La Polonia, insieme a Malta, ha la legge più restrittiva d’Europa in materia di interruzione della gravidanza.
La sentenza che dichiara illegale l’aborto è stata emessa il 22 ottobre scorso dal Tribunale costituzionale ed afferma che non è possibile interrompere la gravidanza neanche in presenza di patologie fetali anche gravi ed incompatibili con la vita.
Una formulazione che apre la strada ad ulteriori divieti al ricorso all’aborto anche in caso di stupro od incesto.
Dal 27 gennaio in 51 città polacche la popolazione si sta riversando nelle strade per protestare contro il provvedimento e le donne sono in prima fila nella lotta per l’affermazione della democrazia.
“Lo stato di diritto è stato deliberatamente smantellato” – sostengono i manifestanti, che chiedono l’intervento dell’Unione Europea.
Intanto, le manifestazioni pacifiche vengono duramente represse dalla violenza e la brutalità delle forze di polizia.
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