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Il Cammino del Benevento

BASTA UN GUIZZO DI FERRANTE, BENEVENTO VOLA (0-1) – Sul neutro di Picerno i giallorossi, pur non brillando, battono il Brindisi grazie ad un gol dell’attaccante italo-argentino alla sua terza marcatura stagionale – Nel secondo tempo stregoni giu’ di tono ma vincono ancora e si portano ad un punto dalla vetta –

Un Benevento cinico e sornione passa sul neutro di Picerno (per l’inagibilita’ dello stadio di Brindisi) grazie ad un guizzo del solito Ferrante, alla sua terza segnatura in questo inizio di campionato.
A farne le spese e’ il Brindisi che, nonostante una buona ripresa, non riesce a raddrizzare il risultato.
I giallorossi disputano un buon primo tempo e per i primi venti minuti di gioco dominano il campo impedendo agli avversari la benche’ minima reazione.
Al 4′ i beneventani protestano per un fallo di mano in area brindisina che l’arbitro non rileva.
Due minuti dopo Ferrante di testa calcia di poco alto su corner dalla destra.
Il Benevento e’ padrone del campo e si affaccia spesso alla porta difesa da Saio ma solo al 22′ passa in vantaggio: in una delle solite discese in avanti El Kaouakibi sciorina un bel pallone in area che Ferrante raccoglie anticipando il suo difensore ed infilando imparabilmente nell’angolino piu’ lontano.
Il Brindisi subisce il colpo e reagisce solo al 43′ con una mezza rovesciata in area di Cappelletti, tra i piu’ attivi dei suoi, che finisce di poco alta sulla traversa.
L’ultima azione del tempo e’, comunque, del Benevento ed  ancora su iniziativa di El Kaouakibi: il terzino marocchino serve all’indietro Tello che da buona posizione calcia a lato.
I primi minuti della ripresa vedono ancora il Benevento sfiorare il gol in tre occasioni: al 1′ Masciangelo crossa bene per El Kaouakibi che manda fuori, al 4′ Talia, pescato in area da Tello, si vede deviato il tiro in corner da un difensore, all’11’ grande opportunita’ per Karic che si trova a tu per tu con Saio che respinge in angolo.
Il Benevento sembra voler chiudere definitivamente la partita e mister Andreoletti sostituisce Tello con Ciano. Ma non e’ cosi’ perche’ da questo momento la squadra sannita non riesce piu’ a trovare il bandolo della matassa e si lascia schiacciare nel proprio campo da un Brindisi volitivo ma senza idee.
L’unica palla-gol costruita dai pugliesi arriva al 15′ con il solito Cappelletti che di testa impegna Paleari in un difficile e spettacolare intervento, il portiere salva in angolo; sugli sviluppi del corner si accende una mischia in area sannita, la difesa rimedia ancora in corner.
E’ questo il momento migliore per la squadra pugliese ma il risultato non cambia.
Il Benevento, nonostante un’opaca prestazione, vince con merito e si porta ad un punto dalle capoliste Juve Stabia e Latina.
IL TABELLINO
BRINDISI – BENEVENTO  0-1  (0-1)
FORMAZIONI:
Brindisi:
Saio, Valenti, Cappelletti, Bizzotto, Nicolao, Cancelli (dal 77′ De Angelis), Malaccari, Ceesay (dal 46′ Ganz), Lombardi (dall’81’ Bunino), Moretti (dal 58′ Golfo), Albertini (dall’81’ Galano). All. Danucci.
Benevento: Paleari, El Kaouakibi, Capellini, Berra, Pastina, Masciangelo (dal 66′ Benedetti), Karic, Tello (dal 58′ Ciano), Ferrante (dal 79′ Marotta), Pinato (dal 79′ Kubica), Talia.  All. Andreoletti.
Arbitro: Niccolo’ Turrini di Firenze
Rete: Ferrante (22′)
Note:
Ammoniti Ceesay (37′), Tello (41′), Masciangelo (65′), Bizzotto (75′), Talia (83′), Pastina (89′), Marotta (95′). Recupero  2′ p.t., 5′ s.t.
Brindisi-Benevento 0-1. La gioia di Alexis Ferrante dopo la rete. (Foto Benevento Official Webs)

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Letteratura Universale

TOP SANNIO – Pietro Giorgione, genuino interprete del valore del sacrificio verso la collettivita’ – Nel libro “Memorie di un tempo passato” la biografia di un protagonista della recente storia politica e sociale di Benevento –

