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Cinema

ROBIN WILLIAMS, ECLETTICO E GENIALE – Nel 2014 il suicidio del popolare attore comico –

L’11 agosto 2014 moriva suicida, all’età di 63 anni, l’attore americano Robin Williams.
Divenuto popolare a cavallo degli anni settanta e ottanta per la sua interpretazione nel ruolo dell’alieno Mork nella serie televisiva “Mork & Mindy”, Robin Williams raggiunse l’apice del successo negli anni ottanta e duemila sui set cinematografici soprattutto grazie alla sua comicità, definita “debordante e fulminante”.
Nella sua carriera interpretò anche ruoli meno divertenti e conseguì l’Oscar nel 1998 per il film “Will Hunting-Genio Ribelle”, dopo alcune candidature negli anni precedenti dove si era distinto in pellicole di successo, tra cui “Mrs.Doubtfire”, “Mammo per sempre” e “Insomnia”.
Si suicidò dopo che gli fu diagnosticata una grave malattia neurodegenerativa.

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Politica

NAZARIO SAURO, UNA VITA SPEZZATA PER AMOR DI PATRIA – Nel 1916 l’impiccagione del patriota –

Il 10 agosto 1916 morì a Pola, per impiccagione, all’età di 36 anni, Nazario Sauro, patriota ed irredentista italiano.
Nato a Capodistria, quando allora l’Istria era ancora un possedimento austro-ungarico, Nazario Sauro aveva uno spirito ribelle e le sue idee politiche, democratiche e repubblicane, si avvicinavano al socialismo in considerazione della sua propensione verso le classi sociali più deboli.
Dopo essersi staccato dal socialismo internazionalista, si accostò ai princìpi mazziniani convinto che l’indipendenza di tutti i popoli fosse basilare per la democrazia e la libertà e che la guerra rappresentasse non solo una soluzione nazionale per le terre istriane e trentine ma anche per una Europa di nazioni indipendenti.
Dopo aver svolto un’intensa attività clandestina a favore dell’Albania, tornò in Italia per contrastare l’occupazione asburgica dell’Istria ed il programma di “cancellazione dell’italianità” sostenuto dal governo austriaco.
Spinto da tali ideali, nel corso della sua carriera nella marina militare, compì numerose missioni prima di essere catturato e condannato a morte, tramite impiccagione, con l’accusa di alto tradimento.

 

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Cronaca

IL DELITTO SCOPELLITI – Nel 1991 l’uccisione del magistrato calabrese ad opera della “ndrangheta” –

Il 9 agosto 1991 un commando della “ndrangheta” uccide in un agguato il giudice calabrese Antonino Scopelliti.
Il magistrato viene assassinato da due persone a bordo di una moto a Villa San Giovanni (RC) mentre, alla guida della sua BMW, sta rientrando a casa dopo una giornata trascorsa al mare.
Tra le ipotesi più accreditate sul motivo del delitto, l’intenzione di Scopelliti di ricorrere in Cassazione per sostenere la conferma degli ergastoli inferti ad alcuni esponenti di Cosa Nostra.
Il giudice, che durante la sua eccezionale carriera si era occupato di importanti processi contro la mafia ed il terrorismo, era nato a Campo Calabro (RC) il 20 gennaio 1935.

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Politica

DON LUIGI STURZO ED IL SUO IMPEGNO SOCIALE E POLITICO – Nel 1959 la scomparsa del fondatore del Partito Popolare Italiano –

L’8 agosto 1959 moriva a Roma, all’età di 88 anni, Luigi Sturzo, politico e presbitero.
Nato a Caltagirone nel 1871 da una nobile famiglia borghese, fu ordinato sacerdote nel 1894.
Nel 1897 fondò un giornale che destò le ire dei liberali conservatori e dei massoni per i consensi che riscuoteva soprattutto tra i cattolici.
Notevole fu, fin dalla giovane età, il suo impegno sociale e politico.
Nel 1915 fu nominato Segretario Generale della Giunta dell’Azione Cattolica.
Nel 1919 fondò il Partito Popolare Italiano, del quale divenne segretario nazionale fino al 1923, che ebbe subito molta influenza nel panorama politico italiano.
Contro il suo parere, in un primo momento il PPI sostenne il governo Mussolini ma al Congresso Nazionale del 1923 don Luigi Sturzo, grazie all’appoggio della corrente di sinistra, riuscì a far prevalere la sua tesi dell’incompatibilità del partito con il regime fascista suscitando, però, le ire del duce che scatenò contro di lui una dura battaglia costringendolo a dimettersi da segretario del partito dopo avergli fatto perdere il sostegno delle gerarchie vaticane.
Dal 1924 al 1940 lasciò l’Italia per rifugiarsi all’estero e sfuggire alle rappresaglie del fascismo.
Ritornato in patria, sostenne una campagna per la moralizzazione della vita pubblica e fu nominato Giudice dell’Alta Corte per la regione Siciliana (1947), carica che mantenne fino al 1952 quando fu nominato senatore a vita dal Capo dello Stato Luigi Einaudi entrando a far parte del Gruppo Misto.
Nel 1959 pubblicò su “Il Giornale d’Italia” un “Appello ai Siciliani”, uno dei primi articoli a parlare esplicitamente dei mafiosi.
Ancora oggi il pensiero politico di Luigi Sturzo è oggetto di profonde dispute dottrinarie.

