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Pollice su per … IL GRANDE RIFIUTO DI NOURINE ALLE OLIMPIADI – Il judoka algerino si ritira dai giochi olimpici per non combattere con un israeliano –

Dopodomani avrebbe dovuto affrontare nei 32esimi il sudanese Mohamed Abdalrasool e, in caso di vittoria, come probabilissimo stante la sua potenza, si sarebbe trovato di fronte l’israeliano Tohar Butbul. Tale eventualità l’ha indotto a dare forfait e così il judoka algerino Fethi Nourine ha annunciato il suo ritiro dai giochi olimpici di Tokyo.
“Abbiamo lavorato duro per qualificarci ai Giochi – ha detto Nourine – ma la causa palestinese è più grande di questo…”.
Pierre de Coubertin si starà rivoltando nella tomba pensando al principio “Lo sport affratella tutti” da lui coniato al momento della fondazione delle moderne Olimpiadi.
Ma grandi palcoscenici servono anche a veicolare messaggi di grande umanità e solidarietà, non solo a distrarre i popoli dai mali che li affliggono.

Nella foto sopra: il judoka algerino Fehti Nourine

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YASSER ARAFAT E LA CAUSA PALESTINESE – Nel 2004 la morte del politico, Nobel per la Pace –

L’11 novembre 2004 moriva a Clamart, in Francia, Yasser Arafat (1929-2004).
Laureato al Cairo in ingegneria civile, fu tra i fondatori di Fatah, la principale organizzazione della resistenza armata palestinese.
Nel 1969 fu eletto Presidente dell’O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) distinguendosi per l’intenso impegno a sostegno della causa palestinese e del suo riconoscimento internazionale.
Dopo la proclamazione dello Stato di Palestina, di cui fu eletto Presidente nel 1988, nel 1993 firmò gli accordi di Oslo con il primo ministro israeliano Ytzhak Rabin per i quali ricevette nel 1994 il Premio Nobel per la Pace unitamente allo stesso Rabin e a Shimon Peres, all’epoca ministro degli esteri di Rabin: era la prima volta che Israele riconosceva nell’OLP l’interlocutore ufficiale del popolo palestinese.
Nel 1995 Arafat firmò con Rabin altri accordi, chiamati Oslo II, che furono, però, osteggiati da gruppi armati palestinesi (Hamas, Jihad Islamica) sui quali l’OLP non aveva alcun controllo. Questi idiedero inizio ad atti terroristici culminati con l’assassinio di Rabin. Arafat fu criticato di non essere in grado di garantire la pace mentre altri lo accusarono di essere complice dei gruppi armati.
Nel 2000 a Camp David, con la mediazione di Bill Clinton, i negoziati di pace fallirono miseramente e il conflitto tra israeliani e palestinesi diventarono ancora più duri e cruenti;  la figura di Arafat come garante del processo di pace fu ridimensionata e nel 2003 il leader palestinese fu esautorato con l’avvicendamento di Abu Mazen come primo ministro.
La morte di Yasser Arafat è, a tutt’oggi, avvolta nel mistero. Affetto da una grave patologia al sangue, entrò in coma il 3 novembre e spirò l’11 novembre 2004.
Pochi giorni dopo la sua morte, si diffuse la notizia che Arafat fosse stato avvelenato da sicari israeliani ma i medici francesi negarono tale ipotesi dopo esami di laboratorio.
Nel 2012, su iniziativa della vedova, fu riesumato il suo cadavere per chiarire le circostanze della morte.  Medici svizzeri conclusero trattarsi di avvelenamento per l’83%, quelli francesi confermarono quanto affermato in precedenza mentre medici russi parlarono di morte naturale.