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L’AGGUATO DI VIA FANI

Il 16 marzo 1978 in via Fani, a Roma, le Brigate Rosse uccisero i componenti della scorta dell’onorevole Aldo Moro e sequestrarono l’autorevole esponente della Democrazia Cristiana.
Dopo 55 giorni il cadavere di Aldo Moro fu trovato all’interno del bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani.

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KARL MARX, UN FILOSOFO SEMPRE ATTUALE

Il 14 marzo 1883 moriva a Londra il filosofo tedesco Karl Marx.
Considerato il fondatore del comunismo,  dedicò tutta la vita alla difesa dei diritti dei lavoratori elaborando un sistema economico anticapitalistico.
A causa delle sue idee rivoluzionarie fu vittima di persecuzioni politiche ed ispiratore di tanti pensatori che tuttora si rifanno alle sue concezioni.
Nonostante le manipolazioni ed il discredito di oppositori nel corso del tempo, l’attualità del suo pensiero è ancora vivo ed è costantemente oggetto di approfondite riflessioni.
Tra le sue opere, un grande successo riscuote ancora oggi “Il Capitale”, ritenuto il testo-chiave delle sue elaborazioni teoriche.

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BREXIT, UNA BREVE RIFLESSIONE

Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea decretò la decisione dei popoli britannici di uscire dall’U.E. e qualche giorno fa il Parlamento Europeo ha formalizzato tale scelta non senza qualche mugugno da parte degli altri Paesi aderenti.
La “Brexit”, così come viene comunemente indicata l’uscita del Regno Unito dall’U.E. (sincrasi formata dall’inglese Britain, “Gran Bretagna”, ed exit, “uscita”), in realtà, era inevitabile se si considerano le gravi responsabilità di Bruxelles inerenti la cattiva politica della UE degli ultimi anni.  In primo luogo, in ordine all’atteggiamento usato verso l’immigrazione, poi per quanto riguarda le rigorose misure di austerità per fronteggiare la crisi, dipinte come àncore di salvataggio ma in concreto servite solo ad incrementare le lacerazioni nella distribuzione della ricchezza.
Vero è che la Gran Bretagna ha sempre nutrito un sentimento di ostilità ideologica verso l’Unione Europea ma non bisogna sottovalutare il fatto che, in occasione del voto referendario, fu la parte più debole. socialmente ed economicamente, a far propendere il risultato in favore dell’uscita, a testimonianza delle gravissime disuguaglianze sociali prodotte dall’UE.
Insomma, il grave disagio sociale che si esprime oggi nell’illusione nazionalista è il frutto delle politiche liberiste avviate in particolare da Draghi e dalla Merkel.
Gli europeisti devono convincersi che per uscire dalla crisi bisogna uscire soprattutto dal liberismo per prendere una direzione diversa da quella finora intrapresa, fondata sulla redistribuzione del reddito e del lavoro, sull’ampliamento del welfare e adottando una linea politica diametralmente opposta a quella perseguita fino ad oggi dall’Unione Europea.

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LE BASI USA IN ITALIA : UN PERICOLO PER LA SICUREZZA NAZIONALE SE TRUMP VERRA’ RIELETTO – Quante basi militari americane ci sono in Italia e dove sono dislocate? Quali benefici hanno apportato finora? Cosa ha prodotto l’amministrazione Trump ?

“L’unilateralismo” di Trump. ovvero la sua amministrazione basata su decisioni improvvise, contraddittorie e, quel che è peggio, assunte senza una  preliminare e minima consultazione con i “paesi alleati”, oltre ad umiliare i princìpi del “multilateralismo” mortifica e cancella la fiducia tra i governi.
Non è un caso che il mondo occidentale, attraverso le osservazioni di autorevoli studiosi, non considera l’amministrazione americana espressione della migliore leadership politica così come faceva dal lontano 1945.
C’è chi ritiene il comportamento di Trump un segno di debolezza, di declino americano, un “unilateralismo arrabbiato” che si manifesta con azioni crudeli e violente per giustificare il suo scoramento per l’isolamento cui è relegato.
Diversi sono stati, finora, i riflessi nefasti delle sue prese di posizione quali l’abbandono dei curdi siriani, l’uscita dall’accordo nucleare siriano, i dazi cinesi, e via discorrendo fino ad arrivare all’uccisione del generale iraniano Suleimani.
In caso di una sua rielezione, sarebbe importante riconsiderare la presenza in Italia delle basi americane al fine di verificarne opportunità e conseguenze.
Innanzitutto, quale utilità arrecano all’interesse nazionale? Nessuna, direi, se si pensa al disinteresse americano nei confronti del governo Conte in occasione della crisi in Libia, per esempio, o altrove.
Pare che per numero di basi americane ospitate, l’Italia sia seconda solo alla Germania. E pare anche che tali basi non si trovino solo a Vicenza, Aviano, Livorno e Sigonella, così come riferisce il sito dell’ambasciata. Anzi, pare siano molte di più, chi dice 59 chi addirittura 113; l’elenco non si riferisce solo alle strutture Nato ma anche a tutte quelle installazioni utili per gli interessi di Washington.
Tra l’altro, non bisogna dimenticare che il governo italiano pare contribuirebbe al 37% delle spese di manutenzione delle basi militari.
Considerando l’uso spregiudicato ed unilaterale della forza militare del presidente americano, cosa potrebbe succedere qualora a  Trump venisse riconfermato il mandato?
Le installazioni militari americane ospitate in Italia potrebbero costituire un inevitabile obiettivo di attacchi terroristici ed arrecare, perciò, gravi danni all’interesse nazionale.
Insomma, è davvero inutile trattare questo argomento?