Una persona perbene, umile, semplice ma dal carattere forte e, soprattutto, schietto: una dote, quest’ultima, che gli e’ valsa in tutta la sua esistenza terrena ad ingenerare fiducia e stima in quanti lo hanno conosciuto pur non condividendone le sue vedute ideologiche: Pietro Giorgione, infatti, ha sempre sostenuto e difeso le proprie idee comuniste ma non ha mai rifiutato il confronto ed il dialogo con chi la pensava in modo diverso da lui.
Pragmatico, spirituale, autodidatta, convinto assertore del valore del dovere morale verso la collettivita’ ed, in particolare, verso le fasce piu’ deboli ed emarginate della societa’ per le quali il suo impegno politico e sociale e’ stato sempre costante punto di riferimento.
Del resto, non poteva essere altrimenti (anche se non scontato), viste le modeste origini, le condizioni ambientali difficili, la necessita’ di un adeguato sostentamento economico che accompagnano la sua nascita.
Pietro Giorgione nasce a Benevento il 17 febbraio 1919 in uno dei quartieri piu’ popolari della citta’, in quella via Niccolo’ Franco dove, a quell’epoca, pullulavano i “bassi” ed i vani terranei densamente abitati da famiglie numerose, come la sua, con l’unica funzione di dormitori e di consumazione di pasti veloci e frugali: era giocoforza, pertanto, riversarsi nelle strade per farsi accogliere dal sole, dalla luce che non filtrava in quegli angusti, bui e squallidi locali. Il contatto con il vicinato, percio’, diventava essenziale per socializzare, scambiare parole e, inevitabilmente, crescere piu’ in fretta ed imparare stilemi di vita.
E’ in questo mondo di povera gente che fin da piccolo Pietro apprende il senso della solidarieta’, dell’appartenenza ad una classe diseredata, abbandonata da ceti dirigenziali che, specie durante il ventennio fascista, fanno valere tutta la loro arroganza di potere tracciando un solco insormontabile con i loro “sottomessi”.
Nelle “Memorie di un tempo passato”, pubblicato nel 2003, Giorgione, nel ripercorrere le tappe fondamentali della sua “avventura”, come definisce la sua vita dalla nascita fino all’anno 1991, descrive in maniera semplice e senza fronzoli questo mondo non senza rimarcare la grande voglia di riscatto sociale che il suo animo e quello dei suoi compagni, di partito e non solo, persegue con tanto orgoglio e dignita’.
Sembra di imbattersi, fatte ovviamente le dovute proporzioni, in passi di …pasoliniana memoria.
Gia’ dopo la fine della terza elementare Pietro viene avviato dal padre, bracciante agricolo come la madre, entrambi anafabeti, ad imparare il mestiere di falegname presso un parente scoprendo solo piu’ tardi che la paga settimanale di tre lire in realta’ e’ pagata dallo stesso genitore e non dal titolare della bottega.
Il racconto del “memoriale” e’ pieno zeppo di episodi che mettono in evidenza la “citta’ invisibile”, come la definisce Vergineo nella sua bellissima introduzione, caratterizzata da tradizioni, costumi di vita, condotte umane oggi incompatibili  con la nostra visione ‘moderna’ delle cose.
La seconda parte del libro, lo si capisce dal tono col quale Pietro Giorgione descrive i fatti personali della sua movimentata esistenza, e’ quella che lo coinvolge di piu’ emotivamente: e’ solo dalla fine della seconda guerra mondiale che Giorgione acquisisce una profonda coscienza di classe; i guasti creati dal fascismo, le disuguaglianze sociali, i disagi del vivere quotidiano gli aprono ancor piu’ la mente inducendolo ad imprimere una svolta importante nella sua vita che lo accompagnera’ fino alla morte.
Nel 1946 si iscrive al Partito Comunista Italiano, che “…diventa la sua scuola di pensiero, la sua palestra di vita, la sua patria di elezione…”.
Il suo impegno politico, oltre che sindacale, lo porta a misurarsi su temi di un livello superiore al suo titolo di studio ma sui quali con solerzia certosina, grazie alla sua caparbia volonta’ di ben figurare nelle discussioni in ambiti istituzionali cui e’ chiamato a confrontarsi, riesce ad offrire il suo pensiero scevro da meccanismi del ‘politichese’ e, proprio per questo, piu’ efficace e penetrante nelle coscienze collettive.
Attraverso il suo racconto emerge uno spaccato originale della situazione interna al partito ed al sindacato locali descritta da uno che nel corso dei decenni ha imparato bene i meccanismi, a volte perversi, che stanno dietro certe soluzioni e certe decisioni importanti dall’alto delle prestigiose cariche rivestite.
