeva della cosa e l’ha tenuta nascosta.
Il 31 gennaio avveniva una svolta importante in Italia: il governo dichiarava “…lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza del coronavirus” ed il relativo provvedimento veniva pubblicato il giorno dopo sulla Gazzetta Ufficiale.
I giudizi degli “esperti”. Da quel momento in televisione e sulla stampa, nazionale e locale, si susseguivano i pareri di medici e scienziati italiani, alcuni erano autorevoli esponenti dell’I.S.S. (Istituto Superiore di Sanità) e dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) i quali invitavano soprattutto a restare a casa e ad evitare avvicinamenti con altre persone.
Senza nulla togliere alla loro autorevolezza, c’è forse da credere però a chi sostiene che non c’è stata chiarezza sufficiente nelle informazioni perchè in Italia non esistono grandi esperti su questo tipo di problema.
Per questo motivo, probabilmente, voglio spezzare una lancia a favore del governo che, affidandosi   a questi “esperti”, ha proceduto con decreti frammentari e privi di un vero e proprio piano di azione.
Ritardi fatali. Come si spiega altrimenti la scelta di far giocare allo stadio “Meazza” di Milano la partita Inter-Juventus e poi, il 19 febbraio, Atalanta-Valencia oltre a permettere raduni e fiere?  Certo, l’irresponsabilità della gente con l’assalto in quel periodo alle stazioni sciistiche, ai supermercati, alle chiese, alle stazioni ferroviarie (emblematico, a tale ultimo proposito, l’episodio della corsa ai treni diretti al sud e del loro pericoloso affollamento da parte dei residenti milanesi subito dopo la notizia, improvvidamente diffusa in anticipo, dell’imminente delimitazione di “zona rossa” del territorio lombardo) hanno alimentato maggiore pericolo di contagio.
I ritardi nell’adozione di misure di sicurezza sono risultati fatali. Imperdonabile il “vuoto” di queste misure necessarie da quel famoso 31 gennaio.
Il 21 febbraio si verificava il primo caso di coronavirus, a Codogno in provincia di Lodi ma solo il 25 febbraio  la protezione Civile emetteva il primo provvedimento per fronteggiare l’emergenza il quale, tra l’altro, riguardava l’allarme solo per chi aveva avuto contatti stretti con cinesi e chi aveva viaggiato nelle zone a rischio.  Venivano disertati improvvisamente i ristoranti ed i negozi gestiti da cinesi in Italia e venivano effettuati i controlli negli aeroporti ma si trascurava un aspetto fondamentale nella lotta contro il virus e cioè l’acquisizione degli strumenti e dei dispositivi di ventilazione invasivi e non invasivi nonchè la destinazione dei dispositivi di protezione individuale in via prioritaria al personale sanitario, che avvenivano solo il 28 febbraio quando medici, infermieri ed altri operatori erano stati già contagiati diventando a loro volta portatori del virus e, quel che è peggio, sacrificando con la vita il loro eroico contributo alla tutela della salute collettiva.  Si parlava di ritardi nelle consegne dei materiali dall’estero (in Italia non c’erano aziende produttrici a sufficienza) anche perchè altri Stati impedivano il loro trasporto poichè iniziavano anche loro ad avvertire il grave pericolo e si rifiutavano di far esportare mezzi utili anche alla loro comunità.  Polemiche a iosa in quel periodo!
Tagli alla Sanità. Intanto, il virus continuava a mietere le sue vittime (tante, troppe) mentre gli ospedali collassavano soprattuto in alcune regioni settentrionali, Lombardia per prima ma anche Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte dove si evidenziavano le nefaste conseguenze di una  politica sanitaria che negli ultimi anni con i suoi  tagli aveva portato al dimezzamento di posti letto in terapia intensiva.
A subirne gli effetti erano innanzitutto gli operatori sanitari che, solo in base a turni massacranti, riuscivano a colmare le lacune di una politica scellerata, liberista ed eccessivamente privatista.
La popolazione italiana rispondeva bene, tutto sommato, agli inviti di distanziamento sociale, permanenza in casa con uscite solo in casi di straordinaria necessità e di rispetto delle regole disposte dal Ministero della Salute.  Gli “imbecilli” ed irresponsabili si facevano, comunque, notare ma, per fortuna, erano una minoranza. Commoventi le gare di solidarietà, tra gli italiani ma anche tra italiani e stranieri come quando cinesi, russi cubani ed albanesi (molto apprezzato l’intervento di questi ultimi, considerata la loro precaria economia) prestavano volontariamente il loro aiuto attraverso mezzi umani e strumentali.