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Letteratura Universale

LA VISIONE COSMICA DI TAGORE – Nel 1941 la morte del poeta bengalese –

Il 7 agosto 1941 muore a Calcutta,  all’età di 80 anni, il poeta Rabindranath Tagore.
Ultimo di 14 fratelli, Tagore apparteneva ad una famiglia aristocratica importante nel campo culturale, artistico, religioso e politico del Bengala.
Giovanissimo, pubblica le sue prime composizioni poetiche e drammatiche su riviste letterarie, tra cui il poema “Il lamento della natura”.
Nel 1902 muore la moglie, da lui sposata quando costei aveva solo 10 anni, nel 1904 la figlia e nel 1907 il figlio più giovane. Sono anni tristissimi per il poeta, che gli ispirano componimenti nei quali descrive il suo stato d’animo.
Nel 1913 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, il primo Nobel letterario non occidentale nella storia del premio. L’anno precedente il grande poeta irlandese Yeats, entusiasta dell’opera “Gitanjali“, gli aveva scritto la prefazione all’edizione inglese.
Durante la la lotta per l’indipendenza dell’India conosce Gandhi e nel 1915 rifiuta l’onorificenza di cavaliere della corona inglese sdegnato per il massacro operato dalle truppe inglesi su una folla di manifestanti.
La visione cosmica di Tagore oscilla tra il panteismo ed il teismo, nella ricerca di Dio e nell’accettazione della vita in ogni suo aspetto.
Affascinato dallo spettacolo della natura, sia essa benevola o meno, Tagore vede nel Sole l’immagine della potenza cosmica.
Tradotto in tantissime lingue europee, la produzione di Tagore è molto varia spaziando tra liriche, romanzi, opere teatrali e saggi filosofici.
E’ certamente l’Autore bengalese più noto in tutto l’Occidente.

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Politica

LA STRAGE DELL’ITALICUS – Nel 1974 l’attentato terroristico al treno – Il sacrificio di Silver Sirotti –

Nella notte tra il 3 ed il 4 agosto 1974 una bomba esplode sul treno “Italicus” in località San Benedetto Val di Sambro, nei pressi di Bologna, uccidendo 12 persone e ferendone 48.
L’attentato, rivendicato dall’organizzazione terroristica di estrema destra “Ordine Nero“, avrebbe potuto avere conseguenze più gravi se l’ordigno fosse esploso, così come era regolato il timer, all’interno della Grande Galleria dell’Appennino e non a 50 metri dall’uscita per ritardi relativi al percorso.
Anni di indagini, tra depistaggi ed ostacoli vari, porteranno all’assoluzione degli imputati ed all’accertamento di coinvolgimenti di servizi segreti e logge massoniche.
Tra le vittime, il forlivese ventiquattrenne Silver Sirotti, capotreno delle Ferrovie dello Stato, che, munito di estintore, si lanciò tra le fiamme cercando di salvare i passeggeri e perse la vita in questo tentativo. Sarà poi insignito della Medaglia d’Oro al valor civile alla memoria.

