Ritmi altissimi, errori madornali, capovolgimenti di campo e un calcio a metà strada tra lo spettacolo e la mediocrità. Detto questo, il Benevento conquista il podio più alto del ground zero del pallone. Nove sconfitte filate dalla prima di campionato, solo Baroni e i suoi ci sono riusciti. Il guinness dei primati ringrazia, i tifosi no. E alla fine arrivano bordate di fischi. Insomma, la Fiorentina non rianima il Vigorito e la sua fame di punti. Che poi ne sarebbe bastato uno solo, giusto per slucchettare la classifica, perchè ormai è una pura questione di orgoglio. E non si può dire che i giallorossi non ci abbiano provato almeno un pò: grande corsa, schemi cercati con impegno, voglia di sconvolgere un destino che sembra segnato. Però, niente da fare: i piedi contano in serie A, e correre non basta. Anche perchè non è che nel primo tempo la Fiorentina abbia fatto chissà che.
La sorpresa del secondo tempo si chiama Babacar, mandato dentro da Pioli al posto di Simeone.
Scelta benedetta per chiudere la faccenda a stretto giro. Un gol del senegalese dopo due minuti: cross di Benassi, Veretout la rimette in mezzo e Babacar deve solo spingerla dentro. Sempre lui conquista un rigore sacrosanto (Brignoli lo tira giù in area) e Thereau (quarto gol in viola, e altri due con la maglia dell’Udinese) fa tre a zero e chiude la faccenda in maniera definitiva. Dopo di che non resta molto da dire e da fare. L’ultimo flebile sussulto d’orgoglio del Benevento non porta a niente, se non a dare una mano alla Fiorentina a ritrovare una classifica leggermente meno anonima. Per Baroni saranno ore non facili. La classifica non è preoccupante, è un pianto”. (da “repubblica.it”).
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