Il comportamento delle Regioni. Senza addentrarci in campo politico per evitare sospetti di partigianeria, c’è da rilevare che finora ogni regione sta agendo in modo diverso anche perchè non c’è abbastanza chiarezza sulle competenze in materia tra Governo e Regioni.
La regione più colpita dal coronavirus, la Lombardia, ha senz’altro fatto gli errori più grossi.
Pur dotata di eminenti luminari in campo sanitario, questa regione ha avuto il maggior numero di vittime in Italia e, dopo New York, Madrid e Bruxelles, Milano è la città che, in percentuale del numero di abitanti, è la città che ha avuto più decessi e contagiati in assoluto.
Oltre agli episodi già indicati sopra (partite, fiere, raduni,ecc.) ed ai problemi oggettivi legati ai tagli della sanità che hanno danneggiato l’Italia intera,  il triste primato italiano della Lombardia è dovuto, evidentemente, al ritardo col quale sono stati ordinati  tamponi e mascherine (solo il 25 febbraio) che ha comportato l’enorme afflusso negli ospedali in contemperanea di tantissimi contagiati.
E poi c’è da dire anche, circostanza non trascurabile, la sconvolgente leggerezza di far trasferire nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) tanti malati gravi di coronavirus che a contatto con persone anziane e, quindi, meno protette dal punto di vista immunologico, hanno scatenato il proliferarsi di decessi tra ospiti e personale delle strutture. Su questo evento, come si sa, sono fioccate le denunce in Procura da parte dei parenti delle vittime e tuttora si fatica ad attingere informazioni sullo stato di salute degli attuali degenti.
In Emilia-Romagna ed in Piemonte, invece, la situazione è meno grave rispetto alla Lombardia mentre in Veneto, secondo il professore Ernesto Burgio, tra le altre cose Presidente del Comitato Scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale, si è agito bene perchè gli esperti hanno consigliato bene il governatore regionale Zaia, che li ha ascoltati.
Lo stato attuale.  Ancora oggi i mass-media e, soprattutto, la televisione ci stanno bombardando con gli inviti a rimanere a casa scomodando anche artisti famosi nei loro spot pubblicitari.
E’ sufficiente tutto questo? Considerando che “…il 90% dei contagi avvengono tra persone che hanno un’esposizione ravvicinata – è sempre Burgio che parla – in ambienti chiusi. Cioè: famiglia, luoghi di lavoro e purtroppo ospedali...”  è solo una esigua parte della popolazione che si contagia per strada.
Ed allora, non appare eccessiva questa misura? E’ così indispensabile il “lockdown“?
Senza dubbio, andavano formati a tempo debito gli operatori sanitari e sarebbe stato opportuno predisporre agli stessi un equipaggiamento simile a quello fatto in Cina e che oggi “...ha adottato molto bene soltanto l’ospedale Cotugno di Napoli...”
Bisogna sperare in un vaccino al più presto possibile anche se un altro illustre scienziato, noto virologo di fama mondiale, Giulio Tarro, sostiene che potrebbe essere inutile l’attesa per un vaccino.
“Se il virus ha come sembra una variante cinese e una padana sarà complicato averne uno che funziona in entrambi i casi esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali  che non coprono tutto…”. Quindi, serve una cura più che un vaccino.
A diffidare dei dati numerici che vengono quotidianamente diffusi c’è, infine, il discorso di due categorie di persone sui quali è opportuno fare riflessioni ponderate: gli “asintomatici” ed i guariti e dimessi.
Degli asintomatici, di coloro, cioè, che hanno probabilmente incontrato il virus ma non hanno sviluppato una forma di malattia significativa, non è dato sapere, ovviamente, la loro consistenza numerica ma per costoro la mascherina è importante perchè potrebbero inconsapevolmente contagiare altre persone pur non manifestando colpi di tosse, starnuti o febbri.
Le persone guarite, invece, possono nuovamente contrarre il virus perchè esso è instabile, mutevole e potrebbe tornare con differenti proteine di superficie che non assicurerebbero  una sicura immunizzazione.                                                       Il prof. Ernesto Burgio                                                   Il prof. Giulio Tarro ( a sin.) in una foto di repertorio in compagnia
del famoso dott. Sabin e, sotto, in una foto di qualche giorno fa.
Insomma, l’unica cosa certa è che i tempi di ritorno alla normalità o quasi normalità sono ancora lunghi ed i proclami di riapertura di aziende e quant’altro sembrano davvero fuori luogo.

