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Musica

SERGIO ENDRIGO, POETA MUSICALE – Nel 2005 la scomparsa del cantautore –

Il 7 settembre 2005 moriva a Roma, all’età di 72 anni, il cantautore Sergio Endrigo.
Nativo di Pola (Istria), è stato uno dei capiscuola della canzone d’autore italiana.
Acquistò una grande popolarità con la canzone “Io che amo solo te“, da lui scritta e lanciata nel 1962 e poi riproposta in svariate versioni da grandi artisti, tra cui Mina, Sannia, Paoli, Vanoni, Baglioni, Mannoia e Jannacci.
Partecipò a numerosi Festival di Sanremo vincendo nel 1968 con “Canzone per te” e classificandosi al 2° ed al 3° posto, rispettivamente, nel 1969 con “Lontano dagli occhi” e nel 1970 con “L’arca di Noè”.
Durante la sua carriera compose canzoni di impegno sociale e per bambini e pubblicò 21 album.
Di carattere schivo ed umile, i testi delle sue canzoni erano dei veri e propri componimenti poetici con strofe struggenti e velate di malinconia.
Morì per un cancro ai polmoni diagnosticato alcuni mesi prima.

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Cronaca

IL MASSACRO DI MONACO DI BAVIERA – Nel 1972 l’attacco terroristico durante le Olimpiadi –

Il 6 settembre 1972 durante le Olimpiadi estive di Monaco di Baviera, un gruppo terroristico palestinese denominato “Settembre Nero” irrompe nel villaggio olimpico uccidendo subito due atleti israeliani e prendendone in ostaggio altri nove.
Dopo una fase di negoziazione, in uno scontro a fuoco tra la polizia tedesca ed il commando terroristico, rimangono uccisi tutti gli ostaggi, cinque fedayin ed un poliziotto.
L’evento non fermerà la manifestazione.                                                        L’immagine-simbolo del massacro:
                                                       un sequestratore con passamontagna
                                                       si affaccia dal balcone della palazzina
                                                       dove alloggiano gli atleti israeliani.

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Cronaca

MADRE TERESA DI CALCUTTA, UNA VITA PER L’AMORE E LA CARITA’- Nel 1997 la morte della religiosa, Premio Nobel per la Pace –

Il 5 settembre 1997 moriva a Calcutta, all’età di 87 anni, Madre Teresa di Calcutta.
Piccola, esile, ma dotata di una grande energia, la religiosa albanese e naturalizzata indiana, di fede cattolica, predicando il Vangelo, aveva improntato tutta la sua vita in favore dei poveri e delle classi più emarginate.
Dopo aver insegnato per vent’anni aveva ottenuto il permesso di vagare per i quartieri più poveri di Calcutta e diffondere la parola dell’amore per la carità contro le ingiustizie.
Nel 1952 aveva fondato la Congregazione delle Suore Missionarie della Carità che oggi vanta oltre 400 case aperte in oltre 95 Paesi in tutto il mondo.
Figura di primo piano nella Chiesa Cattolica di fine secolo, aveva ricevuto nel 1979 il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno in India.

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Pagine di Sport

GIACINTO FACCHETTI, BANDIERA DELL’INTER – Nel 2006 ci lasciava il grande difensore milanese –

Al termine di una lunga e grave malattia, il 4 settembre 2006 moriva a Milano, all’età di 64 anni, Giacinto Facchetti.
Considerato tra i migliori giocatori nella storia del calcio italiano, Facchetti è stato un innovatore nel suo ruolo di difensore per la sua costante partecipazione al gioco offensivo.
Leale, elegante, corretto, il suo stile di gioco fece subito presa sul grande pubblico ed Helenio Herrera lo lanciò nel campionato 1960-61 nella sua Inter con la quale disputò ben 18 stagioni, con 634 partite e 75 reti diventandone una vera e propria bandiera.
Con la squadra milanese vinse 4 scudetti, 2 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe Campioni ed 1 Coppa Italia.
Dal 1966 al 1978 fu capitano della Nazionale Italiana con la quale giocò 94 partite, vinse nel 1968 il Campionato Europeo e partecipò a 3 edizioni del Campionato Mondiale (1966, 1970, 1974).
Dopo l’addio al calcio giocato, nel 2004 divenne Presidente dell’Inter.

