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Cronaca

IL TERREMOTO DELL’IRPINIA – Quarant’anni fa l’evento sismico che sconvolse l’avellinese ed il beneventano –

Il 23 novembre 1980, alle ore 19,35 circa, una scossa di terremoto di magnitudo 6,9 della scala Mercalli, della durata di circa 90 secondi, colpì un’area di circa 17.000 km. dall’Irpinia alla zona nord della Basilicata.
L’epicentro fu tra i Comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania che furono tra i più colpiti, oltre a Lioni, Laviano, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna.
La drammaticità dell’evento non fu valutata subito a causa dell’interruzione totale delle telecomunicazioni che impedirono il lancio tempestivo dell’allarme.
Solo tre giorni dopo si tirarono i conti degli effetti del terremoto: circa 280.000 sfollati,  3.000 morti e  9.000 feriti. Ingenti risultarono i danni al patrimonio edilizio e numerose furono le polemiche che seguirono per il ritardo nei soccorsi, dovuti in gran parte all’assenza di un’organizzazione di protezione civile adeguata e coordinata.
Il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, denunziò con forza le inadempienze del governo e volle recarsi personalmente sui luoghi del disastro nonostante il parere contrario dei ministri.
Tra gli alloggi distrutti o danneggiati gravemente parecchi si trovarono nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Foggia, Salerno e Potenza.
Encomiabile e commossa fu la partecipazione di tantissimi volontari che accorsero in aiuto dei terremotati.

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Il Cammino del Benevento

COLPACCIO DEL BENEVENTO A FIRENZE (0-1) – Di Improta la rete decisiva – Gara tatticamente perfetta dei sanniti contro toscani inconcludenti e privi di idee –

Esordio amaro di Prandelli sulla panchina viola: la sua squadra perde in casa contro un Benevento concentratissimo e determinato nonostante le numerose assenze importanti.
Stavolta ad Inzaghi non si può rimproverare nulla! Tattica, sostituzioni e mentalità vincente sono risultate decisive in una gara che alla vigilia pochi avrebbero scommesso in suo favore.
Nel primo tempo si vede ben poco da entrambe le parti ma il demerito è tutto della Fiorentina, chiamata ad attaccare, considerata la natura casalinga dell’incontro.
Il Benevento si  limita a controllare il gioco chiudendo i varchi agli avversari senza troppo affanno.
Al 7′ una punizione di Biraghi viene deviata in angolo da Montipò in mischia.
Due minuti dopo un insidioso cross di Hetemaj, ottima la sua prova, non viene sfruttato dai suoi.
I viola fanno pressing alto ed impegnano la retroguardia sannita creando pericoli sulle fasce dove Ribery da una parte e Biraghi dall’altra sono punti di riferimento costante per le incursioni offensive.
I due sono protagonisti al 21′ di una bella azione che Biraghi, su servizio di Ribery, conclude male con la sfera alta sulla traversa.
La ripresa è certamente più bella ed emozionante.
Inzaghi sostituisce Sau, molto attivo anche nel dar manforte alla difesa, con Insigne; la mossa si rivela azzeccata perchè è proprio il napoletano che al 7′ approfitta di un errore di un difensore e fornisce l’assist vincente per Improta che dal limite e senza pensarci troppo infila Dragowski con un tiro rasoterra e nell’angolino alla sua sinistra.
La Fiorentina prova  a reagire subito dopo al 9′ ma il colpo di testa di Vlahovic da distanza ravvicinata è debole ed impreciso.
I pericoli maggiori per il Benevento provengono dalla fascia sinistra dove Biraghi in costante azione offensiva fà spiovere in area cross velenosi. Uno di questi al 15′ attraversa tutto lo specchio della porta e termina sul fondo senza che alcuno possa correggere in rete.
Da questo momento in poi il Benevento comincia a crescere mentre la Fiorentina commette molti errori a centrocampo ed in difesa lasciando agli “stregoni” delle vere e proprie praterie.
Giaà al 18′ Barba impegna il portiere viola in una difficile deviazione in angolo, quindi è la volta di Insigne che manda di poco fuori al 34′ dopo un errore in disimpegno, forse l’unico, di Biraghi.
Un minuto dopo il Benevento va vicinissimo al raddoppio con un gran tiro di Lapadula, subentrato al 36′ a Moncini, su punizione dalla distanza che costringe Drakowski alla parata in corner.
Al 40′ occasionissima anche per la Fiorentina con Vlahovic che di tacco ed a tu per tu con Montipò sfora il pareggio: il portiere del Benevento sventa con una parata da campione.
L’ultimo brivido è per la difesa viola che subisce un veloce contropiede del Benevento, uno dei tanti nel corso della ripresa, concluso con un tiro alto sulla traversa di Lapadula.
Finisce qui. Vittoria importantissima del Benevento, per la classifica e per il morale. Per la Fiorentina vista oggi, invece, una sconfitta senza attenuanti: Prandelli avrà molto da lavorare.
Il Tabellino
FIORENTINA – BENEVENTO  0-1  (0-0)
FORMAZIONI:
Fiorentina –
Dragowski, Milenkovic, Pezzella, Igor (dal 57′ Lirola), Biraghi, Amrabat (dal 72′ Borja Valero), Duncan (dal 55′ Pulgar), Kouamè (dal 56′ Cutrone), Castrovilli, Ribery (dal 43′ Saponara), Vlahovic.  All. Prandelli.
Benevento – Montipò, Barba, Letizia (dal 66′ Maggio), Glik, Caldirola, Hetemaj, Improta (dall’83’ Tello), Schiattarella, Sau (dal 46′ Insigne), Ionita, Moncini (dal 78′ Lapadula).  All. Inzaghi.
Arbitro: Davide Ghersini di Genova                 Fiorentina-Benevento 0-1. Improta festeggia a modo suo la rete della vittoria
(Foto tuttomercatoweb.com)