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Cronaca

“IL GOVERNO DI PECHINO HA NASCOSTO LE COSE SUL CORONAVIRUS” – Lo sostiene Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008 –

In un’intervista rilasciata al podcast francese “Pourquoi doctor”, specializzato in medicina e salute, il professore Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008, sostiene che il coronavirus è un virus manipolato, uscito per errore da un laboratorio cinese di Wuhan.
Secondo l’illustre scienziato, nel tentativo di fare il vaccino contro l’Aids, gli sperimentatori hanno accidentalmente inserito la sequenza dell’Aids nel genoma del coronavirus. Ciò sarebbe avvenuto nell’ultimo trimestre del 2019.  La scoperta sarebbe stata effettuata per prima da un gruppo indiano che dopo aver tentato la pubblicazione avrebbe ritrattato.
Montagnier rifiuta l’ipotesi di un complotto ma asserisce che il governo cinese era al corrente della situazione e non ha fatto niente per divulgare la notizia.
“La soluzione per debellare la pandemia c’è – afferma – ma ci saranno altri morti e ci vorranno molti mezzi a disposizione”.

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Politica

IL SEQUESTRO DI MARIO SOSSI – Nel 1974 il rapimento del magistrato da parte delle Brigate Rosse –

La sera del 18 aprile 1974 un gruppo di venti terroristi appartenenti alle Brigate Rosse rapiscono a Genova il magistrato Mario Sossi che, sceso da un autobus di linea, stava per rientrare a casa.
Le BR chiedono, per la sua liberazione, quella di otto terroristi del gruppo “XXII Ottobre” condannati per terrorismo in un processo nel quale Mario Sossi aveva svolto funzioni di Pubblico Ministero.
La Corte di Assise di Appello di Genova dà parere favorevole per la libertà provvisoria degli otto terroristi ma il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova, Francesco Coco (poi ucciso dalle BR l’8 giugno 1976), si rifiuta di controfirmare l’ordinanza.
Il giudice Sossi verrà liberato a Milano il 23 maggio 1974.
Dopo la liberazione tornerà a fare il magistrato, prima in Corte di Appello a Genova e poi in Cassazione a Roma, prima di congedarsi nel 2007.
Entrato in politica, Mario Sossi, che durante gli anni dell’università aveva aderito al FUAN, famosa associazione studentesca legata alla destra, si candiderà, senza successo, al Consiglio Comunale di Genova nel 2007 nella lista di Alleanza Nazionale ed alle elezioni europee nel 2009 come indipendente nella lista di Forza Nuova.
Sposato, con due figlie, morirà nel dicembre 2019.

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Letteratura Universale

IL REALISMO MAGICO DI GABRIEL GARCIA MARQUEZ – Nel 2014 moriva lo scrittore colombiano, Premio Nobel per la Letteratura –

Il 17 aprile 2014 moriva lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Màrquez.
Tra gli esponenti maggiori del cosiddetto realismo magico, Màrquez contribuì molto al rilancio dell’interesse per la letteratura latinoamericana.
Lo stile scorrevole, ironico e ricco di allegorie che contraddistingueva i suoi romanzi gli valse nel 1982 il Premio Nobel per la Letteratura.
Amico di Che Guevara e Fidel Castro, osteggiò la politica dittatoriale di Pinochet in Cile e si impegnò per la pace in Colombia durante la guerra tra governo, narcotrafficanti e guerriglieri.
Il suo romanzo più famoso, Cent’anni di solitudine, fu considerato la seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta, preceduta solo da Don Chisciotte della Mancia di Cervantes.

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Politica

LE BRIGATE ROSSE AMMAZZANO ROBERTO RUFFILLI – Nel 1988 l’omicidio dell’accademico –

Dopo pochi giorni dalla nascita del nuovo governo, presieduto dal democristiano De Mita, il 16 aprile 1988 le Brigate Rosse uccidono il professore universitario Roberto Ruffilli.
L’omicidio avviene nella sua casa di Forlì da parte dei brigatisti Stefano Minguzzi e Franco Grilli che, spacciandosi per postini, si fanno aprire la porta, irrompono e conducono nel soggiorno l’accademico e, dopo averlo fatto inginocchiare, gli sparano tre colpi di pistola alla nuca.
Ruffilli, eletto senatore nel 1983 nelle fila della DC, sulla scia di Aldo Moro si era impegnato nel rilancio del dialogo tra le forze politiche e la crescita della partecipazione popolare.

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Cronaca

L’INCENDIO DI NOTRE-DAME – Un anno fa il disastro che rovinò la famosa Cattedrale di Parigi –

Nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019 un incendio divampa nella Notre-Dame di Parigi costringendo l’evacuazione dei fedeli.
L’evento non causa vittime, solo 3 feriti lievi, ma causa danni importanti quali il crollo della flèche e del tetto.
Molte opere d’arte vengono, per fortuna, salvate ed un’inchiesta accerta l’involontarietà dell’incidente.
Notevole l’impatto dei media di tutto il mondo sull’evento e grande è la solidarietà della gente che invia donazioni in denaro per la ricostruzione della famosa cattedrale.