L’11 novembre 2004 moriva a Clamart, in Francia, Yasser Arafat (1929-2004).
Laureato al Cairo in ingegneria civile, fu tra i fondatori di Fatah, la principale organizzazione della resistenza armata palestinese.
Nel 1969 fu eletto Presidente dell’O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) distinguendosi per l’intenso impegno a sostegno della causa palestinese e del suo riconoscimento internazionale.
Dopo la proclamazione dello Stato di Palestina, di cui fu eletto Presidente nel 1988, nel 1993 firmò gli accordi di Oslo con il primo ministro israeliano Ytzhak Rabin per i quali ricevette nel 1994 il Premio Nobel per la Pace unitamente allo stesso Rabin e a Shimon Peres, all’epoca ministro degli esteri di Rabin: era la prima volta che Israele riconosceva nell’OLP l’interlocutore ufficiale del popolo palestinese.
Nel 1995 Arafat firmò con Rabin altri accordi, chiamati Oslo II, che furono, però, osteggiati da gruppi armati palestinesi (Hamas, Jihad Islamica) sui quali l’OLP non aveva alcun controllo. Questi idiedero inizio ad atti terroristici culminati con l’assassinio di Rabin. Arafat fu criticato di non essere in grado di garantire la pace mentre altri lo accusarono di essere complice dei gruppi armati.
Nel 2000 a Camp David, con la mediazione di Bill Clinton, i negoziati di pace fallirono miseramente e il conflitto tra israeliani e palestinesi diventarono ancora più duri e cruenti; la figura di Arafat come garante del processo di pace fu ridimensionata e nel 2003 il leader palestinese fu esautorato con l’avvicendamento di Abu Mazen come primo ministro.
La morte di Yasser Arafat è, a tutt’oggi, avvolta nel mistero. Affetto da una grave patologia al sangue, entrò in coma il 3 novembre e spirò l’11 novembre 2004.
Pochi giorni dopo la sua morte, si diffuse la notizia che Arafat fosse stato avvelenato da sicari israeliani ma i medici francesi negarono tale ipotesi dopo esami di laboratorio.
Nel 2012, su iniziativa della vedova, fu riesumato il suo cadavere per chiarire le circostanze della morte. Medici svizzeri conclusero trattarsi di avvelenamento per l’83%, quelli francesi confermarono quanto affermato in precedenza mentre medici russi parlarono di morte naturale.