Pietro narra i suoi disagi iniziali nelle vesti di consigliere comunale, carica mantenuta ininterrottamente dal 1956 al 1970, al cospetto di colleghi “agguerriti politicamente” e tutti piu’ ‘titolati’ di lui, i rapporti con i compagni del PCI, dei quali indica pregi e difetti, le gratificazioni ma anche le delusioni per il degenerare della “capacita’ propulsiva” del suo partito alla fine degli anni ottanta per l’avvento di giovani dirigenti provinciali a suo dire incapaci ed arroganti.
Non mancano i riferimenti d’obbligo alle feste de L’Unita’, vere e proprie occasioni di dibattito e riflessione su grandi questioni nazionali ed internazionali oltre che di svago e divertimento popolare: appuntamenti caratterizzati dall’occupazione di spazi pubblici ritenuti fino ad allora impensabili e conquistati dal nuovo clima politico instauratosi in Italia derivante dalla “patente” di democrazia finalmente riconosciuta al PCI, piazze, villa comunale, teatro romano.
Nella organizzazione c’e’, ovviamente, la mano del Giorgione che decanta i grossi meriti dei compagni romagnoli venuti appositamente dalla loro regione in maniera del tutto gratuita ad allestire stands gastronomici ed a mettere a disposizione la loro immensa esperienza.
Grande soddisfazione traspare dal racconto di un ballo popolare da lui incoraggiato all’interno di una festa che riscuote un notevolissimo successo: l’inchierchiata viene riproposta piu’ volte e presentata in una gara a Napoli dove riceve il primo premio da una giuria competente presieduta addirittura dal grande Eduardo De Filippo. Pietro Giorgione regalera’ al Museo del Sannio il prestigioso riconoscimento.
La visita a Benevento di Togliatti e Berlinguer, gli scioperi, le lotte politiche e sindacali, tutti momenti vissuti in prima persona con grande spinta emotiva.
Pietro Giorgione riscuote simpatia anche negli ambienti tradizionalmente lontani dal suo ‘habitat’ politico perche’ riesce ad essere comunicativo con tutti senza mai ergersi a padrone assoluto del campo ma centrando il cuore della gente su problemi concreti la cui soluzione va’ oltre l’aspetto ideologico.
La sua collaborazione con esponenti del mondo della Chiesa, don Giovanni Giordano, l’arcivescovo Minchiatti, e’ da costoro volutamente richiesta ed apprezzata.
Dopo il conseguimento da privatista della licenza media, viene chiamato da Mario Rotili, allora sindaco democristiano e direttore del Museo del Sannio, a risollevare le sorti dell’Associazione “Amici del Museo”, in penosa discesa di consensi e lui profonde tutto il suo impegno e la sua grande forza di volonta’ portando in assemblea circa trecento iscritti, a fronte delle poche unita’ cui era ridotta fino a poco tempo prima. Con Rotili, studioso ed amante della cultura, come lui, nasce un connubio importante per la crescita e lo sviluppo dell’importante istituzione beneventana che continuera’ con Elio Galasso, nuovo direttore ed altro superbo ‘monumento’ dell’intellighenzia locale.
Nella parte finale del volume, a testimonianza, forse, di una punta di nostalgia per un passato irripetibile, gli corre l’obbligo di citare con brevi cenni biografici alcuni compagni che hanno fatto la storia del partito in provincia e che sono relegati nell’oblio. Alla fine afferma:
Concludo con un senso di gratitudine verso quelle persone molto modeste, di semplici lavoratori, braccianti, contadini, manovali, qui non ricordati sconosciuti agli studiosi, anche se perseguitati, che hanno sacrificato la loro esistenza e quella delle loro famiglie solo per l’orgoglio di non tradire i propri ideali. Oggi cosa rara”.
Un messaggio che Gabriella Debora Giorgione brillantemente ed esaurientemente interpreta in appendice al libro: “…il coraggio delle idee, l’etica della coscienza, l’irrinunciabilita’ del pensiero libero ed il supplemento di coerenza e sacrificio a cui siamo tenuti per averli scelti….”.
“A chi ha fatto della propria vita una testimonianza di rispetto e di coerenza viene la certezza di non averla spesa inutilmente”. Faccio umilmente mia questa meravigliosa espressione di Domenica Zanin, post-fatrice al volume.
Foto sopra:                        La copertina di un libro di Pietro Giorgione, edito da “Realta’
Sannita” (2000)

