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PIETRO INGRAO, POLITICO D’ALTRI TEMPI – Cinque anni fa la scomparsa dello storico esponente del P.C.I. –

Il 27 settembre 2005 moriva a Roma, all’età di 100 anni, Pietro Ingrao.
Tra i leaders storici del Partito Comunista Italiano, fu capofila di una corrente interna al partito legata ai movimenti studenteschi degli anni sessanta e settanta.
Partigiano, direttore de “l’Unità”, organo ufficiale del Pci, dal 1947 al 1957, deputato dal 1950 al 1992, presidente della Camera dal 1976 al 1979, Ingrao fu anche autore di poesie e di saggi politici.
Tra il 1989 ed il 1991 fu il maggiore oppositore allo scioglimento del PCI.
Nel 1996 ricevette la nomina di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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PALMIRO TOGLIATTI, GUIDA STORICA DEL P.C.I. – Nel 1964 la morte del leader comunista –

Il 21 agosto moriva a Jalta, in Crimea, all’età di 71 anni, il Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti.
L’amicizia con Gramsci in età adolescenziale lo avvicinò alle idee marxiste.
Nel 1914 si iscrisse al Partito socialista, poi collaborò come cronista al quotidiano l’Avanti! e nel 1919, in un periodo di forte espansione del movimento operaio torinese, grazie agli sviluppi della Rivoluzione russa, fondò insieme a Tasca, Terracini e Gramsci, il settimanale L’Ordine Nuovo che ben presto, sulla scorta dell’ esperienza dei Soviet, diede maggiore attenzione alle forme di organizzazione del movimento operaio.
Dopo la nascita a Livorno del Partito Comunista d’Italia, poi P.C.I., nel 1921, vi aderì e dal 1926 fino alla morte ne fu segretario nazionale e leader indiscusso.
Fu membro dell’Assemblea Costituente.
Dal 1944 al 1945, dopo la caduta del fascismo, ricoprì dapprima la carica di vice presidente del consiglio e, successivamente, negli anni 1945 e 1946 quella di ministro di grazia e giustizia.
Sopravvissuto ad un attentato nel 1948, che scosse in maniera fortissima i militanti comunisti italiani, provocando gravi problemi di ordine pubblico, con scioperi e manifestazioni in tutt’Italia, negli anni cinquanta propose il progetto della “via italiana al socialismo”, un’idea di comunismo tramite la democrazia ed il rispetto della Costituzione, con il ripudio dell’uso della violenza.
La morte lo colpì mentre si trovava in vacanza a Jalta, in Crimea, nell’allora Unione Sovietica, della quale aveva assunto nel 1930 la cittadinanza.