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Politica

LA MARCIA DELLE MADRI DI PLAZA DE MAYO IN ARGENTINA – Nel 1977 iniziò la lotta per i “desaparecidos” –

Il 30 aprile 1977 l’Associazione “Madri di Plaza de Mayo”, formata dalle madri dei “desaparecidos” ovvero i dissidenti politici scomparsi (“desaparecidos” significa “scomparsi” in lingua spagnola) durante la dittatura militare in Argentina tra il 1976 ed il 1983, inizia la prima marcia contro la giunta militare rivendicando i diritti civili e, soprattutto, la restituzione dei loro figli arrestati e tenuti prigionieri.
La battaglia del movimento,  pur spaccatosi al suo interno per dissidi legati alla scelta di accettare o meno le riparazioni economiche offerte dal presidente Alfonsìn,  porta all’istituzione di una commissione d’inchiesta, dopo la caduta del regime militare che accerta l’uccisione di oltre 11.000 dissidenti.

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Cinema

ALFRED HITCHCOCK, IL MAESTRO DEL BRIVIDO – 40 anni fa moriva una delle personalità più importanti della storia del cinema –

Il 29 aprile 1980 moriva il regista cinematografico Alfred Hitchcock.
Nato in Inghilterra nel 1899 ma naturalizzato americano, iniziò ad appassionarsi al cinema all’età di 16 anni pur continuando a frequentare il teatro spinto dall’amore inculcatogli dalla famiglia da bambino.
Nel 1920 fu assunto presso una società cinematografica anglo-americana di Londra, la futura Paramount Pictures, col compito di disegnare i titoli e le didascalie dei film muti prodotti dallo Studio.
Nel 1925 conobbe Alma Reville che sposerà l’anno dopo e con la quale manterrà fino alla morte un grande rapporto professionale oltre che sentimentale.
Dopo alcune esperienze come sceneggiatore, scenografo ed aiuto regista Hitchcock nel 1925 diresse il suo primo film come regista, ” Il labirinto delle passioni “.
Dal 1925 al 1929 diresse nove film muti ed acquistò la maggiore popolarità nel 1927 con la regia del film “Il pensionante” , il suo primo film di suspense, che gli valse la sottoscrizione di un contratto molto vantaggioso economicamente con una importante casa di produzione.
Il primo film sonoro Hitchcock lo diresse nel 1929, “Ricatto”; successivamente, dopo aver girato alcuni film a tema suspense e storie di vario genere, seguì un periodo burrascoso con films incompresi dalla critica britannica che procurarono fiaschi commerciali.
Negli anni 1934 e 1935, però, si impose all’attenzione del grande pubblico con due opere di successo, “L’uomo che sapeva troppo”  e “Il club dei 39” cui seguirono altri importanti films che gli assicurarono una fama internazionale e che gli aprirono le porte di famosi produttori americani.
Nel 1940 si trasferì con la famiglia a Los Angeles. Iniziò così il periodo americano fino al 1976 durante il quale diresse trenta film tra i quali i più conosciuti.
Il suo periodo d’oro l’ebbe negli anni cinquanta con la regia di tre importanti successi, “L’altro uomo”, “Il delitto perfetto” (primo film con Grace Kelly, che sarà la sua interprete preferita) e “La finestra sul cortile”.
Dopo una serie di fortunati episodi con la televisione, continuò a girare grandi film di successo negli anni cinquanta e sessanta, tra cui “Il ladro”, “La donna che visse due volte”, “Psyco”, “Gli uccelli”.
L’ultimo suo film fu girato nel 1976, “Complotto di famiglia”, che concluse un periodo difficile iniziato alla fine degli anni sessanta.
Suspense, fine umorismo, effetti visivi speciali, tecniche particolari furono alcune delle componenti innovative che in campo cinematografico furono apprezzate dalla critica che lo considerò una delle maggiori personalità della storia del cinema.