Rete: Improta (52′)
Note:
Ammoniti Biraghi, Lirola, Glik, Letizia, Hetemaj

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Politica

L’ATTENTATO MORTALE A JOHN KENNEDY -Nel 1963 l’assassinio a Dallas del presidente americano –

Il 22 novembre 1963,a Dallas, veniva assassinato John Fitzgerald Kennedy (Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963).
Kennedy fu eletto Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1960 dopo essersi distinto eroicamente durante la seconda guerra mondiale.
La sua presidenza, breve ma intensa, fu caratterizzata da importanti eventi storici che accaddero in quel periodo, tra cui la crisi dei missili di Cuba, la corsa allo spazio, il movimento contro la segregazione razziale.
In politica estera, in un clima di “guerra fredda”, riuscì a trovare una soluzione pacifica con l’Urss in ordine alla limitazione reciproca delle testate nucleari mentre in politica interna si battè per la tutela dei diritti civili e per la lotta alla povertà ed alla disoccupazione.
Bello ed affascinante, ebbe molti rapporti extraconiugali; famosa la sua relazione con Marilyn Monroe.
Trovò la morte a Dallas, colpito dal fucile di Lee Harvey Oswald, a sua volta ucciso due giorni dopo da Jack Ruby, proprietario di un night club e noto per i suoi legami con la mafia.
La tesi di un complotto sull’uccisione di Kennedy non fu mai accertata ufficialmente.

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Il Cammino del Benevento

PRANDELLI: “VORREI VEDERE TANTA VOGLIA DI VINCERE” – Alla vigilia della sfida con il Benevento il neo tecnico viola non si sbilancia molto – I convocati di Inzaghi –

Domani alle 12.30 il Benevento affronterà in trasferta la Fiorentina. C’è voglia di riscatto degli “stregoni” dopo le ultime 4 sconfitte consecutive.
Cesare Prandelli, neo allenatore della squadra viola, in conferenza stampa non si è sbilanciato granchè sulla formazione avversaria limitandosi a dichiarare che si attende dai suoi ragazzi una volontà vincente senza alcuno stravolgimento del sistema, insistendo in particolare sulla necessità di “…creare un fortino e difenderlo, senza farci la guerra dall’interno...”.
Nel Benevento probabile staffetta Lapadula-Moncini, considerata l’assenza dello squalificato Caprari.
Ecco la lista dei 23 giocatori convocati da Inzaghi:
Portieri: Gori, Lucatelli, Manfredini, Montipò
Difensori: Barba, Caldirola, Glik, Letizia, Maggio, Pastina
Centrocampisti: Basit, Sanogo, Schiattarella, Tello, Hetemaj, Masella, Improta, Insigne, Ionita
Attaccanti: Di Serio, Moncini, Sau, Lapadula
Oltre allo squalificato Caprari, non saranno della partita Viola, Dabo, Foulon, Iago Falque e Tuia.