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Musica

LUCIANO TAJOLI, VOCE DELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA – Nel 1996 la scomparsa del cantante milanese –

Il 3 agosto 1996 moriva a Merate, all’età di 76 anni, il cantante Luciano Tajoli.
Colpito dalla poliomielite all’età di un anno, rimase claudicante per tutta la vita.
Insieme a Claudio Villa, Oscar Carboni e Giorgio Consolini, fu tra i protagonisti della musica leggera italiana del dopoguerra.
Il suo particolare timbro di voce ed il suo chiarissimo declamato impressionarono il grande pubblico.
Durante la sua carriera vendette oltre 45 milioni di dischi in tutto il mondo.
Tra le sue migliori interpretazioni, ricordiamo “Mamma” ed “Il canto delle capinere“.
Nel 1961, in coppia con Betty Curtis, vinse l’11° Festival di Sanremo con la canzone “Al di là“.
Dal 1942 al 1963 recitò in numerosi film.
Durante i festeggiamenti del 25 aprile 1945, a cui partecipò con entusiasmo,  fu rapito dai partigiani e per diversi giorni fu portato in giro nelle piazze a cantare riscuotendo ovunque un grande successo.
Il suo ultimo concerto fu tenuto a Merate il 21 giugno 1996 a scopo benefico dove morì per una grave forma di epatopatia.

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Politica

LA STRAGE DI BOLOGNA – Quarant’anni fa l’attentato alla Stazione Ferroviaria che causò la morte di 85 persone –

Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25 una bomba esplode nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna Centrale: l’ordigno a tempo, di fabbricazione militare,  collocato in una valigia, fà una strage. Alla fine si conteranno 85 vittime ed oltre 200 feriti. Il corpo di una delle vittime, una ragazza ventiquattrenne, non viene ritrovato ma si sospetta che i resti rinvenuti il 29 dicembre 1980 sotto il treno Ancona-Basilea, in sosta sul primo binario al momento dell’esplosione e coinvolto nell’attentato, appartengano proprio alla vittima.
L’esplosione provoca il crollo dell’ala ovest dell’edificio e distrugge 30 metri di pensilina ed il parcheggio dei taxi.
I primi soccorsi sono prestati dai cittadini e dai viaggiatori presenti, i feriti vengono trasportati negli ospedali anche da auto private, taxi ed autobus. L’autobus della linea 37, unitamente all’orologio della stazione, fermo alle ore 10,25 diventano i simboli della strage. Per consentire il ricovero dei pazienti, medici e personale ospedaliero rientrano dalle ferie e vengono riaperti i reparti chiusi per le festività estive.
Il lungo iter giudiziario, contrastato da numerosi depistaggi, individua in alcuni militanti di estrema destra appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) gli esecutori materiali dell’attentato, considerato trai più gravi atti terroristici avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra.  I mandanti rimangono a tutt’oggi sconosciuti ma la magistratura rileva collegamenti con la criminalità organizzata ed i servizi segreti  deviati.
Tra i condannati, Valerio Fioravanti, Licio Gelli, Pietro Musumeci, Francesco Pazienza e Francesca Mambro.

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Politica

CORAZON AQUINO, PRESIDENTE DELLE FILIPPINE – Nel 2009 la scomparsa della politica filippina –

Il 1° agosto 2009 moriva a Manila Corazon Aquino.
Cory Aquino, così come veniva universalmente chiamata, è stata la prima presidente donna del continente asiatico.
Proveniente da una famiglia agiata, era entrata in politica attiva nel 1983 dopo l’assassinio del marito Benigno Aquino, socialista, da parte di agenti militari governativi di Ferdinando Marcos.
Nel 1986, appoggiata dalle opposizioni al regime di Marcos, veniva acclamata Presidente delle Filippine grazie al sostegno delle Forze Armate che costringevano Marcos all’esilio forzato.

Philippine President Corazon C. Aquino greets officials as she walks across the flight line to the passenger terminal.

La Presidenza di Cory Aquino veniva caratterizzata dal ritorno del sistema del “Pork Barrel” ovvero di un contributo di denaro pubblico che i membri del Congresso e del Senato avevano a disposizione per finanziare progetti di interesse locale.
Morirà di cancro al colon all’età di 76 anni.

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Il Cammino del Benevento

IL BENEVENTO CHIUDE IN BELLEZZA – Vittoria ad Ascoli (2-4) che, comunque, si salva – I padroni di casa tengono testa agli “stregoni” solo nei primi 20′ della ripresa – Prima rete di Barba con la maglia giallorossa – Rientro di Vokic dopo una lunga assenza per infortunio –