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Politica

BENITO MUSSOLINI, IL CAPO DEL FASCISMO – 75 anni fa la morte del duce –

Il 28 aprile 1945 moriva, fucilato dai partigiani, il dittatore Benito Mussolini.
Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, divenne direttore de “l’Avanti!” dichiarandosi antinterventista nella guerra italo-turca nel 1912 ma cambiò opinione due anni dopo, si dimise dalla direzione del quotidiano e fu espulso dal partito.
Nel 1919 fondò i Fasci Italiani di Combattimento, divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e puntò alla presa del potere attraverso atti di intimidazione e di violenza squadristica che portarono nel 1922 alla marcia su Roma culminata nell’incarico della costituzione del governo.
Dopo una serie di efferati delitti, tra i quali quelli di Matteotti e Gobetti, nel 1925 instaurò una feroce dittatura che durò per circa vent’anni qualificandosi come pagina nera tra le più nefaste della storia d’Italia.
Consolidato il regime con la forza,  decise di occupare l’Etiopia provocando l’isolamento politico internazionale dell’Italia, quindi appoggiò i seguaci del “generalissimo” Franco nella guerra civile spagnola e, nel 1939, strinse con Adolf Hitler il Patto d’Acciaio approvando subito dopo le leggi razziali.
Nel 1940 decise per l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale ma le disfatte subite indussero il Gran Consiglio del Fascismo a sfiduciarlo ed il 25 luglio 1943 fu arrestato per ordine del re.
Liberato dai tedeschi, ormai padroni assoluti della sua persona, fondò nel nord d’Italia la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), quindi scappò da Milano dopo la sconfitta definitiva delle forze italo-tedesche ma fu catturato dai partigiani e fucilato il 28 aprile 1945 insieme all’amante Claretta Petacci.
La sua morte decretò la fine di un periodo storico tra i più bui della storia italiana.

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Politica

ANTONIO GRAMSCI, FIGURA DI SPICCO DEL PENSIERO POLITICO E FILOSOFICO ITALIANO – Nel 1937 la scomparsa del grande pensatore comunista –

Il 27 aprile 1937 moriva a Roma Antonio Gramsci, uno dei più grandi pensatori del XX secolo.
Tra i fondatori del Partito Comunista Italiano nel 1921, del quale divenne Segretario Nazionale dal 1924 al 1927, a causa delle sue idee fu incarcerato dal regime fascista nel 1926 ottenendo la libertà condizionata nel 1934 in seguito al deterioramento delle condizioni di salute.
Nei suoi scritti, ispirati alla tradizione filosofica marxista, elaborò analisi originali della società italiana sviluppando concetti fondamentali quali quello di egemonia in base al quale le classi dominanti impongono i propri valori al fine di gestire il potere basato su un senso comune condiviso anche dai ceti subalterni.
Approfondendo i suoi studi sulla questione meridionale, affermò la necessità di una rottura del blocco agrario, formato dall’alleanza della borghesia con i contadini, con lo spostamento di questi ultimi in una unione con la classe operaia.
Le sue opere, tra le quali “Lettere dal carcere” e “Quaderni dal carcere“, ancora oggi sono lette e discusse da una grande massa di persone influenzando, tra l’altro, il pensiero di molti intellettuali italiani e stranieri.

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Cronaca

IL DISASTRO DI CERNOBYL’ – Nel 1986 nella cittadina sovietica il più grave incidente nucleare della storia –

Nella notte tra il 25 ed il 26 aprile 1986 a Cernobyl’, in Ucraina settentrionale, nell’ex Unione Sovietica, una fortissima esplosione provocò lo scoperchiamento di un reattore della centrale nucleare causando un vasto incendio.
Le nubi radioattive fuoriuscite dal reattore, che costrinsero all’evacuazione oltre 330.000 persone, raggiunsero anche vaste zone dell’Europa orientale contaminandole.
Le cause dell’incidente furono attribuite a gravi mancanze del personale tecnico e dirigenziale che si rese responsabile della violazione di norme di sicurezza che portarono alla rottura di tubazioni del sistema di raffreddamento del reattore.
I morti accertati furono 65 mentre oltre 4.000 furono i casi di tumore alla tiroide tra i giovani fino a 18 anni al momento del disastro riconducibili alle radiazioni.
Questi dati furono contestati sia da “Greenpeace” che dai parlamentari europei del gruppo dei Verdi che stimarono in molti di più il numero dei morti persino nei decenni successivi.