Il presidente americano Trump

 

 

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E’ PASSATO IL SESSANTOTTO ?

Per decenni i poteri dominanti ed i loro mezzi di comunicazione hanno tentato, invano, di screditare, con i loro giudizi faziosi e bugiardi ciò che veramente ha rappresentato il ’68 circa la volontà di una
generazione, coraggiosa e idealmente motivata, di costruire il cambiamento.
Violenti, intolleranti, frustrati sono solo alcuni degli epiteti che la classe borghese rivolgeva ai protagonisti del Movimento (studenti, giovani, donne, operai, lavoratori) che avevano solo il torto di protestare contro un sistema che non garantiva il diritto allo studio, ad un ambiente di lavoro adeguato, ad una occupazione dignitosa e, più in generale, ad una nuova qualità della vita.
A distanza di cinquant’anni, molte cose sono cambiate, ed in peggio !
Allora, l’interesse per la cultura (libri, arte, teatro, scuola, ecc.) era enorme, il confronto politico, all’interno dei partiti, era serrato, i giovani erano speranzosi di un mondo migliore che pensavano di realizzare con le loro idee di rinnovamento e con le loro lotte sociali. E poi c’erano grandi leaders politici che, al di là delle diverse tendenze ideologiche, costituivano un costante punto di riferimento per il popolo.
Oggi, la cultura è svilita dal ridimensionamento progressivo dei governanti di turno, molti dei quali hanno tradito la loro spinta propulsiva originaria, i partiti sono diventati oligarchie di notabili contro i quali sono rivolti, spesso a ragione, strali ingiuriosi e volgari a testimonianza della sfiducia e della diffidenza nei confronti non solo di uomini politici ma anche delle istituzioni, i giovani vedono molte ombre nel loro futuro e scappano fuori dall’Italia o, in altre ipotesi, si rifugiano nella famiglia allungando, con loro grande disperazione, un’adolescenza inquieta.  Al posto dei vari Berlinguer, Moro, ecc. ci sono Berlusconi, Salvini, Renzi.
Quando mi trovo a parlare con mio figlio di quei “formidabili anni”, entro in crisi e faccio fatica a rispondere alla sua domanda, legittima per la verità, “Papà, ma come si è arrivati alla situazione odierna, che eredità ci avete lasciato a noi giovani” ?
E mi accorgo che non è giusto scaricare le colpe sui giovani di oggi, accusandoli di essere troppo passivi e disorientati anche se mi sembrano così lontani i tempi di Martin Luther King, Bob Kennedy, lo Statuto dei lavoratori, la legge sull’aborto e sul divorzio, l’autunno caldo, le grandi manifestazioni di massa, Lama ed i sindacati.
Da noi, a Benevento, il ’68 con i suoi riflessi ed i suoi sentimenti è arrivato, forse, all’inizio degli anni settanta ed io, pur avendo ancora un’età giovanissima, avvertivo sensibilmente nell’aria quel clima meraviglioso, coinvolgente che ti entrava dentro quasi a voler esorcizzare quella condizione di impotenza, che giudicavi ingiusta, verso i tuoi nemici di classe che mai come allora ti sembravano più deboli e non solo grazie alla classica esuberanza dettata dall’età giovanile che ti fà apparire tutto più facile ed alla tua portata bensì grazie alla protezione, sia pure indiretta, che ti ispirava la comunanza di idee, di passioni, di ideali di un’enorme massa di giovani che la pensava come te e ti stimolava ad esprimere liberamente il tuo pensiero senza alcun timore reverenziale nei confronti di chicchessia.
Ho ancora vivo nella mente il ricordo della mia prima partecipazione all’occupazione del Liceo Classico, le notti insonni passate a discutere sulla situazione politica, la vigilanza nel respingere i tentativi dei fascisti di liberare l’istituto, l’arrivo di prima mattina delle compagne di scuola con il caffè, il cappuccino e quant’altro. Momenti indimenticabili!
Se penso che il Movimento Studentesco, poi sfociato nel ’68 con tutte le sue implicazioni (trascurate, forse, nella loro importanza dal PCI e da molti intellettuali che all’epoca ruotavano attorno al più grande partito della Sinistra italiana) è iniziato l’anno precedente con la protesta degli studenti dell’Università Cattolica di Milano per la decisione impopolare di aumentare la tassa di iscrizione per tutte le Facoltà portandola da 18 a 43 mila lire (è bene ricordare che a quei tempi il salario medio di un lavoratore era di circa 70 mila lire mensili), mi chiedo come possa restare indifferente oggi la popolazione italiana di fronte alla circostanza che gran parte di essa non riesce a mettere il piatto a tavola a fine mese.
Un altro interrogativo mi pongo:” Se il Sessantotto fosse capitato nei tempi attuali, come avrebbe reagito il “Movimento” ? “.
Allora le domande diventano due: a)- come si è arrivati a tanto, nonostante le lotte e le conquiste di quegli anni e b)- cosa succederebbe se in un’ immaginaria trasposizione dei tempi la contestazione avvenisse oggi, in questa particolare e fallimentare degenerazione della società ?