Il Benevento onora fino alla fine il suo eccezionale campionato vincendo ad Ascoli soprattutto grazie ad un bellissimo primo tempo nel quale, al di là del punteggio (0-3), dimostra la sua superiorità ed autorevolezza.
Parte bene, però, la squadra di casa che al 10′ sfiora il vantaggio: pallone in profondità per Sernicola (forse il migliore dei suoi) che entra in area e tira, Gori respinge e poi Scamacca manda alto sulla traversa.
Il Benevento mantiene a lungo il possesso della palla ma si deve aspettare il 17′ per vedere un suo tiro con Schiattarella che raccoglie una respinta della difesa e al volo da fuori area scaglia altissimo sulla traversa.
Al 25′ arriva il primo gol del Benevento: su un cross di Insigne, Improta di testa corregge per Sau che da pochi passi non manca il bersaglio.
Galvanizzato dal vantaggio, il Benevento spinge ancora e cinque minuti dopo per poco Maggio non raddoppia mandando di poco a lato un ottimo pallone in mischia.
Il secondo gol giunge, comunque, al 32′ ed è frutto di uno schema di gioco ben preciso: su punizione Schiattarella  serve Improta il cui traversone viene corretto di testa in area da Barba che realizza, così, il suo primo gol con la maglia giallorossa.
Dopo una respinta di Gori con i pugni in area su azione seguente a corner, gli stregoni sono di nuovo padroni del campo ed al 40′ sfiorano ancora la rete con Improta che, servito in area da Schiattarella, si vede respingere dal portiere un buon tiro da distanza ravvicinata.
Nel finale il Benevento segna il terzo gol con Insigne ma gran parte del merito è di Sau che si destreggia da par suo in area e mette sul piede del marcatore un pallone troppo invitante per il suo sinistro.
Nella ripresa mister Dionigi tenta il tutto per tutto sostituendo in contemporanea ben tre elementi già dal primo minuto. E fa bene perchè si vede subito un’altra squadra rispetto a quella opaca vista nel primo tempo.
Al 4′, infatti, l’Ascoli accorcia le distanze favorito da un erroraccio di capitan Maggio (l’unico in una gara, come al solito, gagliarda) che serve involontariamente Trotta che va al tiro, Gori respinge sui piedi di Morosini che segna a porta vuota.
La rete accende le speranze dei marchigiani che si buttano in avanti con veemenza creando due buone occasioni con Sarnicola, al 6′, che di testa manda fuori su un cross di un compagno, ed al 12′ con Trotta che corregge di testa un cross del solito Sernicola per Eramo che, però, non ci arriva.
Dopo i due pericoli corsi, il Benevento si scuote e, sia pur non creando pericolose azioni offensive, regge bene il campo ed agisce di contropiede. In uno di questi, Sau lancia Tello il cui tiro in area viene respinto da un difensore. E’ il 34′.
Due minuti dopo, altra occasionissima per i giallorossi la cui azione corale viene conclusa da Schiattarella che calcia a colpo sicuro: Leali in tuffo salva alla grande.
Al 39′ Sau (ancora una grande prestazione, la sua) esce per far posto a Vokic che scende in campo dopo una lunga assenza per infortunio.
Al 42′ il Benevento dà il colpo di grazia all’Ascoli con la rete dell’1 a 4 a firma di Moncini che, servito alla perfezione da Schiattarella in area, batte Leali in uscita.
Infine, nel secondo dei quattro minuti di recupero concessi dall’arbitro, Trotta anticipa tutti di testa e realizza il gol del 2 a 4.
A fine partita gioiscono anche i giocatori dell’Ascoli che, nonostante la sconfitta e grazie ai risultati dagli altri campi, si salva dalla retrocessione in serie C.
Il Tabellino
Ascoli – Benevento  2-4  (0-3)
FORMAZIONI: Ascoli –
Leali, Ferigra, Brosco, Gravillon, Padoin (dal 46′ Andreoni), Cavion (dal 62′ Eramo), Petrucci (dal 46′ Morosini), Brlek, Sernicola, Scamacca (dal 46′ Trotta), Ninkovic.  All. Dionigi.
Benevento – Gori, Maggio, Rillo, Barba, Gyamfi, Hetemaj (dall’84’ Sanogo), Insigne (dal 77′ Del Pinto), Schiattarella, Di Serio (dal 65′ Moncini), Improta (dal 65′ Tello), Sau (dall’84’ Vokic).  All. Inzaghi.
Arbitro: Ivano Pezzuto di Lecce
Reti: Sau (25′), Barba (32′), Insigne (45′), Morosini (49′), Moncini (87′), Trotta (92′)
Note: Ammoniti Schiattarella ed EramoAscoli-Benevento 2-4. Sau apre le marcature del Benevento.