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Politica

FESTA DELLA LIBERAZIONE, ANNIVERSARIO DELLA RESISTENZA – Perchè non può essere una commemorazione di tutte le guerre –

Il 25 aprile 1945 le insurrezioni partigiane pongono fine all’occupazione nazifascista, i tedeschi lasciano l’ Italia. Tale evento viene ricordato ogni anno dalla Festa della Liberazione.
Quest’anno a causa del coronavirus la festa viene celebrata in tono minore: niente cortei, niente comizi, niente bandiere a commemorare i caduti della Resistenza che hanno sacrificato la loro vita per dare alla nazione un futuro di pace e di libertà.
Lo slancio ideale, però, ed il messaggio universale che viene raccolto da tutte le energie democratiche del Paese in ricordo di una vittoria contro gli orrendi crimini nazifascisti rimane e deve rimanere perchè la Festa della Liberazione è una Festa particolare che non deve essere confusa con altre ricorrenze che pure meritano rispetto.
E’ questo il senso del rigetto della proposta formulata dal vice-presidente del Senato, Ignazio La Russa, uomo di destra, di celebrare con il 25 aprile la commemorazione dei caduti di tutte le guerre, comprese le vittime del coronavirus.
Ha detto bene lo scrittore Corrado Augias nel corso di una trasmissione televisiva:” Per questo c’è il 4 novembre. Il 25 aprile è un altro tipo di festa”.
Il senso politico di quest’affermazione è chiaro: la liberazione dall’occupazione nazifascista è stata la premessa fondamentale della nascita della Costituzione Repubblicana, la stessa Costituzione che garantisce tutti, anche se da svariati anni è in corso un suo ingiustificato smantellamento con la soppressione di punti fondamentali ispirati dalle lotte partigiane.
Il 25 aprile, dunque, non dev’essere intorbidata e confusa con altre feste perchè, come ha giustamente affermato Andrea Scanzi, i partigiani “combattevano per la libertà, gli altri per restaurare una delle dittature più nefaste che ci sia mai stata nel Novecento e nella storia più in generale dell’umanità…”.

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Politica

VERTICE EUROPEO: IL GOVERNO ITALIANO CANTA VITTORIA MA NON E’ PROPRIO COSI’ –

Il tanto atteso vertice dei leaders europei è terminato: il PD ed il M5S sono soddisfatti dell’esito e lo considerano un traguardo importante raggiunto grazie agli sforzi di Conte e Di Maio.
In realtà, non è propriamente così e sono diversi i punti che fanno pensare ad un altro “flop” del governo italiano sul piano europeo.
Alla crisi senza precedenti per la pandemia del coronavirus, alcuni tra i Paesi più colpiti, ed in particolare Italia, Francia e Spagna, si aspettavano dall’Unione Europea quella solidarietà e convergenza da tempo invocata e, finora, mai concretamente dimostrata.
L’accordo sul “Recovery Fund” raggiunto dal Consiglio Europeo ovvero il fondo per la ripresa economica, infatti, al di là del carattere della straordinarietà e dell’urgenza sul quale Conte e compagni insistono in maniera propagandistica per sottolinearne il valore, contiene pù ombre che luci.
Innanzitutto, è scontato rilevare che il piano di stanziamenti elaborato, poco più di 500 miliardi di euro per tutto il continente europeo, è davvero una misera cosa rispetto a quanto si vociferava alla vigilia e cioè 2.000 miliardi (ma anche quest’ultima cifra, spalmata su tutto il territorio europeo, sarebbe stata di per sè insufficiente per il rilancio dell’economia dopo i disastri del virus).
Ma, quel che è peggio, nel piano c’è anche il famigerato MES, il tanto temuto Meccanismo Europeo di Stabilità, cioè il cosiddetto “fondo salva-Stati” che prevede finanziamenti sotto forma di prestiti da restituire e non a fondo perduto, con l’effetto che fra non molto i cittadini italiani per poter restituire il prestito saranno chiamati ad ulteriori esborsi sotto forma di tasse e quant’altro.
Sulla natura  del MES, se a fondo perduto o da restituire, il punto non è chiaro ma considerando la posizione di Germania, Olanda ed Austria siamo pur certi che sarà questo secondo aspetto a prevalere.
Il Consiglio ha delegato la Commissione Europea per la stesura del piano nei dettagli precisando che ci sarà un nuovo vertice entro il 6 maggio ove, probabilmente, sarà reso noto quanto elaborato.
La delega conferita alla Commissione ha tutta l’aria di un tentativo per guadagnare tempo anche perchè dal prossimo mese di luglio la Presidenza dell’UE spetterà alla Germania che dovrà fissare i tempi di calendarizzazione delle riunioni e già la Merkel ha fatto sapere che i prossimi finanziamenti dovranno essere inseriti nel bilancio dell’anno prossimo. C’è il rischio, quindi, che i fondi, sia pur nella loro striminzita misura, potrebbero arrivare a distanza di mesi e non subito come richiede la necessità e l’urgenza. Staremo comunque a vedere.
In questo quadro, appare chiaro che l’unica, vera soluzione al problema del rilancio dell’economia in Europa per fronteggiare la spaventosa crisi generata dalla pandemia è quella di ricorrere alla Banca Centrale Europea che DEVE stampare miliardi e miliardi di euro da regalare agli Stati Europei, in particolare a quelli più colpiti, così come la Federal Reserve americana sta facendo da qualche settimana.
E’ una misura che nessun trattato europeo vieta e che non provocherebbe un’impennata dell’inflazione (il “Quantitative Easing” fatto qualche anno fa ha mica creato qualche problema inflattivo? Per chi non lo sapesse, il quantitative easing è l’acquisto da parte della BCE di titoli finalizzato all’aumento del denaro in circolazione).
Per convincere la Germania ed i suoi alleati forti in questo momento (Austria, Olanda, Svezia) ad adottare questa misura occorre coraggio e personalità, attribuiti che finora sono mancati ai nostri governanti.