 

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MOMENTO PER LA CRESCITA

L’Associazione culturale “MOMENTO PER LA CRESCITA (M.p.C.)” intende avviare una serie di incontri pubblici su temi politici di cocente attualità e strettamente interconnessi: alimentazione, salute, agricoltura e territorio.
“Fare politica” non significa affatto, per noi, “farsi eleggere” alla guida della Pubblica Amministrazione di Comuni, Province, Regioni o del Paese, con l’intento di “governare” (o, volendo, di “comandare”) la cosa pubblica, ritenendoci persone oneste e capaci, convinte di poter risolvere problemi e questioni dall’alto, con ordinanze e direttive.
Per quanto ci riguarda, non siamo interessati ad occupare “poltrone” nè “scranni”, non in quanto non vogliamo “sporcarci le mani”, bensì non lo riteniamo necessario.
Noi crediamo che la politica sia da intendersi, innanzi tutto, come pratica educativa dal basso, finalizzata al miglioramento della “qualità della vita” personale e collettiva.
Soltanto in un secondo momento, essa dovrebbe tradursi in atti amministrativi volti a normare e regolamentare i comportamenti sociali che incidono sulla vita pubblica.
Educare se stessi e gli altri vuol dire, a nostro avviso, comprendere quali siano i reali problemi che investono la società, per l’appunto quelli suelencati, e su cui si innestano tutti gli altri, al fine di risolverli come si conviene.
Ma ancor di più vuol dire rafforzarsi negli Ideali e nei Valori su cui si fonda la vita umana e sui quali ciascuna persona tende a orientare la propria condotta e che perciò influiscono sullo “stile”, sul “tenore” e, in definitiva, sulla “qualità” della vita stessa.
Fare politica, per noi, vuol dire far coincidere l'”interesse privato” della persona con il “bene comune” della collettività, giacchè l’interesse della singola persona è direttamente responsabile del bene o del male che albergano nella collettività.
Gli argomenti tematici su cui si intende porre l’attenzione sono i seguenti:
Primo incontro. ” ALIMENTAZIONE, SALUTE, AGRICOLTURA E TERRITORIO: CAPISALDI DELL’ATTIVITA’ POLITICA”.
Secondo incontro. “CIBO, FONTE DI VITA E PERNO DELLA VITA QUOTIDIANA: EDUCAZIONE ALIMENTARE E PRATICA CULINARIA”.
Terzo incontro.  “AUTONOMIA SALUTISTICA: MEDICINE OLISTICHE, IGIENE NATURALE E DISCIPLINE ENERGETICHE TRADIZIONALI”.
Quarto incontro.  “AUTONOMIA ALIMENTARE: RECUPERO DELLE AREE AGRICOLE DISMESSE, PERMACULTURA E ORTI SINERGICI”.
Quinto incontro.  “SALVAGUARDIA TERRITORIALE: TUTELA DEL PAESAGGIO, VINCOLO IDRO-GEOLOGICO E RISANAMENTO AMBIENTALE”.
A stretto giro di tempo, il Momento per la Crescita comunicherà date. luoghi ed orari delle iniziative sulle quali la cittadinanza è invitata fin d’ora a partecipare ed a intervenire nel dibattito che ne seguirà.   Il Segretario – Salvatore De Toma

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MARX, A QUANDO LA TUA VENDETTA?

I ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.
Il grande filosofo tedesco, Karl Marx, nella sua opera “Il Capitale” l’aveva predetto che il sistema capitalistico avrebbe impoverito le masse e concentrato la ricchezza nelle mani di pochi generando crisi economiche e conflitti tra le classi sociali.
Il fenomeno si sta verificando in tutto il mondo scatenando la rabbia dei lavoratori che, però, non riescono a realizzare “la dittatura del proletariato” forse perchè non intendono rovesciare il capitalismo ma soltanto riformarlo.
In Italia forze occulte sembrano aver somministrato una buona dose di camomilla al popolo visto e considerato che il corso delle cose va avanti nonostante le disuguaglianze e la disperazione in cui vivono milioni di cittadini.
In un articolo pubblicato lo scorso anno il ‘Time’ aveva affermato:”Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta”.

Karl Marx, autore de “Il Capitale”
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Riflessione sul reddito di cittadinanza: luci ed ombre

Da qualche tempo, specie da parte del Movimento 5 Stelle, viene sbandierata ai quattro venti l’importanza di assicurare a tutti i disoccupati un “reddito di cittadinanza” ovvero un sussidio mensile da parte dello Stato che serva soprattutto a garantire a determinate categorie di giovani l’accesso a cure mediche, servizi, formazione,ecc.
L’idea, di primo acchito, sembra buona e tale da configurare un mezzo idoneo per combattere la povertà, creare un minimo di autonomia finanziaria ed aiutare le famiglie indigenti.
La stessa, tuttavia, dev’essere rettamente intesa perchè se venisse realizzata così come concepita dai seguaci di Beppe Grillo in realtà  si configurerebbe come una misura di anti-welfare liberalizzato.
I “grillini”, infatti, sulla scia di una corrente liberista di destra, parlano di un reddito di cittadinanza “universale ed incondizionato”, del tutto svincolato dal lavoro, dalle condizioni patrimoniali e di reddito confondendo il concetto di “uguale distribuzione” con “equa distribuzione” .
In questa visione sembrano cascarci anche intellettuali di sinistra nella convinzione errata che la “post-modernità” si possa realizzare in un superamento automatico ed indolore del capitalismo in ciò sovvertendo completamente la teoria marxista del “crollo del capitalismo”.
In realtà, il reddito di cittadinanza “universale ed incondizionato” aiuterebbe ulteriormente il modo di produzione capitalistica perchè finirebbe con l’aumentare la domanda per sopperire alla crisi strutturale di sovrapproduzione che da decenni il capitale cerca di smorzare con l’obiettivo di massimizzare i profitti.
Oggigiorno, fenomeni come disoccupazione, contrazione dei salari, riduzione del potere contrattuale dei lavoratori sono generati dal modo di produzione capitalistica, caratterizzato da un aumento dell’investimento in capitale costante, e cioè i macchinari, a discapito di quello in capitale variabile, e cioè la forza-lavoro, non rendendosi conto che i lavoratori non potranno mai consumare l’enorme quantità di merci prodotte per l’insufficienza del salario percepito.  E questo sistema conduce necessariamente ad una caduta tendenziale del saggio di profitto che tanto preoccupa i capitalisti, impegnati a fronteggiare i notevoli costi di produzione.
Di conseguenza, proporre un reddito di cittadinanza “universale ed incondizionato”  senza porsi il problema di de-legittimare lo status quo, combattere la povertà e la marginalità sociale, migliorare le condizioni lavorative e, soprattutto, assicurare un lavoro a tutti, significherebbe snaturare la reale forza di uno strumento che potrebbe rivoluzionare il sistema capitalistico se usato con discernimento e con equità sociale.
Ben venga, allora, il reddito di cittadinanza ma con finalità precise e sulla base di criteri che non condannino un’intera generazione ad un futuro di precarietà, disoccupazione ed assenza di diritti.

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ATTENTI AL 1° LUGLIO !!!!

