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PALMIRO TOGLIATTI, GUIDA STORICA DEL P.C.I. – Nel 1964 la morte del leader comunista –

Il 21 agosto moriva a Jalta, in Crimea, all’età di 71 anni, il Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti.
L’amicizia con Gramsci in età adolescenziale lo avvicinò alle idee marxiste.
Nel 1914 si iscrisse al Partito socialista, poi collaborò come cronista al quotidiano l’Avanti! e nel 1919, in un periodo di forte espansione del movimento operaio torinese, grazie agli sviluppi della Rivoluzione russa, fondò insieme a Tasca, Terracini e Gramsci, il settimanale L’Ordine Nuovo che ben presto, sulla scorta dell’ esperienza dei Soviet, diede maggiore attenzione alle forme di organizzazione del movimento operaio.
Dopo la nascita a Livorno del Partito Comunista d’Italia, poi P.C.I., nel 1921, vi aderì e dal 1926 fino alla morte ne fu segretario nazionale e leader indiscusso.
Fu membro dell’Assemblea Costituente.
Dal 1944 al 1945, dopo la caduta del fascismo, ricoprì dapprima la carica di vice presidente del consiglio e, successivamente, negli anni 1945 e 1946 quella di ministro di grazia e giustizia.
Sopravvissuto ad un attentato nel 1948, che scosse in maniera fortissima i militanti comunisti italiani, provocando gravi problemi di ordine pubblico, con scioperi e manifestazioni in tutt’Italia, negli anni cinquanta propose il progetto della “via italiana al socialismo”, un’idea di comunismo tramite la democrazia ed il rispetto della Costituzione, con il ripudio dell’uso della violenza.
La morte lo colpì mentre si trovava in vacanza a Jalta, in Crimea, nell’allora Unione Sovietica, della quale aveva assunto nel 1930 la cittadinanza.

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L’OMICIDIO DEL GIUDICE OCCORSIO – Nel 1976 l’assassinio rivendicato da Ordine Nuovo –

La mattina del 10 luglio 1976 viene ammazzato a Roma il giudice Vittorio Occorsio.
Autore del delitto è Pierluigi Concutelli, esponente dell’organizzazione terroristica di estrema destra Ordine Nuovo.
Il magistrato viene ucciso con 32 colpi di mitra mentre, a poche decine di metri dalla sua abitazione, si sta recando al suo ufficio.
Nella sua auto viene trovata la rivendicazione dell’assassinio firmata da Ordine Nuovo che lo accusa di aver perseguitato i suoi militanti per fini carrieristici.
Vittorio Occorsio, oltre ad essersi occupato di due processi contro Ordine Nuovo, aveva avuto un ruolo importante nelle indagini sui rapporti tra terrorismo neofascista, massoneria e apparati deviati dei servizi segreti italiani (Sifar).
Il suo convincimento, come aveva avuto modo di dichiarare, era che “…dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine”.