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Il Cammino del Benevento

IL BENEVENTO DOMINA, POI SI RILASSA E SOFFRE MA VINCE LO STESSO (2-1) – Piegato il Taranto grazie ad un ottimo primo tempo – Generoso pressing dei tarantini nel finale del secondo tempo –

Per tre quarti di partita il Benevento domina il campo campando di rendita per il doppio vantaggio acquisito nel primo tempo.
Un primo tempo giocato quasi in scioltezza dai padroni di casa che non lasciano varchi ai tarantini  incappati spesso in errori madornali nei passaggi e totalmente surclassati a centrocampo.
Pochi gli spunti di cronaca e quasi tutti a favore del Benevento.
Al 3′ un cross calibrato di Benedetti, molto bravo in questa specialita’, attraversa tutto lo specchio della porta e finisce tra i piedi di Karic che, liberissimo, calcia alto sulla traversa.
Al 7′ un tiraccio di Talia dalla lunga distanza finisce…alle stelle.
Al 14′ si fa’ vedere il Taranto con Kanoute’ la cui incursione in area e’ respinta in corner da Paleari.
Al 24′ una bella combinazione tra Benedetti e Bolsius favorisce in area Ferrante che si gira e tira, Vannucchi devia in angolo.
Sugli sviluppi del corner Ferrante in mischia mette in rete sotto porta. Vantaggio meritatissimo.
Il Benevento continua a macinare gioco ed al 45′ perviene al raddoppio: un tiro dalla distanza di Pinato e’ respinto in tuffo dal portiere, sul pallone si avventa Karic che anticipa un difensore e batte per la seconda volta Vannucchi.
Prima del fischio finale del primo tempo c’e’ tempo per un’altra occasione per i giallorossi: e’ Talia ad impegnare il portiere in angolo con un forte tiro dal limite.
Nella ripresa per una buona mezzora il Benevento continua ad essere padrone del campo ma gli innesti di Capuano danno maggiore carica ai pugliesi.
Gli “stregoni” sfiorano piu’ volte la terza segnatura: al 2′ Pinato manda altissimo su servizio di Bolsius, al 13′ un tiro di Talia dal limite, concludendo un veloce contropiede, finisce di poco a lato, al 14′ Ferrante lambisce l’incrocio.
A questo punto il gioco del Benevento diventa troppo lezioso dando l’impressione di essere pago del risultato.
Tello, dimenticando il giocatore poco umile e col vizio di “primadonna” visto nel primo tempo, incanta con i suoi passaggi smarcanti e la sua classe, certamente di livello superiore.
Ma la squadra, pero’, si rilassa troppo e cala paurosamente di concentrazione a fronte di una compagine avversaria piu’ determinata e volitiva che al 31′ riduce lo svantaggio con Antonini che di testa corregge in rete una punizione di Orlando deviata da Fabbro.
Il Taranto acquista coraggio e si fa’ valere di piu’ a centrocampo.
Il pressing dei tarantini, tuttavia, non approda a risultati concreti.
E’ il Benevento, invece, che impensierisce ancora la porta di Vannucchi al 37′ con Karic che, servito alla grande da Tello, penetra in area ma si vede respingere il tiro in angolo da un difensore.
Solo al 43′ la formazione pugliese crea un serio pericolo quando in contropiede Orlando con un tiro dalla distanza sfiora la traversa.
Con questa vittoria il Benevento si porta al quarto posto in classifica con 7 punti; il “passo falso” di Torre del Greco sembra ormai dimenticato.
IL TABELLINO
BENEVENTO – TARANTO 2-1 (2-0)
FORMAZIONI:
Benevento:
Paleari, Berra, Capellini, Pastina, Benedetti, Pinato (dal 66′ Simonetti), Karic (dall’84’ El Kaouakibi), Tello, Bolsius (dal 59′ Carfora), Talia, Ferrante (dall’84’ Marotta).  All. Andreoletti.
Taranto: Vannucchi, Heinz, Antonini, Enrici, Mastromonaco, Romano (dal 46′ Panico), Calvano, Zonta (dal 46′ Fiorani), Ferrara (dal 46′ Bifulco), Kanoute’ (dal 66′ Orlando), Samele (dal 46′ Fabbro).
All. Capuano.
Arbitro: Andrea Ancora di Roma 1
Reti: Ferrante (25′), Karic (45′), Antonini (76′)
Note: Ammoniti Romano (45’+2′), Berra (89′), Enrici (90’+1′), El Kouakibi (90’+2′), Fabbro (90’+2′)