Dal prossimo 1° luglio EQUITALIA passerà le consegne All’AGENZIA DELLE ENTRATE.
Un’altra tra le bugìe dette da Renzi sarà sotto gli occhi di tutti: quella della soppressione dell’Equitalia che confluirà, invece, nell’Agenzia delle Entrate.
La novità non è di poco conto ed a farne le spese, come al solito, saranno i contribuenti.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, diventerà anche Ente di Riscossione ed avrà libero accesso alle banche dati in possesso del Fisco nonchè a tutte le informazioni riguardanti la disponibilità economica e finanziaria dei contribuenti.
In tal modo, senza aver più bisogno dell’autorizzazione giudiziaria, l’ente di riscossione potrà pignorare il conto corrente: cartelle esattoriali, debiti fiscali, multe, ecc. cadranno sotto la “spada di Damocle” della predetta Agenzia.  Pertanto, se il cittadino non adempie al pagamento dovuto entro il termine di 60 giorni dalla notifica, l’Equitalia trasmetterà gli atti di pignoramento in prima istanza alla banca e, successivamente, decorso il suddetto termine, al contribuente.
Forse saremo costretti a depositare i nostri piccoli e sudati risparmi …sotto la mattonella, come una volta!

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MOMENTO PER LA CRESCITA

Il logo del “Momento Per la Crescita”

Come ogni pianta che si affaccia alla vita è riconoscente
alla terra che l’accoglie e la nutre,
al sole che la illumina e la riscalda,
all’acqua che la idrata e la bagna,

all’aria che la rinfresca e la fa respirare,
ai lombrichi che ne smuovono le radici e la fertlizzano,
agli insetti che ne impollinano i fiori
e al vento che ne sparpaglia i semi,
COSI’ NOI RICONOSCIAMO E PENSIAMO CHE:
1)- Ogni persona dovrebbe poter assolvere con dignità i “bisogni primari” e soddisfare con coscienza i “piaceri voluttuari”.
2)- Lo Stato, o chi per esso, dovrebbe garantire a ogni persona e in qualunque momento della vita i “mezzi finanziari” e gli “strumenti utili” per realizzare tali “fini primigeni”.
3)- I bisogni primari e i piaceri voluttuari costituiscano il “fondamento” stesso della vita, ma non il “fine ultimo” e supremo dell’esistenza umana.
4)- Al di sopra del “mare magnum” dei bisogni primari e dei piaceri voluttuari, si elevi una “scala ideale” di valori universali per cui la vita possa considerarsi degna di essere vissuta.
5)- Ogni “singolo gradino” rappresenti una “tappa intermedia” nel “cammino evolutivo” della “crescita umana”, ma che, se non superato con il “giusto distacco” da terra – in ragione di un “nuovo traguardo” da raggiungere – possa trasformarsi in una “pietra d’inciampo” nella relaizzazione dei “fini superiori” verso cui il sentiero dei valori universali conduce.”.
Così inizia il Manifesto del “MOMENTO PER la CRESCITA (M.P.C.)” un movimento politico da poco costituitosi a Benevento che “…Lungi dal rimandare a qualsivoglia ‘ ideologia’, ‘dottrina’ o ‘legge’ – imposta come ‘sovrastruttura’ dalla società alla famiglia, dalla collettività alla persona, quando non da ‘poteri occulti’ alla società o alla collettività”, stigmatizza l’importanza di una “Scala Ideale dei Valori Universali” quale scrigno dei “beni più preziosi” che l’essere umano riconosce e seleziona – in cuor suo – come validi, veritieri, eccellenti e inalienabili.
La “Scala Ideale dei Valori Universali” rappresenta il riferimento principale cui dovrebbero ispirarsi gli “articoli fondamentali” della Carta Costituzionale di ogni Stato: ricchezza, bellezza, potere, spirito, intelligenza, sapienza, verità, libertà, salute, amore, pace, felicità.
E’ in questi valori universali che il M.P.C. si riconosce e nei quali crede con riconoscenza.
Tra i punti programmatici  il movimento annovera :
a)- la tutela di un’agricoltura ecologica finalizzata all’equilibrio spontaneo degli ecosistemi con valorizzazione della ricchezza della biodiversità ed il non utilizzo di pesticidi, erbicidi ed o.g.m. nella coltivazione della terra;
b)- libertà dal signoraggio bancario e ritorno del Paese alla sovranità economica;
c)- impegno per una educazione moralistica della società;
d)- difesa dell’ambiente;
e)- osservanza ai princìpi della Costituzione Repubblicana.
Nelle prossime settimane il M.P.C. diffonderà le proprie idee ed i propri obiettivi chiamando i cittadini ad un libero confronto.