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Musica

IL FLAUTO D’ORO DI SEVERINO GAZZELLONI – Nel 1992 la morte del grande flautista italiano –

Il 21 novembre 1992 moriva Severino Gazzelloni (Roccasecca -FR – 5-1-1919 / Cassino -FR- 21-11-1992).
Fu l’artista che fece esplodere il flauto nel mondo.
Nel 1944 entrò a far parte dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma diventando il primo flauto per circa un trentennio dopodichè si dedicò intensivamente ai concerti seducendo il mondo musicale con suoni multipli, bellissimi e senza soffi e scoprendo nuove tecniche spaziando dalla musica classica alla musica leggere ed a quella popolare.
Frequentò Strawinskij ma anche Lennon e Mina ed i media, anche per le sue frequenti apparizioni televisive, mitizzarono per primo il suo flauto definendolo “d’oro”, quasi a volerlo considerare unico.
Come famoso maestro di flauto fu fonte di ispirazione per molti artisti di jazz.

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Arte

GIORGIO DE CHIRICO, PITTORE METAFISICO – Nel 1978 la morte del grande artista –

Il 20 novembre 1978 moriva a Roma il pittore Giorgio De Chirico (Volos-Grecia, 10 luglio 1888/ Roma, 20 novembre 1978).
La sua fama si diffuse nel 1910 quando dipinse la sua prima piazza metafisica, “L’enigma di un pomeriggio d’autunno“.
Iniziò così la stagione della pittura metafisica, di cui fu il principale esponente con una nuova concezione dello spazio e del tempo, uomini soli che si immergono in ambienti irreali e bizzarri, sogni e realtà che si mischiano. Opere che rappresentano tuttora il segno più caratteristico del Novecento italiano.
Amante della filosofia, si appassionò a Nietzsche e strinse amicizia con Apollinaire e Picasso.
Espose dovunque i suoi capolavori, Londra, Parigi, Milano, Firenze, Torino, Roma.
Fu onorato dai critici di tutto il mondo e fu anche autore di scritti teorici.
Uno dei più grandi maestri dell’arte del Novecento.

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Cinema

ALESSANDRO MOMO,GIOVANE VITA SPEZZATA – Nel 1974 la morte prematura dell’attore –

Aveva solo 17 anni quando un incidente stradale lo strappò alla vita.
Alessandro Momo (Roma, 26 novembre 1956 – Roma, 19 novembre 1974) era una giovane promessa del cinema italiano.
Aveva iniziato con il fotoromanzo per approdare al cinema dove aveva acquistato una grande popolarità recitando in due film di successo di Salvatore Samperi a fianco di Laura Antonelli, “Malizia” (1973) e “Peccato veniale” (1974).
Quel giorno, era il 19 novembre 1974, si trovava a Roma a bordo di una moto di grossa cilindrata, una Honda CB 750 Four, quando, nel tentativo di sorpassare un taxi sul Lungotevere Maresciallo Diaz, trovò la morte.
La motocicletta gli era stata prestata dalla sua collega e fidanzata Eleonora Giorgi che fu indagata per incauto affidamento: Alessandro, infatti, era ancora minorenne e non avrebbe potuto guidare una moto di tale cilindrata.
Qualche settimana prima dell’incidente mortale l’attore aveva finito di girare “Profumo di donna” del regista Dino Risi nel quale aveva svolto un ruolo da co-protagonista insieme a Vittorio Gassmann ed Agostina Belli.

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Pagine di Sport

JACQUES ANQUETIL, CRONOMAN E UOMO DEI RECORD – Nel 1987 la scomparsa del grande ciclista francese –