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Il Cammino del Benevento

PAREGGIO A RETI INVIOLATE – Casertana e Benevento si dividono la posta – Carretta, infortunato, lascia il campo dopo soli 15′ di gioco – Ferrante colpisce un palo nella ripresa –

L’atteso derby tra Casertana e Benevento al “Pinto” di Caserta finisce in parita’ dopo una gara che regala emozioni solo nel secondo tempo.
Nella prima fase di gioco, infatti, le squadre giocano al piccolo trotto senza creare alcun pericolo verso la porta avversaria.
I padroni di casa partono subito all’attacco e premono insistentemente alla ricerca del gol ma non impegnano minimamente Paleari riuscendo solo a guadagnare qualche calcio d’angolo.
Unica azione degna di nota al 19′: l’intervento provvidenziale in area di Pastina frena Taurino lanciato a rete. L’attaccante casertano aveva sostituito da poco Carretta, uscito dal campo per infortunio.
Il Benevento si limita a controllare il gioco e Venturi…dorme sonni tranquilli.
Nella ripresa mister Andreoletti inserisce Tello e Karic al posto di Marotta e Masciangelo.
Gli “stregoni” si fanno piu’ intraprendenti e gia’ al 5′ sfiorano la rete con Ferrante che conclude una bella azione corale: il palo respinge il pallone a portiere battuto.
La Casertana reagisce alla pressione dei giallorossi, stasera in tenuta bianca, e con due tiri dalla distanza, rispettivamente di Toscano e di Anastasio, al 23′ ed al 30′,  impegnano Paleari che respinge con bravura.
Al 33′ occasionissima per il Benevento con Berra che raccoglie un corner di Benedetti e da ottima posizione calcia a lato.
Sono sempre gli ospiti a menare la danza con piglio autoritario.
Al 37′ Tello, sotto porta, servito da Karic, si vede respingere il tiro in angolo da un difensore.
L’ultima opportunita’ per sbloccare il risultato e’ ancora del Benevento nel secondo dei tre minuti di recupero concessi dall’arbitro: Karic e’ servito benissimo con un passaggio in profondita’ ma il suo fendente sfiora il palo.
Per quanto visto nel secondo tempo il Benevento merita di piu’ ma il punto conquistato e’ bene augurante per il prosieguo del campionato.
IL TABELLINO
CASERTANA – BENEVENTO  0-0
FORMAZIONI:
Casertana:
Venturi, Fabbri, Celiento, Sciacca, Carretta (dal 16′ Taurino, dal 58′ Casoli), Damian, Curcio (dall’82’ Turchetta), Tavernelli, Toscano, Paglino (dal 58′ Anastasio), Proietti.  All. Vincenzo Cangelosi.
Benevento: Paleari, El Kaouakibi, Benedetti, Masciangelo ( dal 46′ Karic), Pastina, Berra, Simonetti (dal 69′ Bolsius), Pinato (dal 58′ Kubica), Marotta (dal 46′ Tello), Talia, Ferrante.  All. Matteo Andreoletti.
Arbitro: Mattia Caldera di Como
Note: Ammoniti Benedetti (26′), Pastina (33′), Marotta (38′), Toscano (38′), Simonetti (41′), Damian (64′), Berra (86′). Recupero: 3′ nel primo tempo e 3′ nel secondo tempo.

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IL BENEVENTO DI MISURA SUL FRANCAVILLA (1-0) – Decide Ferrante nel primo tempo – Espulso Capellini per doppia ammonizione – Nel finale Paleari salva il risultato –

