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Teatro

Pollice verso per … LA SCOMPARSA DI PIERA DEGLI ESPOSTI – L’attrice aveva 83 anni –

E’ morta ieri a Roma l’attrice Piera degli Esposti.
Nata a Bologna nel 1938, aveva iniziato la carriera artistica in teatro prima di passare alla televisione ove si era fatta  conoscere dal grande pubblico grazie alla sua partecipazione all’originale televisivo “Il Conte di Montecristo” nel 1966 diretto da Edmo Fenoglio.
Soprannominata la “regina scalza” per la sua dimestichezza nei ruoli più diversi, era malata da tempo.
Con lei se ne va un grande personaggio della scena ma anche della cultura italiana.
Memorabile il suo romanzo “Storia di Piera“, scritto nel 1980 insieme alla sua grande amica Dacia Maraini, che divenne un film di culto ad opera di Marco Ferreri.

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Teatro

GIORGIO STREHLER, UOMO DI TEATRO – Nel 1997 la scomparsa del grande regista teatrale –

Il 25 dicembre 1997 moriva Giorgio Strehler (Trieste, 14 agosto 1921 – Lugano (Svizzera), 25 dicembre 1997).
Catturato dai nazifascisti nel 1944 ed incarcerato per sette giorni, nel 1947 fondò il “Piccolo Teatro di Milano” inaugurandolo con lo spettacolo “L’albergo dei poveri” di Gorkij.
Da allora dedicò un’intera vita al teatro divenendone una delle figure più importanti.
Nei suoi spettacoli riservò sempre la massima attenzione alla ricerca storica sforzandosi di restituire dignità al passato attraverso un’interpretazione rispettosa del testo e della volontà dell’autore.
Nel 1985 diresse il Teatro d’Europa messogli a disposizione dal governo francese.
Nel 1990, dopo aver fondato assieme a Jack Lang l’Unione dei Teatri d’Europa, un’associazione culturale finalizzata allo scambio delle esperienze teatrali comunitarie, ricevette il Premio Europa per il Teatro.
Dal punto di vista politico, fu dapprima parlamentare europeo del PSI al posto di Bettino Craxi nel 1983 e poi senatore di Sinistra Indipendente nel 1987.
Fu insignito della Legion d’Onore, massima onorificenza francese, dall’allora Presidente della Repubblica Francois Mitterrand.

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Teatro

DARIO FO, “ETERNO GIULLARE” – Nel 2016 la morte del grande artista, Nobel per la Letteratura –

Il 13 ottobre 2016 muore a Milano, all’età di 90 anni, Dario Fo.
“Giullare” della cultura italiana, come amava definirsi, Dario Fo è stato uno degli artisti italiani più poliedrici ed importanti  dei tempi moderni.
Drammaturgo, scrittore, autore, comico, persino pittore, dei 90 anni vissuti 70 li aveva trascorsi in teatro dove si era imposto da re reinventando la satira e la comicità attraverso le oltre cento opere pubblicate tra romanzi, racconti, commedie ed altro.
Famoso il suo “grammelot” ovvero la lingua inventata di “Mistero buffo“, il suo lavoro più importante e famoso, basata su un incrocio originalissimo di dialetti locali, neologismi e lingue straniere.
Debuttò nel 1953 al “Piccolo” di Milano con la farsa “Il dito nell’occhio” e fu subito un successo per un testo che rompeva la convenzioni della rivista.
Con lui recitava anche Franca Rame, sposata nel 1954, con la quale stabilì un legame profondissimo che durò fino alla morte dell’attrice nel 2013.
Il talento di Dario Fo si manifestò negli anni cinquanta con rappresentazioni teatrali fondate su commedie satiriche ispirate alla tradizione dei comici dell’Arte: dovunque andava si registravano incassi incredibili.
Fu così che anche la Rai iniziò ad interessarsi di lui. Insieme alla moglie fu chiamato a presentare nel 1962 “Canzonissima“, famosa e seguitissima trasmissione di varietà, ma  i burocrati dell’emittente pubblica, gestita dalla D.C.,  non videro di buon occhio gli sketch a sfondo sociale, sul malaffare e le morti bianche e chiesero il controllo dei testi prima della messa in onda. La censura non piacque ai coniugi Fo-Rame che dopo sette puntate dello show se ne andarono sbattendo la porta.
La Rai reagì negando l’ospitalità per 15 anni. Nel frattempo la popolarità di Dario Fo crebbe a dismisura anche in campo internazionale con spettacoli applauditissimi in tutto il mondo.
Verso la fine degli anni sessanta fu lanciato il capolavoro “Mistero buffo”, un monologo in grammelot  per il quale si attirò le ire del Vaticano per la rielaborazione in forma fantastica e giullaresca dei Vangeli apocrifi.
Durante il periodo della contestazione e delle stragi eversive produsse opere a sfondo sociale e politico, convinto che il teatro dovesse essere lo specchio di quello che succedeva nel Paese.
Nacquero così “Morte accidentale di un anarchico” (1970) e “Il Fanfani rapito” (1975), solo per citare alcune tra le opere più significative.
Dopo la rottura col PCI si avvicinò all’area extraparlamentare di sinistra producendo testi molto arditi e pungenti per i quali si beccò numerose denunce.
Nel 1973 fu arrestato a Sassari per resistenza a pubblico ufficiale e, successivamente, la moglie Franca Rame fu rapita e stuprata dai fascisti, con la connivenza di organi dello Stato.
Ma gli eventi non furono sufficienti a farlo zittire. Anzi, la sua bravura fu premiata nel 1997 col Nobel per la Letteratura.

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Teatro

LUIGI PIRANDELLO, UNA VITA PER IL TEATRO – Nel 1867 la nascita del famoso drammaturgo siciliano –

Il 28 giugno 1867 nasceva a Girgenti, oggi Agrigento, Luigi Pirandello, tra i più importanti drammaturghi del XX secolo.
Il suo primo grande successo lo ebbe con la pubblicazione del romanzo “Il fu Mattia Pascal” nel 1904 ma fu quando si dedicò completamente al teatro nel 1922 che riscosse la piena consacrazione.
L’innovazione che portò nell’arte drammatica e teatrale gli valse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1934.
In molte opere, tra cui “Il berretto a sonagli“, affrontò il tema della crisi d’identità che l’uomo poteva recuperare solo attraverso la follia vista l’impotenza della sua razionalità di fronte al mistero universale.
Aderì al fascismo anche se fu guardato con sospetto da molti intellettuali del Partito Nazionale Fascista che non vedevano nel contenuto delle sue opere una vera “arte fascista”.
Pirandello amò il teatro, che lui definì “il teatro dello specchio” in quanto vera raffigurazione della realtà, senza ipocrisie e convenzioni sociali.
Morì a Roma il 10 dicembre 1936.