Il 18 novembre 1987 moriva a Rouen, in Francia, il ciclista Jacques Anquetil (Mont-Saint-Aignan 8-1-1934 / Rouen 18-11-1987).
Professionista dal 1953 al 1969, è considerato tra i più forti cronoman della storia del ciclismo.
Vinse 5 Tour de France, 2 Giri d’Italia, 1 Vuelta di Spagna, 1 Liegi-Bastogne-Liegi, 9 G.P. delle Nazioni, 16 tappe del Tour de France, 4 tappe del Giro d’Italia, 1 tappa della Vuelta, 5 Parigi-Nizza, 2 Quattro Giorni di Dunkerque, 3 Trofei Baracchi, 2 Criterium du Dauphinè Liberè, 1 Gand-Wevelgem, 1 Giro di Sardegna, 1 Giro della Catalogna.
Nel 1956 stabilì il record dell’Ora. In pista vinse 2 Sei Giorni di Parigi e la Medaglia d’Argento ai Campionati Mondiali del 1956 nell’inseguimento individuale.
Si classificò due volte secondo e due volte terzo al Giro d’Italia, terzo al Tour de France del 1959, secondo al Campionato Mondiale del 1966.
E’ uno dei soli sette corridori ad aver vinto i 3 maggiori Giri nazionali (Giro d’Italia, Tour e Vuelta).
Nel 1964 vinse nella stessa stagione Giro e Tour (impresa riuscita fino ad allora solo a Fausto Coppi).
Insieme a Bernard Hinault e Chris Froome è stato l’unico ad aver vinto nello stesso anno Tour e Vuelta.
Finita la carriera da ciclista, divenne commissario tecnico della nazionale francese.
Morì per un cancro allo stomaco all’età di 53 anni.

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Pagine di Sport

FERENC PUSKAS, MANCINO FENOMENALE – Nel 2016 la morte del grande calciatore ungherese –

Il 17 novembre 2016 moriva a Budapest il calciatore Ferenc Puskas (Budapest 2 aprile 1927 / Budapest 17 novembre 2016).
Dotato di un mancino fenomenale, Puskas è stato uno dei giocatori più forti di sempre, una vera e propria icona del calcio.
Nel corso della sua carriera ha militato solo in due squadre: l’Honved ed il Real Madrid; con la prima ha vinto 6 scudetti, con la seconda 5 scudetti, 4 titoli di capocannoniere,  1 Coppa del Re, 3 Coppe dei Campioni ed 1 Coppa Intercontinentale.
Con la Nazionale ungherese ha vinto l’oro olimpico nel 1952 disputando complessivamente 85 partite e segnando 84 reti.
Nel 1956, in seguito all’invasione dell’Ungheria, si era trasferito in Spagna giocando, naturalizzato spagnolo,  con le “furie rosse” il mondiale del 1962.
In 620 gare ha realizzato ben 616 reti.
E’ attualmente detentore del record di reti in una finale di Coppa dei Campioni /Champion League: 4 contro l’Eintracht Francoforte nel 1960.
Nel 2002 gli è stato intitolato lo stadio di Budapest.

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Cinema

CLARK GABLE, “IL RE DI HOLLYWOOD” – Nel 1960 la morte del grande attore di “Via col vento” –

Il 16 novembre 1960 moriva a Los Angeles, stroncato da un infarto, l’attore americano Clark Gable (1901-1960).
Dotato di grande carisma e fascino, esordì nel cinema nel film “White man” (1924) e, dopo altre parti in teatro, ottenne un forte consenso di critica e di pubblico grazie al film “Machinal” nel 1928.
Fu nel 1931, però, che avvenne la sua definitiva consacrazione con la partecipazione al film “Night Nurse” (Angelo bianco) che gli diede lo slancio decisivo verso traguardi prestigiosi.
Nello stesso anno ottenne un favoloso contratto con la “Metro-Goldwin-Mayer“, la più importante casa di produzione del tempo, con la quale conseguì un grande successo con il film “The Easiest Way“.
La collaborazione con la MGM gli fruttò il nomignolo di “Re di Hollywood” e per diversi anni i suoi films fecero registrare record di incassi.
Nel 1939 interpretò “Via col vento“, il film che gli procurò fama mondiale e che vinse ben 10 Premi Oscar.
Nel frattempo si era sottoposto ad un costoso intervento per eliminare il disturbo estetico delle orecchie a sventola.
Morì due giorni dopo l’ultimazione del film “Gli spostati“, girato nel deserto in un clima caldissimo e soffocante che gli procurò un infarto. La sua morte suscitò accese polemiche che coinvolsero Marilyn Monroe, sua compagna sul set, accusata di farsi attendere troppo tempo sul set generando, in tal modo, il malore dell’attore.
L‘American Film Institute, un’importante organizzazione indipendente no-profit, ha inserito Clark Gable al settimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.