Vittoria sofferta ma comunque meritata del Benevento ai danni del Francavilla.
La partita non e’ stata bella. Anzi, a tratti e’ stata noiosa specialmente prima dell’unica segnatura ad opera di Ferrante, il migliore dei suoi.
La squadra di casa era chiamata a vincere dopo la brutta prestazione di Torre del Greco e l’impresa e’ riuscita con grande sollievo degli spettatori che a fine gara hanno tributato un lungo applauso ai giocatori giallorossi, motivato piu’ dal risultato che non dal gioco espresso, apparso troppo lento e poco lucido.
E’ ancora troppo presto per esprimere un giudizio sull’assetto complessivo della squadra beneventana ma e’ sembrata evidente la mancanza di una cabina di regia a centrocampo, affidata ad un Talia ancora troppo giovane ed inesperto anche se dotato di una buona visione di gioco.
Nel Benevento ha fatto il suo esordio in campionato il tanto atteso Marotta, assente la scorsa partita per squalifica. L’attaccante, ben noto alla tifoseria locale per la sua passata militanza tra le fila giallorosse, si e’ impegnato molto ed ha fatto vedere cose discrete insieme a Ferrante.
Anche lui, come tanti suoi compagni, e’ a corto di preparazione ma il suo movimento, siamo sicuri, dara’ al piu’ presto i frutti sperati.
La rete decisiva e’ stata di Ferrante al 36′: l’attaccante ha raccolto di testa un corner battendo l’incolpevole portiere avversario.
Nella ripresa i padroni di casa hanno badato a difendere il risultato e in diverse occasioni hanno sfiorato il raddoppio in contropiede.
Solo nel finale il Francavilla si e’ reso pericoloso: occasionissima all’ultimo dei cinque minuti di recupero concessi dall’arbitro, Paleari si e’ opposto alla grande respingendo in angolo un pallone che sembrava gia’ in fondo al sacco scagliato dal neo entrato Giovinco.
Il Benevento ha ottenuto la prima vittoria, per il Francavilla e’ la seconda sconfitta consecutiva.
Il Tabellino
BENEVENTO – FRANCAVILLA 1-0 (1-0)
FORMAZIONI:
Benevento –
Paleari, El Kaouakibi, Benedetti (dal 72′ Masciangelo), Berra, Pastina, Capellini, Karic, Pinato (dal 72′ Simonetti), Marotta (dal 65′ Bolsius), Talia (dall’80’ Kubica), Ferrante.  All. Matteo Andreoletti.
Virtus Francavilla – Forte, Gavazzi, Monteagudo, Accardi, Polidori (dal 56′ Biondi), Izzillo (dal 56′ Zuppel), Carella (dal 65′ Macca), Di Marco, Artistico (dal 65′ Giovinco), Fornito, Nicoli (dall’82’ De Marino).   All. Alberto Villa.
Arbitro: Andrea Calzavara di Varese
Rete: Ferrante (36′)
Note:
Ammoniti Monteagudo (53′), Paleari (83′). Espulso Capellini (88′) per doppia ammonizione
Benevento-Virtus Francavilla 1-0. Marotta in acrobazia sfiora il raddoppio.

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Arte

TOP SANNIO – Mario Rotili, studioso di storia dell’arte, docente, politico. Un uomo d’altri tempi –