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Pagine di Sport

VINCENZO TORRIANI, “PATRON” DEL GIRO D’ITALIA – Nel 1996 la scomparsa del dirigente sportivo –

Il 24 aprile 1996 moriva a Milano Vincenzo Torriani, dirigente sportivo famoso per aver organizzato per molti anni il Giro d’Italia di ciclismo.
Dopo aver collaborato con Armando Cougnet nell’organizzazione del Giro d’Italia di ciclismo nel 1946, dal 1949 divenne direttore unico della “corsa rosa” (patron).
Fu il primo Presidente dell’Associazione Organizzatori Corse Ciclistiche (19669.
Organizzò e fondò nuove corse ciclistiche ideando, tra l’altro, nel 1973, lo “sconfinamento” del Giro nei Paesi fondatori dell’Unione Europea.

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Senza categoria

VENTO DI ANTIMERIDIONALISMO – Feltri è solo la punta dell’iceberg – Categorie di giornalisti –

In Italia,da qualche giorno, il vento di antimeridionalismo che da tempo, purtroppo, spira con forza, sta assumento una pericolosa e preoccupante impetuosità che rischia di assestare brutti colpi alla martoriata democrazia del Nostro Paese.
Sono note le deliranti elucubrazioni del direttore del quotidiano “Libero“, Vittorio Feltri, non nuovo, per la verità, a queste performances razziste, che finalmente sono state oggetto di forti critiche, com’era doveroso, da parte di autorevoli esponenti della politica e del giornalismo.
Feltri in una nota trasmissione televisiva condotta da Mario Giordano ha affermato con sconvolgente e disarmante naturalezza e spudoratezza che i meridionali in molte cose sono inferiori, sprezzante, vieppiù, delle sollecitazioni del conduttore ad abbassare i toni. Lo stesso Feltri, poi, successivamente ha cercato di …salvarsi in calcio d’angolo con un commento su “Twitter” sul quale ha affermato che le sue parole sono state travisate strumentalmente e che intendeva riferirsi al divario economico tra Nord e Sud (sic!).
Dapprima il Presidente Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, tra l’altro napoletano, poi Sandro Ruotolo con la querela sporta, hanno stigmatizzato  lo squallido comportamento di Feltri.
Da segnalare anche la netta presa di posizione del sindaco di Napoli, De Magistris, che gli ha dedicato ironicamente le ultime parole di una famosa canzone di Pino Daniele, e di Barbara Lezzi, ex ministro, che si è scagliata contro il giornale di Feltri, reo di permettere articoli di Pietro Senaldi, anch’egli dichiaratamente antimeridionalista.
Già, Pietro Senaldi, che lo scorso 19 aprile durante la trasmissione televisiva “Stasera Italia” su Rete 4 aveva affermato:”Al Sud stanno comodamente a casa magari con il Reddito di Cittadinanza, mentre al Nord produttivo c’è il vero Paese che deve reagire” (al coronavirus, n.d.a.).
E poi ancora:”Sud menefreghista e lavativo”.
Senaldi è lo stesso che nel luglio del 2019, a proposito del dibattito sulle autonomie regionali, affermò che “…i veneti hanno un ceppo diverso da quello italiano. La faccia di Zaia non la trovi in Calabria”, precisando che la diversità dei veneti la si riscontra anche nelle sembianze fisiche rispetto ai meridionali.
In tale dibattito, era intervenuta anche la giornalista Maria Giovanna Maglie, veneziana, che aveva dichiarato:”Il Sud non può chiedere di succhiare il sangue a nessuno, è ora di farla finita”.