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Cronaca

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, VITTIMA DELLA MAFIA – Nel 1982 l’assassinio da parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra –

Il 3 settembre 1982 l’associazione mafiosa “Cosa Nostra” uccide il Prefetto di Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nell’agguato muoiono anche la moglie  Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
Dalla Chiesa era stato chiamato dallo Stato in veste di Prefetto a Palermo per combattere la mafia in un periodo molto delicato: dal 1978 al 1982, infatti, erano state ammazzate quasi mille persone in Sicilia ed il generale, che sull’isola c’era già stato in qualità di comandante della Legione dei Carabinieri dal 1966 al 1973 ed aveva individuato le aree di influenza delle 28 famiglie di Cosa Nostra, era l’uomo giusto per frenare l’ondata di sangue che scorreva tra le cosche.
Nel 1992 la Cassazione infliggerà l’ergastolo ai capi della Cupola quali mandanti dell’omicidio, tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò e Michele Greco e nel 1995 agli esecutori materiali Antonio Madonìa e Vincenzo Galatolo.

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Pagine di Sport

FELICE GIMONDI, IRIDATO A BARCELLONA – Nel 1973 il ciclista bergamasco si laureò campione del mondo –

Il 2 settembre 1973 Felice Gimondi vinceva a Barcellona il titolo di campione del mondo.
Al campione bergamasco, che aveva vinto tutti i Giri e le classiche più importanti, mancava solo il titolo iridato e si avviava, ormai, alla fine della sua prestigiosa carriera.
Ma lui, campione inossidabile, alla non più giovane età di 31 anni, riusciva nell’impresa nonostante la presenza del “cannibale” Eddy Merckx, grande favorito e rivale di sempre.
La vittoria al “mondiale” di Barcellona rappresenta una delle pagine più belle dell’attività sportiva di Gimondi perchè conquistata con tenacia ed al termine di una fatica immane per il ritmo impresso alla gara lunga oltre 248 chilometri.
La selezione viene fatta dopo la fine dell’undicesimo dei diciassette giri del percorso: si contendono la volata finale i belgi Maertens e Merckx, l’olandese Zoetemelk, gli spagnoli Perurena ed Ocana e gli italiani Battaglin e Gimondi.
La stoccata finale di Gimondi, che non è un velocista al pari di Merckx e Maertens, è un concentrato di forza e di intelligenza: Felice capisce al volo che Merckx non ce la fa a seguire Maertens da lui lanciato allo sprint e così, con uno scatto rapido, scavalca Ocana ed Eddy, affianca Maertens e lo batte sul traguardo.
Gimondi esulta e con lui tutta l’Italia.

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Cinema

VITTORIO GASSMANN, IL MATTATORE – Nel 1922 nasceva il grande attore genovese –

Il 1° settembre 1922 nasceva a Genova Vittorio Gassmann.
Considerato tra i migliori interpreti della commedia all’italiana insieme a Sordi, Tognazzi, Manfredi e Mastroianni, si trasferì giovanissimo a Roma dove frequentò l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e debuttò in teatro ottenendo un primo grande successo negli anni quaranta unendosi in un trio con Ernesto Calindri e Tino Carraro.
In campo cinematografico divenne popolare nel 1949 grazie alla sua grande partecipazione nel film “Riso amaro”, diretto da Giuseppe De Santis, uno dei capolavori del primo neorealismo.
Nel 1959, dopo aver fondato insieme a Luigi Squarzina il Teatro d’Arte Italiano e recitato con grandi attori in opere di successo oltre che nel film “Guerra e Pace”, ottenne un grande successo nella trasmissione televisiva “Il Mattatore” e da allora questo soprannome lo accompagnò per tutta la vita.
Negli anni sessanta la sua popolarità crebbe a dismisura soprattutto in campo cinematografico dove interpretò ruoli importanti in pellicole di caratura internazionale passando con mirabile disinvoltura a generi diversi accanto ad attori famosi e sotto la direzione di registi di notevole spessore.
La sua prestigiosa carriera continuò sui set cinematografici fino agli novanta, quindi ritornò al teatro.
Oltre che attore, fu regista, sceneggiatore, scrittore e doppiatore.
Dotato di fisico atletico, sul lavoro era molto professionale e pignolo.
Durante la sua luminosa carriera, ebbe numerosi riconoscimenti di prestigio tra cui: 1 Leone d’Oro alla Carriera (1996) al Festival di Venezia, Premio come miglior attore al Festival di Cannes (1975) per il film “Profumo di donna”, Premio come miglior attore al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastiàn (1971) per il film “Brancaleone alle Crociate”, 12 David di Donatello, 6 Nastri d’Argento.
Morì a Roma il 29 giugno 2000 per un attacco cardiaco nel sonno.