Aveva solo 36 anni quando nel 1956 fu eletto sindaco di Benevento guidando un governo gestito dalla Democrazia Cristiana, il partito per tanti anni  egemone dell’Italia repubblicana  dopo il predominio liberale del periodo monarchico: il giovane Mario Rotili simboleggio’ la tendenza al rinnovamento dei quadri democristiani che si ebbe a meta’ degli anni cinquanta a Benevento.
Ma evidentemente non fu solo un’operazione esclusivamente anagrafica perche’ Rotili, pur non caratterizzandosi come classico uomo di partito, catalizzava la stima e la simpatia di quanti, ed erano tanti, riconoscevano in lui una personalita’ di ispirazione moderata e cristiana, dotato di vasta cultura e lontano dallo stereotipo del “professionista politico”, rigido e fazioso.
Anzi, fu proprio la sua immagine di persona disponibile al confronto piu’ che allo scontro frontale che si impose all’attenzione degli elettori; Rotili fu il piu’ votato nella sua lista ed i consiglieri comunali del suo partito non ebbero alcuna difficolta’ a sceglierlo come primo cittadino (all’epoca non era ancora istituita la legge elettorale che prevedeva un suffragio a parte per l’elezione del sindaco).
E Rotili non deluse le aspettative. Rivelo’ doti non comuni di mediatore. Basti pensare che nel suo settennato piu’ del 90% delle delibere furono approvate all’unanimita’, un dato che merito’ il rinnovo della fiducia dell’elettorato nei suoi confronti in occasione delle successive elezioni comunali del 1960 nelle quali il sindaco in carica riporto’ oltre cinquemila preferenze, circa duemila in piu’ rispetto alla precedente consultazione, distaccando di oltre tremila voti il secondo della sua lista.
Durante il suo sindacato si distinse, oltre che per le sue doti di equilibrio, con interventi misurati e scevri da formalismi procedurali e da congetture politiche ‘sibilline’, anche e soprattutto per la passione e l’interesse verso il mondo dell’arte e della cultura.
Del resto, non poteva essere altrimenti visto e considerato che prima del suo impegno in politica Mario Rotili era conosciuto come studioso di storia dell’arte e non solo di quella provinciale beneventana.
Nel campo della pubblica istruzione la sua attivita’ fu decisiva nella realizzazione di ben 14 edifici scolastici urbani e 14 rurali laddove esistevano a Benevento nel 1956 soltanto l’Istituto Magistrale, il Liceo Ginnasio, le scuole elementari “Mazzini” e “Colonnette”, qualche aula elementare al rione Liberta’ e l’Istituto Industriale.
Il suo impegno in materia di beni culturali produsse un’enorme crescita di sviluppo e di interesse intorno all’Arco del Sacramento, il Teatro Romano, l’Arco di Traiano, la chiesa longobarda di Sant’Ilario, il complesso di Santa Sofia, la zona del Duomo: tutti monumenti ai quali furono dedicati interventi importanti pari alla loro rilevanza storico-artistica.
Per non parlare del Museo del Sannio, del quale divenne anche direttore, oggetto di lavori, completati nel giro di soli quattro anni, che portarono alla nascita di sezioni importantissime ed al passo con i tempi, quali la Biblioteca, la sezione archeologica, l’archivio storico, la sezione d’arte medioevale e moderna.
Il sindacato di Mario Rotili si interruppe nel 1963 quando decise di ritirarsi dalla vita politica e di non riaccettare la carica di sindaco rioffertagli dal suo partito perche’ deluso dallo scontro di interessi sia interni che esterni alla Democrazia Cristiana.
In particolare, mostro’ la sua profonda avversione per gli sviluppi politici in ordine alla definizione del tracciato dell’autostrada Napoli-Bari che aveva visto contrapposti l’amministrazione comunale beneventana agli interessi delle province di Avellino, Napoli e Bari che erano pur rappresentati da gruppi ed esponenti democristiani.
Dopo questa infelice esperienza il Rotili politico lascio’ il posto al Rotili studioso: numerose e pregevolissime furono le sue iniziative editoriali.
Il Museo del Sannio divenne, sotto la sua autorevole direzione e guida, un centro culturale di primissimo ordine: concerti, manifestazioni, convegni, mostre contribuirono a fare di esso un riferimento costante di promozione culturale e non piu’ solo di deposito ed esposizione.
Poi subentro’ l’attivita’ universitaria a Napoli dove insegno’ dal 1970 “Storia della miniatura e delle arti minori” e, dal 1976, passo’ alla cattedra di “Storia dell’Arte Medievale e Moderna”.
Mori’ il 26 febbraio 1981, all’eta’ di 61 anni.

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Il Cammino del Benevento

IL BENEVENTO PARTE MALE, TRAVOLTO A TORRE DEL GRECO (3-1) – La Turris in quattro minuti ribalta lo svantaggio iniziale – Traverse di Meccariello e di Franco – Nel finale i padroni di casa stroncano la debole reazione degli “stregoni” – Infortunio a Ciano, Benevento in dieci a pochi minuti dal termine –