E non finisce qui. Il 16 aprile scorso, un’inviata a Napoli della trasmissione televisiva “Agorà” di Rai 2 era stata costretta, con evidente imbarazzo e dispiacere,a dichiarare che i napoletani stavano rispettando le regole anti-coronavirus e, quindi, così come aveva prontamente sottolineato in un vibrante intervento Flavia Sorrentino dello sportello “Difendi la città” del Comune partenopeo, non aveva potuto”…cogliere in flagranza di inciviltà i napoletani…”, in ciò constatando ancora una volta “quanto sia interiorizzato il preconcetto culturale verso di noi..”.
Anche un medico dell’ospedale “San Paolo” di Napoli, del quale mi sfugge il nome, aveva brillantemente segnalato il caso invitando il format televisivo a passeggiare per le vie di Milano per rendersi conto della misura di rispetto delle regole.
A proposito di Milano, a fare compagnia a tale miserevole schiera di nemici giurati del sud, ci pensava giorni fa anche Giulio Gallera, assessore al welfare della regione Lombardia, che in un’intervista su “Libero” osava affermare che Milano aveva salvato il Sud dal contagio del virus dimenticando che il 7 marzo scorso ci fu una corsa sfrenata verso il Sud dalle regioni settentrionali dopo la fuga di notizie circa un imminente decreto governativo che imponeva la chiusura della Lombardia per frenare l’ondata di contagi.
Insomma, Vittorio Feltri è certamente il più famoso ed autorevole esponente della fitta schiera di giornalisti antimeridionali ma è solo la punta di un iceberg.
Non so se il processo di arteriosclerosi è galoppante nel caso di Feltri e, a tale proposito, oso lanciare una mia impressione, molto personale, per la verità: ci sono persone che nel corso della loro esistenza hanno sempre avuto nel loro Dna un aspetto umano preponderante che sono sempre riuscite a tenerlo latente ma che con l’avvicinarsi della senilità lo rendono manifesto in tutta la loro crudezza come se venissero meno dei freni inibitori, cioè come se si sentissero liberi da tutto e da tutti dall’alto di una loro paventata superiorità derivata dalla loro maturità, scambiando magari quest’ultima per saggezza ma che è invece nient’altro che becera vanagloria.
Per finire, ci sono a mio avviso diverse categorie di giornalisti; 1)- quelli onesti ed intelligenti che non si piegano alle volontà dei loro direttori ed editori ed esprimono liberamente il proprio pensiero;
2)- quelli simili al precedente capo con l’unica differenza che non sono molto intelligenti;
3)- quelli disonesti e asserviti al potere sapendo che è l’unico calcolo che possono fare in virtù della loro pochezza intellettuale e morale;
4)- quelli simili al precedente capo 3) ma che sono capaci ed intelligenti ed in grado di portare avanti il malefico disegno dei loro potenti di turno.
Questa maniacale classificazione lascio a Voi lettori di giudicarla con l’invito alla collocazione relativa.

Nella foto. Vittorio Feltri

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Cronaca

YOU TUBE, SITO WEB DI SUCCESSO INTERNAZIONALE – Nel 2005 la prima registrazione –

Il 23 aprile 2005 viene caricato il primo video su “You Tube”, piattaforma web 2.0 fondata da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim.
Il filmato, della durata di 18 secondi,  si chiama “Me at the zoo” (Io allo zoo) e viene girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo di San Diego, in California.
Il sito web consente di visualizzare e condividere in rete contenuti multimediali (informazioni, videoclip, trailer, ecc.).
Diventerà il sito web più visitato al mondo dopo Google.I fondatori di You Tube: da sinistra, Chad Hurley, Steve Chen, Jawed Karim