Nonostante i favori del pronostico il Benevento fa’ il suo esordio in campionato nel peggiore dei modi subendo un’amara sconfitta, tra l’altro meritata per la brutta prestazione caratterizzata soprattutto  dalla disattenzione della difesa e dalla scarsa incisivita’ del reparto offensivo.
Dopo una stagione deludente culminata nella inaspettata retrocessione dalla serie B, la “Strega” continua a far soffrire i suoi sostenitori.
Non e’ il caso di fare un dramma, in fondo e’ solo la prima partita, anche Catania ed Avellino, indicate come il Benevento tra le pretendenti alla promozione hanno perso; inoltre, la serie C, e’ noto, e’ una competizione sotto certi aspetti diversa e piu’ difficile della categoria superiore e la formazione beneventana si presenta con una “rosa” quasi totalmente rinnovata rispetto al precedente torneo, per la qual cosa e’ lecito aspettare prima di esprimere un giudizio frettoloso e fortemente critico.
Eppure il Benevento ha un avvio veemente costringendo i padroni di casa a rinchiudersi nella propria meta’ campo ed a difendersi dagli attacchi degli avversari che, soprattutto con Benedetti ed i suoi spioventi dalla sinistra, subiscono la continua pressione degli ospiti.
Gia’ al 3′ un tiro al volo di Bolsius su cross di Berra sorvola di poco la traversa e fa’ tremare i tifosi locali.
Al 14′ il Benevento passa in vantaggio: su azione susseguente a corner, Benedetti raccoglie una corta respinta della difesa e scodella il pallone in area, di testa Meccariello colpisce il palo e sul rimbalzo il piu’ lesto e’ Pastina che corregge in rete sotto porta.
La rete premia la maggiore spinta offensiva dei beneventani che continuano ad impensierire la squadra avversaria.
Al 18′ un tiro dalla distanza di Contessa finisce di poco alto sulla traversa ma dieci minuti dopo e’ ancora il Benevento ad avere una buona occasione con una manovra corale che Ciano conclude male a tu per tu col portiere che salva in angolo.
Gol mancato, gol per l’avversario: al 29′ la Turris perviene inaspettatamente al pareggio grazie ad un cross che viene raccolto in area da Cum il cui tiro e’ respinto dal braccio di un difensore. L’arbitro concede il rigore che e’ trasformato da Maniero.
Dopo quattro minuti la Turris segna di nuovo: l’azione e’ quasi identica a quella precedente ma stavolta il tiro di Cum finisce direttamente in rete grazie anche alla complicita’ di Paleari, uscito a vuoto, e dell’intera retroguardia sannita che sta a guardare.
Per il Benevento e’ una vera e propria doccia fredda e la Turris prova ad approfittare dell’evidente sbandamento: al 39′ Paleari vola a deviare in angolo una staffilata di Giannone dalla distanza.
Un minuto dopo la squadra giallorossa, stasera in completa divisa bianca, sfiora il pareggio con Meccariello che di testa colpisce la traversa.
Nel secondo tempo si attende la reazione del Benevento, che non c’e’ nonostante l’ingresso in campo di Ferrante al posto di Carfora.
Al 6′ la Turris si rende pericolosa con Nocerino che sfrutta un clamoroso errore di Meccariello e si presenta tutto solo davanti a Paleari che riesce a parare in due tempi.
Due minuti dopo il neo entrato Ferrante si fa’ apprezzare per un bel tiro in corsa che accarezza la traversa.
La Turris, pero’, non sta a guardare e ancora  Nocerino impegna Paleari al 9′.
All’11’ Berra anticipa Maniero spedendo in corner e sbrogliando una difficile situazione.
Al 12′ un forte tiro dal limite di Franco sembra battere Paleari ma il pallone si stampa sull’incrocio dei pali.
Il Benevento stenta a trovare il filo della matassa, l’attacco e’ disordinato. Al 20′, su punizione di Ciano, per poco un difensore torrese rischia l’autogol.
Al 24′ la migliore occasione per il Benevento di pareggiare capita a Ferrante che a pochi passi dalla porta scaglia clamorosamente il pallone fuori.
Nel finale di partita si infortuna Ciano che e’ costretto a lasciare il campo, il Benevento e’ ridotto in dieci uomini perche’ ha gia’ effettuato tutte le sostituzioni.
Al 41′ in azione di contropiede De Felice si vede respingere in angolo un tiro da distanza ravvicinata.
Un minuto dopo la Turris segna il gol della tranquillita’ con D’Auria che infila Paleari con un tiro preciso nell’angolino piu’ lontano, sfruttando una leggerezza difensiva di Talia.
Finisce 3 a 1 per la Turris. Per il Benevento un esordio da dimenticare al piu’ presto.
IL TABELLINO
TURRIS – BENEVENTO 3-1 (2-1)
Formazioni:
Turris –
Fasolino, Cocetta, Miceli, Burgio, Cum (dal 70′ Frascatore), Scaccabarozzi, Franco, Contessa, Giannone (dal 62′ De Felice), Maniero (dall’80’ D’Auria), Nocerino (dal 62′ Matera). All. Caneo.
Benevento – Paleari, Capellini (dall’80’ Sorrentino), Meccariello (dal 64′ El Kaouakibi), Pastina, Berra, Talia, Pinato, Benedetti, Carfora (dal 52′ Ferrante), Ciano, Bolsius (dal 64′ Masciangelo).  All. Andreoletti.
Arbitro: Mario Perri di Roma 1
Reti: Pastina (14′), Maniero (rigore 29′), Cum (33′), D’Auria (87′)
Note: Ammoniti Fasolino, Ciano, Talia (89′), De Felice (89′)
                                                Pastina, autore del gol del Benevento